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( Minuta ( l933 )
Circa un anno fa venni a conoscere che il Sign, Emanuele
Brunatto voleva pubblicare gravi documenti riguardanti la vita
intima di Sacerdoti e di Prelati del Vaticano ( certo Don Dia-
na, Monsignor Gerlach, Monsignor Samper, Monsignor Caccia ) e spe-
cialmente azioni disonorevoli dell' Arcivescovo di Manfredonia
e suo Clero.
Si voleva il Br, compromettere in qualche modo
anche il P. Rosa svelando che questi gli avrebbe dato l' incarico
per volontà del S. Padre diceva egli di indagare su monsi-
gnor Benigni.
Ho avvertito, rispettivamente, il P. Rosa, ( come pure Mon-
signor Bevilacqua tempo fa aveva assai stima del Brunatto, )
come pure ( avvertii ) Monsignor Bevilacqua il quale aveva as
sunto qualche anno prima quale agente informativo il Brunatto
per incarichi assai delicati; mentre il Brunatto ( ad abusare )
a rompere il segreto e a pubblicare niente meno che Atti di Vi-
site Apostoliche, caduti in sue mani.
Fui pregato di non rompere i ponti, ma di influire quanto
mi era possibile sul Brunatto perche' lo scandalo fosse scon-
giurato, - e, col divino aiuto, finora ci ero riuscito. - A lui
e ad altri si disse che avessero fiducia, ( che ) si sarebbero
presi quei provvedimenti del caso per Manfredonia omnibus per-
pensis.
Ma, o perche' i provvedimenti tardarono, o perche' parve al
Brunatto e compagni che siano state imposte nuove restrizioni
al Padre pio, ( come quella che essi riferiscono che non puo'
più confessare nessuno se gia' si e' confessato da lui negli
otto giorni, s che i penitenti sarebbero obbligati a rivela-
re il loro nome ) = ecco che, mentre gia' si sperava avessero
desistito, ( dalla deprecata pubblicazione ), in questo ultimo
periodo di tempo gli animi si sono invece inaspriti, e'' alla
vigilia della deprecata pubblicazione.
Io stesso vidi delle bozze di stampa: mi e' stata letta par-
te di un volume ( pare siano due ): meta' volume dovrebb' esse-
re esposizione, l' altra documenti ( di ufficio ) fotografati
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di molta gravita'. Non potei sapere il titolo della pubblica-
zione perche' il Brunatto mi disse che non si fidava e temeva
che io la facessi sequestrare in anticipo. Un volume sarebbe
gia' tradotto in francese e pare vogliano darlo per la diffu-
sione all' Action francaise; sospetto che anche l' edizione
italiana si faccia in Francia.
Ho comunicato il pericolo a Sua Eminenza il Cardinal Perosi,
Segretario della Concistoriale, ( al quale avevo gia' parlato
e scritto ) poiche' trattavasi specialmente dell' Arcivescovo
di Manfredonia e suo Clero.
E avendogli anche prospettata la triste ripercussione che
se ne avrebbe nel paese essendo compromesso in qualche modo,
per addebiti a Prelati del Vaticano, anche l' onore della San-
ta Sede, mi disse di riferirne a Sua eminenza il Cardinal Se-
gretario di Stato per quelle provvidenze che la Santa Sede stes
sa nella Sua saggezza ritenesse necessario al fine di impedire
tanto male, specialmente in quest' ora cos delicata.
( Io non ce la faccio piu': Deo adiuvante, quod potui feci,
faciant meliora potentes )
pur troppo mi sento impotente a scongiurare s grave peri-
colo.
Ho detto e ripetuto al Brunatto che egli fa azione disone-
stissima,( indegna ) indegna d' uomo e di cristiano: che mai io
lo assolverei, tanto sono brutte le cose che vuol gettare in
pascolo al pubblico: gli ho minacciati i piu' gravi castighi
di Dio e forse anche ( una mala ) morte ( da anima abbandonata
da Dio )
Ma e'(come )un esaltato,un pazzo, e non mi sente piu'; -
forse c' è chi lo consiglia sinistramente.
Mi fece vedere la tessera di redattore dell' "Impero" e mi
disse che, tempo fa era l' informatore vaticano di detto gior-
nale ( quella pubblicazione fatta e che l' Impero ((quan
do qualche settimana fa uscì contro i Gesuiti tutto il materia-
le lo ebbe da Sua Eccellenza Mussolini e poi fu sì sequestrato,
ma al mattino e alla 4.a edizione. E cos mi assicuro' che l'ar
ticolo del " Giornale d' Italia " " Polemizzando con il Papa ",
egli seppe dal Vice Direttore che e' di Sua Eccellenza Musso-
lini; questo mi diceva jeri, prima di partire da Roma ))
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Tutto cio' aggrava il pericolo.
( Da costui quindi c' Š ormai da aspettarsi di tutto. )
E sembra sia veramente il caso di prendere qualche provve-
dimento che valga a scongiurare tanto scandalo.
Quando io ho insistito per avere almeno le bozze del vo-
lume dicendogli che col mostrarle a chi di ragione avrei piu'
A me sembra che forse a cio' si potrebbe riuscire ( si po-
trebbe ancora scongiurare tanto male da tale divulgazione
di scandali veri o supposti ) qualora si desse su-
bito disposizione ai Frati perché cessino certe restrizioni
riguardanti Padre Pio, che se fossero tali come vien riferito,
sarebbero davvero penose, com' Š quella di obbligare i peni-
tenti a dover dare il loro nome quando si confessano ( perche'
non li possa confessare più di una volta ogni otto giorni. )
Forse i Padri Cappuccini avranno interpretato con esagara-
zione qualche ordine del Santo Uffizio.
Sarebbe forse anche opportuno spiegare ufficiosamente che
il Santo Ufficio non ha mai inteso di condannare - come in
realta' non ha condannato - P. Pio, ma solo ha voluto mettere
in guardia i fedeli, perché la Chiesa deve andare adagio nel
riconoscere i segni sovrannaturali, ne' vuole super esaltazio-
ni. ( fuor di luogo )
( Essi ritengono urgente immunizzare la Diocesi di Manfre-
donia dall' opera criminale di Mgr. Gagliardi. ) E ritengono
poi pericoloso che l' Arcivescovo di Manfredonia rimanga oltre
in Diocesi poiché pensano non abbia altro di mira se non di
prolungare lo statu quo', seminando ostacoli sulla via del suo
Successore.
E poiché colà si fa correre la voce che quell' Arcivesco-
vo verrebbe promosso, ciò va eccitando vieppiu' gli animi.
L' Arciprete Prencipe che sarebbe ( secondo loro ) risul-
tato ladro, falsario calunniatore, simoniaco ed in rapporti
sessuali con una donna per diciassette anni consecutivi, dal
l928 sarebbe stato proposto per la deposizione.
Se cio' e' vero ( conforme a verita' bisognerebbe vedere
di ) applicazione del provvedimento, - sarebbe una rivendi-
cazione di giustizia che varrebbe a placare gli spiriti gio-
verebbe non poco a far tramontare la pubblicazione.