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[Brano di lettera]

... nella disciplina e nel temporale, nei comandi e nei desiderî - e tutto si è fatto perché la Madonna ci ha aiutati proprio da Madre.

Continuiamo a servire la S. Chiesa con tutti noi stessi, e cominciamo con fervore la nostra vita di poveri religiosi e figli della Divina Provvidenza.

Quanto alla Casa di Prunella di cui state trattando in questi giorni questo mi è di conforto e assai caro, essendo tutta cosa di Maria Addolorata che fu sempre, anche dal mio paese, la mia Santa Madonna.

Accetto nel Nome benedetto della SS. Vergine Addolorata codesta quella Casa di Prunella e annesso Santuario ma desidero non trovare già nella costituzione e amministrazione di dette Opere insita una catena a fare il bene, il mio vivo desiderio di libertà sento che è per togliere gli ostacoli nelle vie della virtù e nelle vie della prosperità e avvenire di quelle opere di Prunella.

Questi pensieri miei voi esporrete al Can.co Margiotta.

Sento di essere portato a sentire così (per divina grazia) dall’amore sincero e umile del vero bene dei nostri Istituti.

Io chiedo: se Prunella è un nostro Istituto o no.

Se è un nostro Istituto deve andare con questo spirito e con questi criteri. Se va diversamente non è un nostro Istituto: la nostra Piccola Congregazione lo aiuterà fin che potrà, ma essa è felice di rinunciare anche ai milioni pur di non rinunciare a un’oncia sola del suo spirito.

Non sono i soldi o le ricchezze che fanno prosperare le Congregazioni, ma la santa povertà e il mantenimento dello spirito di fondazione, per cui la Divina Provvidenza le ha suscitate nella Chiesa.

Così non siamo disposti a rinunciare ad un’oncia sola del nostro spirito di fondazione per tutto l’oro di questo mondo.

Non i beni di questa terra, non il reddito di Prunella farà prosperare davanti agli uomini e tirerà le benedizioni dell’Addolorata e di Nostro Signore, ma lo spirito di Nostro

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Signore Gesù Cristo: spirito di fede, di carità, di povertà, di umiltà, di orazione, di sacrificio: lo spirito umile e retto onde Iddio suscita Lui le opere della Sua Provvidenza.

Non bisogna mai venire meno allo spirito di fondazione primitivo delle opere benedette dalla S. Chiesa e che portano come l’impronta del Signore, malgrado i peccati, i difetti e tutto quello che possono portare di miseria i poveri uomini peccatori che vi lavorano.

Che se invece il caro Canonico Margiotta vuole crearlo ente morale, noi, fin che lo potremo, lo ajuteremo ben di cuore, se Egli crede; ma perché quella Casa, che non sarebbe Casa della Congregazione, non abbia da inaridire o deviare lo spirito della nostra vocazione, che deve essere spirito tutto di carità e di fede, spirito di santa libertà di fare il bene, e non di intoppo o di ostacolo per le opere di Dio, - Egli deve disporre in modo non solo che non si sia mercenari - il che ripugna, e per noi sarebbe finita, ma che il Superiore abbia le mani libere di dare sviluppo e spirito a quell’opera della Addolorata.

Desidero che si faccia un contratto per un dato numero di anni: è un bene che faremo insieme: egli dà i mezzi materiali, ma anche noi diamo un capitale, ed è la nostra vita per fare quel bene che vuole Lui, là dove Egli lo desidera, e con quello spirito che Egli desidera.

Tanto il Rettore del Santuario come il Direttore della Colonia devono sempre essere nominati dal Superiore della Congregazione, altrimenti essi non dipenderanno più dalla Congregazione: diventano esseri inamovibili e si spezza lo spirito della vita e dipendenza religiosa.

Un Consiglio di Amministrazione vuol dire un Consiglio che approva e delibera le spese: controlla: dice di sì e dice di no - perché il direttore o il Superiore della Congregazione non abbia degli intoppi continui bisognerà che detto Consiglio risulti e sia garantito che sarà sempre costituito da persone bene affette verso la Congregazione: tali che non deviino il fine del testatore Mai, e che secondino lo spirito dell’opera.

  

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...del Signore, malgrado i difetti e peccati degli uomini che vi attendono.

Che se invece il Canonico Margiotta vuole crearlo ente morale, noi lo ajuteremo anche pronti ad assumere la direzione di quelle sue opere e Santuario semprechè si faccia in modo che il Superiore…

... sicuro avvenire.

Che Nostro Signore si degni sempre di assisterci onde non abbiamo Mai e poi Mai a deflettere da Lui e dalla Sua Chiesa.

Quanto poi a ciò che Voi, caro Don Sperpi, mi scrivete di Prunella, desidero nel Signore le cose bene e ben chiare.

Se il Sig. Canonico vuole che quelle Opere di culto e di carità siano riguardate dalla Congregazione dei figli della Divina Provvidenza come opere e come un vero e proprio Istituto della umile nostra Congregazione, allora egli deve attenersi a questo spirito e a questi criteri: poiché noi, come non cambieremo mai il fine e lo scopo di Prunella (Addolorata e Orfani calabresi)