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[Minuta]
...
sento
nel
sento nell’animo molto sereno e tranquillo. Grazie, a Dio, non ho
attacco ai mattoni né al denaro: sospiro dell’anima mia è di
poter fare un po’ di bene e tutto il maggior bene possibile a
tutti, ma specialmente ai fanciulli poveri, orfani e derelitti.
Resto
o vado dove mi pare di trovare o che mi sia data la
libertà necessaria all’edu la libertà
la più ampia libertà, perché senza libertà non concepisco né lo
spirito né vita cristiana, né possibilità di cristiana e civile
educazione.
Desidero
che mi sia garantita
Dove ci è garantita ogni
libertà di governo intera e di libero indirizzo cristiano e
italiano, restiamo; dov
ove tale piena garanzia non ci fosse garantita
o fosse data con reticenze
restrizioni o reticenza, partiamo silenziosamente, perché
riteniamo che non ci sia né Dio né l’uomo.
Così ho
abbiamo fatto ultimamente con un Vescovo filosofo
grande e profondo, grande teologo e Noto, ragionatore speculatoredi
generi e di specie
che dicono speculatore di generi e di specie, al quale abbiamo dato
£. 13 mila - di risparmi fatti, e fin l’ultimo filo d’erba, dopo
circa vent’anni di lavoro, e di tale lavoro che parecchi ci
lasciarono la vita ed io ci spesi più che sette mila lire in viaggi
e altre spese - più 300 lire in viaggi di ritorno, perché ho voluto
che sbattessero fin la polvere dei calzari.
Escludo
affatto
Decisione ritirarci non tocca affatto
Sua persona che sempre
ritengo affezionatissima Congregazione.
Ritengo non avere personale idoneo.
Resteremo congruo tempo...
Si
capisce
perché non voglia ceppi ai piedi, è evidente: l’Istituto
resterebbe
La Casa Paterna non può restare sempre così, una insignificante e
ridicola cosa istituzione,
com’è il
che non era
Anche ab initio né
non era nelle sue idee come nelle mie; ricorderà si parlava
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cercava
come allargare la casa, senza toccarlo
pur farlo, nelle sue parti che la rendono così bella e direi quasi
mistica spirituale.
Ella
non deve mica offendersi
Io la prego di non offendersi, ma è bene vi sia chi le parli chiaro,
se
le dico che
io penso che Lei non ci farà una bella figura davanti alla
cittadinanza di Como ed io ho fin vergogna a dire che da
più anni
non abbiamo che sette od otto orfani. Se
parlando pure
La casa deve portare il nome dei Celesia e mantenere lo spirito che
ha
onde è nata, ma se mi fosse detto: per tanti posti pensa Casa
Celesia, poi Lei, D. Orione è
libero
la dissolva, - stia certa, Signora, che la Carità di Nostro Signore
avrebbe fatto
a quest’ora già rifiorire
codesta casa
fatto il resto, e noi avremmo almeno
fatto un vero bene almeno
e un
almeno ad una ventina, venticinque orfani, e la Casa sia nei suoi
orfani come nel suo rachitico asilo non sarebbe rimasta l’ironia
che è. Lei si
con tutte le sue ricchezze si discredita, e
il bene non si fa
perché tutti dicono: è tutto lì? ma, sovrattutto, il bene non si
fa!
V.
E. se
crede
ci voglia proporre gli orfani che
ritiene possano essere
da ammettersi alla Colonia, se Ella vuole che la Colonia debba
vivere; che se, invece, non vuole che essa continui, si degni
significarmelo (come già Le scrissi circa un anno fa) e noi veniamo
via.
Stradella
- Angola
- Mestre - Conte Soranzo - Segretario
- Noto
- Brasile.
Udienza - D. Mario - D. Garbarino.
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Ora ti do i temi, ma tu fai come meglio Dio ti ispira. Intanto ti spedisco, per posta, un volumetto: “Esercizî” Spirituali soliti a darsi alle Monache; sono di un Padre Cappuccino.
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[Minuta]
... da rendere la nostra un’angoscia. Ove o quando tale libertà non vi avesse o ci venisse meno, noi partiamo silenziosamente, portando anche gli orfani con noi, qualora ci sia permesso o altri non provveda; ma si parte usando ogni delicatezza e secondo lo spirito del Signore.
Ora Lei veda: se può conciliare questa ampia libertà di governo interno e di sviluppo dell’Istituzione, e assicurarci che lo scopo non sarà cambiato, noi, se ritiene che possiamo fare all’uopo suo, restiamo, se no, ce ne partiamo chiedendoLe scusa di ogni nostro mancamento e di non aver servito a Cristo nei suoi orfani con quell’impegno e spirito che dovevamo. Che se Ella credesse ad ogni modo di rivolgersi ad altre Congregazioni o Enti Locali, facendo con essi una fusione, faccia pure nel Signore, con ogni libertà, tutto quello che ritiene sia meglio per la Casa Paterna; solo voglia significarmelo, perché ho parecchie richieste di Suore, e accetterei altrove qualche impegno, che ancora è in sospeso; da oggi, e per un po’ di tempo, io venire non potrò, o non potrei fare che una visita da medico.
... da rendere la vita un’angoscia.
Ove e quando la libertà che chiedo non ci fosse o venisse meno, noi partiamo silenziosamente, magari portando con noi i nostri orfani.
Così
si è fatto l’anno scorso con un
Vescovo un personaggio
un dignitario, grande ragionatore di generi e di specie filosofiche.
Da più di 20
vent’anni si lavorava su di un terreno, che era prima una montagna
di pietre: si lavorava si moriva anche, me ne morirono parecchi per
sacrifici inauditi di lavoro e di sfinimento.
La Congregazione ci spese, del suo, parecchie migliaia di lire, e ci piantammo fin
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5.000
mandorli e altre culture. Quei terreni dall’antecessore
da un Vescovo assai
erano stati fin intestati a noi, per
essere
perché fossero al sicuro e che
la
libertà ci fosse data,
(e noi ci siamo fin sempre pagati i viaggi, per non sottrarre
togliere un centesimo a
quegli
degli orfani.
Ma
la libertà di compiere le intenzioni di un Vescovo defunto e di fare
la
carità a
il bene a degli orfanelli, si trovò modo prima ci
venisse limitata
di limitarcela, e poi fu intesa in modo
maniera che non si poteva più vivere.
Abbiamo
allora liberamente
portate
onestamente depositate ai piedi del Vescovo successore £. 13 mila di
risparmi, che egli ignorava ci fossero e
abbiamo liberamente date indietro tutte le terre da noi bonificate
senza richiedere né riceverne un centesimo né
un pane,
per indennizzo; e
non per viatico di viaggio,
ed ho mandato £. 300 perché potessero tornare
fare il viaggio di ritorno, e gli orfani ci hanno seguito. O c’è
la libertà, e si resta, o non c’è, e
si parte…
… io
sento nell’animo, molto sereno e tranquillo. Grazia a Dio io
non sento
ho attacco ai mattoni, né al
denaro
alle rendite; sospiro della mia vita è di potere umilmente fare un
po’ di bene, e tutto il maggior bene a tutti, ma specialmente ai
fanciulli poveri, agli orfani e di derelitti. Resto o vado là dove
mi pare trovare la libertà necessaria per
ad
educare all’onesto vivere cristiano e civile gli orfani che la
Divina Provvidenza mi affida per...
Chiedo
la
libertà di governo interno e libertà di poter di
sviluppare libero
del1
Istituto mantenendovi l’indirizzo cristiano una
libertà che garantisca
e italiano onde è sorto e
una libertà senza
restrizioni
senza reticenze anche
nello sviluppo dell'Istituto
perché, ove essa mancasse,non
concepisco né vita
né spirito cristiano né umano, né possibilità di
vita fiorente né di
cristiana e di civile educazione.
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Io non Le ho mai chiesto altro: fu l’unica condizione posta nel primo convegno a Milano, avanti al Notaio e al suo Ragioniere.
Sia poi l’Istituto creato in Ente Morale o non sia creato, a me poco fa: io non cerco l’amministrazione della Casa Paterna né di altri Istituti che mi si offrono: datemi la libertà di educare ed io mi sbrigo di molte opinioni e di ogni altra pastoia: si capisce che chi amministra sia umano ed onesto, e non faccia soffrire...
...
sento nell’animo, molto tranquillamente e serenamente. Per la
grazia di Dio, non mi sento attaccato ai mattoni: resto o vado là
dove
ove mi pare che mi sia assicurato poter fare
compiere il bene specialmente alla gioventù povera ed abbandonata ma
di
bene
con quella santa libertà di Figlio di Dio di
figliuolo di Dio
che garantisca quella d’indirizzo e
di governo interno che garantisca la forma che
lo scopo non sarà deviato né...
... la libertà nell’educare è il primo...
… i sottoscritti si obbligano di impiegare ogni anno metà del provento netto a crescere il numero dei fanciulli poveri, fanciulli orfani o abbandonati, e a rimettere l’altra metà al Venerando Seminario Vescovile di questa Diocesi di Noto, perché, a giudizio del Vescovo pro tempore o del Vicario Capitolare, vada ad aiutare i Chierici poveri di provata vocazione.
Quindi
è evidente che anche il reddito di Cara Rossa è
fuori
stando alla convenzione, è
fuori questione nel senso che anche
deve andare prima per la vita della Colonia. Lo spirito della
Convenzione era, come dissi anche l’ultima volta a V. Eccellenza
dieci giorni fa, era che se la Colonia avesse avuto un largo margine
di entrate, come Mgr. Blandini aveva ideato e aveva anche detto
all'attuale Cardinale di Catania, parlandogli
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in
guisa come se la Colonia avesse potuto rendere un 40.000.lire
all’anno e
Vostra Eccellenza sa bene questo
allora era giusto che il Seminario del reddito netto ne usufruisse in
parte. Ma ora che si tratta di qualche centinaio di lire, e che lassù
si vive miseramente e in ambienti non presentabili, come Vostra
Eccellenza Reverendissima sa...