V090T017 V090P258
[Minuta]
Siccome
egli non mi aveva offerto il danaro a quel patto e la forma del
chirografo mi parve di
uno
di una strettezza eccezionale.
Avendolo
io fatto delle gravi Insistendo egli alle
ad alcune mie gravi osservazioni che
non era quello il patto a cui,
egli per farmi firmare l’atto mi disse che glie
lo aveva fatto un Sacerdote mio
non badassi alla forma che l’aveva presa così dal segretario
di se stesso
e gliene aveva fatta la minuta un Sacerdote che io gli aveva
consigliato un tempo prima di prendersi per confessore. E per
farmi credere
mi diede poi
la minuta perché ne fossi più persuaso. Io allora firmai. L’atto
era già preparato e firmato da testimoni che io non conosco
Ma
poi subito nella mattina mi
Ho pagato alcune volte gli interessi nel desiderio di pace e sempre
insistendo di rivedere la contabilità, che c’è tra me e lui, a
cui io ho somministrato roba.
Ora
desidero dire che siccome dopo un anno sotto vari Prima
si è rifiutato dicendo che, se faceva i conti, veniva ad annullare
l’atto fatto che egli fece registrare, poi a Monsig. Daffra,
Vescovo di Ventimiglia, che si era benevolmente interessato per
aggiustare la faccenda, rispose da vari mesi avere abbruciati tutti
i suoi conti e di non potere più rifarli.
Ora,
mentre
si
siccome io non gli devo la somma del
di £. 7 mila portata dal chirografo, come egli stesso ha dichiarato
presente il D. Risso, curato di Casatisma, mentre questi, facendo da
segretario, scriveva l’atto che poi mi venne portato da firmare e
mentre e come era
e mentre era presente il Prevosto di Casatisma, il quale pare lo
sconsigliasse dal
farmi firmar
dall’atto che stava per fare - come mi disse lo stesso Sig. Russo,
Curato - io desidero
che egli giun
mentre dichiaro di avere firmato l’atto preso di sorpresa e dietro
le sue dichiarazioni di revisione di conti e di firma pro forma,
desidero che egli sia chiamato a giurare se è possibile che
detta somma mi ha dato il denaro
circa il tempo e la somma versata,
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[Brano di lettera]
... per finire sta faccenda dolorosa, tirò fuori da alcuni mesi la scusa che egli ha abbruciato tutto, e non può più fare i conti.
Ora, siccome io non credo di dovergli la somma di £. 7000, - come dopo tutto egli stesso ha dichiarato al Don Risso, curato di Casatisma, mentre questi, facendo da Segretario, scriveva nella Canonica di Casatisma il chirografo che poi mi venne portato da firmare, secondo disse a me lo stesso Don Risso; il quale mi riferì pure che il Prevosto di Casatisma, Don Zelaschi, anziché spingere, dissuadeva, lui presente, il Don Cassola da quell’atto; io, mentre dichiaro per la verità di avere - (pure mentre in sé lo disapprovava e dichiarava al Don Cassola di disapprovarlo) - firmato di mio pugno l’atto in parola per £. 7000, - preso di sorpresa e più dietro le dichiarazioni di revisione di contabilità da parte del Don Carlo Cassola - desidero, se è possibile, prima di versare detta somma - che il Don Cassola sia chiamato a dichiarare se egli mi ha veramente data tale somma e quando, e se erano presenti i testi che compariscono nel chirografo - testi che io non conosco. E vedere così, se è possibile, ridurlo pro justitia a fare i conti.
L’atto porta la firma dell’8 Dic. 1901