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[Da autografo su carta intestata Piccola Opera della Divina Provvidenza Tortona]

Don Orione al Monte della Guardia.

Da prima della guerra che non ero più salito al Monte della Guardia, dove, il 29 Agosto del 1490 la Madonna è apparsa all’umile contadino di Livellato Benedetto Pareto. Prima, conducevo lassù ogni anno, per la festa dell’Apparizione, numerosi pellegrinaggi, con treni speciali in partenza da Tortona; un anno i nostri pellegrini tortonesi arrivarono fino a duemila e settecento: era come una vera leva in massa di fede e di divozione alla SS. Vergine. Venne poi la guerra, e la Direzione Compartimentale delle ferrovie non poté più dare i treni speciali: per mancanza tutto doveva servire per vincere la grande e gloriosa nostra guerra. Ma essa non era finita peranco finita con la gloriosa nostra vittoria, che già a San Bernardino di Tortona il nostro popolo, nell’estate del 1918 con uno slancio di generale fiducia in Maria SS. non fu mai più veduto visto si affidò alla alla Madonna della Guardia perché la guerra il grande e cruento conflitto europeo finisse si concludesse con la vittoria dell’Italia degli italiani.

E la intera popolazione volle concorse per la statua della Madonna della Guardia: venne Mgr. Vescovo a benedirla la vigilia della festa: predicò fuori della Chiesa ad una fiumana di gente, e, il giorno dopo, la SS. Vergine usciva trionfalmente e volle prendere possesso di questa Sua Città.

Mentre nessuno di noi ci aveva pensato, mentre nessuno di noi lo voleva, la Vergine stessa combinò le cose lo svolgersi delle cose così che nello svolgersi snodarsi della lunga sterminata processione volle andare a finire in Cattedrale, nella Chiesa Madre, a suono d’organo e di campane e tra lo scintillio di mille luci de’ lampadari e i canti di esultazione di tutta Tortona.

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Fu là, davanti alle ossa di San Marziano, che, a nome di tutto del popolo tutto ancora trasecolato per ciò che era avvenuto Don Orione, sentendo di interpretare l’anima tortonese emise ho fatto il Voto a nome del popolo di innalzare a San Bernardino un Santuario alla Madonna della Guardia, se la guerra fosse tosto finita con la vittoria delle nostre armi.

E la vittoria venne, ci arrise all’Italia a pochi mesi qualche mese e quasi subito.

E Tortona, fedele nobile sempre, tenne fede al suo voto.

La divozione alla Madonna a N. S. della Guardia inva si dilatò in modo che ha del prodigioso; e il 29 agosto è divenuta la festa del voto per la vittoria: la vera festa vera dei tortonesi del nostro la più popolare, la più sentitamente religiosa di Tortona e dintorni.

Tutta la Città si commuove: tutta la popolazione accorre a ripetere rinnovare il suo voto, alla Madonna e canta il suo Credo sulla Piazza stessa del Duomo; e inneggia al suo Vescovo, a Mgr. Simon Pietro Grassi, all’uomo che Dio ha dato ai tortonesi nell’ora trepida e che con lato sentimento di fede e di patriottismo, ha saputo confortare la Città e la Diocesi nelle ore più trepide.

Ma lasciatemi tornare a dirvi del mio pellegrinaggio lassù al Monte della Madonna.

Sentivo da tempo come un desiderio vivissimo, quel senso di nostalgia come che prova l’esule quand’è lontano dalla casa della madre sua. Il mio cuore aveva bisogno di ritornare, di risalire, dopo tant’anni, la santa montagna, di rinvigorirsi nello spirito, di baciare la quella terra benedetta ove la Madonna ha posato i suoi piedi immacolati. Lo avevo promesso alla SS. Vergine nei gravi momenti della mia malattia. Era dunque un dovere per me, dopo che la Madonna mi aveva guarito di andarLa correre a ringraziarLa, e a prometterLe che avrei fatto un po’ più il galantuomo.

Ma un poco perché sempre preso da mille in mille faccende affaccendato, e un poco

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perché chiamato a Roma due volte a Roma e qua e la a tappar buchi, a chetar e a far da facchino della Divina Provvidenza a quietar creditori, a far da facchino della Divina Provvidenza e ai suoi poveri, ai suoi orfanelli, ho dovuto rimandare, mio malgrado, l’andata al Monte della Guardia sino alla sera della vigilia a sera del 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Veramente non potevo scegliere capitarvi in data migliore: il 25 marzo è il giorno sovra tutti memorando in che Dio si è fatto uomo pur restando sempre vero Dio: è il giorno in che Maria Vergine diventò la vera Madre di Dio, pur restando sempre Vergine, e noi siam diventati Fratelli di Gesù e figli di Maria. È il giorno della comparsa del cristianesimo sulla terra, della con la Incarnazione del Verbo. Questa La nostra era comincia, l’era del rinnovamento del mondo e della civiltà cristiana comincia appunto ab incarnatione Domini: anche così la mano del Signore mi portava l’anno civile un giorno, ai tempi di Dante, cominciava non il I° gennaio ma il 25 di marzo.

Potevo imbattermi in un giorno che mi parlasse più altamente al cuore e alla mente?

Ero Partito da Roma la sera del 17 con l’inted. col pensiero di trattenermi a fare San Giuseppe a Genova insieme con i nostri cari poveri del Piccolo Cottolengo, avevo detto ad alcune buone figliuole di Dio, che da anni stavano aspettando di far in attesa di formare un’umile famiglia religiosa di pie anime tutta consacrata alla Madonna della Guardia che sarei andato a mi precedessero al Monte, che io intanto sarei venuto il 20 o 21 a Tortona, a fare San Benedetto qui, poi andato a Torino, a Bra, a Cuneo, e per la linea di Mondovì - Savona sarei di nuovo rotolato a Genova, nel pomeriggio del 24, e salito al Monte della Madonna.

Era bene che la loro consacrazione l’avessero fatta lassù, dove apparve la loro celeste Madre; che dai piedi della Madonna cominciassero la loro nuova vita in umiltà di spirito, di rinnegamento di se, nel pieno sacrificio, nel nome della attingendo alla fonte,

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alla viva della Piena di Grazie, alla Madonna della Guardia.

E a partire di là per la nuova via che ci va aprendo la mano del Signore, la Provvidenza del Signore. E così fecero.

Ma anche altro motivo mi portava alla Guardia, in assai interessante per i tortonesi e pel nostro Santuario Votivo. Siamo ormai alla vigilia di cominciare i lavori, e riproduciamo, un’altra parte del giornalino, lettera da Roma del nostro esimio Architetto, Ing. Chiappetta.

Sentivo il dovere e il bisogno di andare peregrinando ai piedi dalla Madonna e al suo monte per implorare il suo Santo aiuto e una speciale benedizione sui lavori del nuovo Santuario e sui lavoratori, affinché non abbiano a capitarci nessuna alcuna disgrazia, e confido che la Madonna SS. Vergine stenderà già abbia steso il suo manto celeste su tutti, si che possiamo inaugureremo tra due anni il bel Santuario di Tortona, senza che né un muratore, né un garzone si siano scalfito un dito. Così ci è avvenuto a Roma, dove abbiamo innalzato la magnifica Chiesa di Ognissanti, lunga 60 metri e altissima, senza che capitasse il minimo infortunio sul lavoro. Ma alla Guardia di Genova sono pure andato ad implorare grazie sui generosi Benefattori e Benefattrici che già mi hanno tanto aiutato, e conforti e grazie ai cuori generosi che mi vorranno aprire le loro borse: grazie e benedizioni sulle Zelatrici e Zelatori del nuovo Santuario: su quanti mi offriranno mattoni, sabbia ore di lavoro, qualche viaggio di sabbia, carrate gratuite di materiale per alzare presto le mura della nuova Casa della Madonna.

Insomma Voi, o Amici e tortonesi miei, già m’avete compreso: Don Orione non poteva certo cominciare, se non andava prima a prendere la benedizione della Madonna lassù, al Sacro Monte, perché tutto abbia ad andare bene a gloria di Dio e della Vergine, ma anche ad onore di Tort della nostra Tortona.

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Ecco perché, pur con tempo piovoso, con una strada di montagna piena di fango e tra il pericolo di continui scivoloni sono salito, un passo più svelto dell’altro, mano mano che quanto più l’erta si faceva più ripida, mentre lassù sulla costa e poi su tirava un vento, anzi una vera tramontana che mi gelava il sudore addosso, e tanto a mezzogiorno lassù vi nevicava cadeva la neve a ghiaccioli e così il tempo era così crudo che lo stesso postino non si sentì di fare il suo servizio.

Ma la Madonna.

Voi mi direte: ma, e lei non aveva paura timore di ricadere malato, così fresco con la sua di polmonite? com’è?

Io no, che non avevo nessuno timore. Chi sapeva che io sarei andato là! Tutti temevano, io no. Per calmare alcuni dei miei dissi che facilmente avrei presa una cavalcatura; ma pensate un po’ se Don Orione poteva andare a trovare la Madonna su d’un mulo. A cavallo andrò quando sarò al Brasile! Sentivo che la Madonna mi voleva, che mi chiamava là dopo tant’anni, e non sentivo altro che la Madonna.

E andavo su piangendo di consolazione e pregando per me, per voi, per tutti o miei Benefattori: per Tortona nostra, per l’Italia, per la Santa Chiesa di Dio, per tutti! Non Sentivo altro che il volo delle ali di tanti Angeli che mi venivano incontro: sentivo le anime gli spiriti, le anime di tanta gente morta piamente in Cristo, che io in altri tempi, avevo condotta, col divino aiuto, lassù, e che ora sono è già in Paradiso a far festa e corona attorno alla Madonna.

Io le sentivo tutte, tutte tante voci, tante cose belle e soavissime che meglio sentiremo in Paradiso, e tutti mi parlavano all della Madonna e di quello che ci prepara in Paradiso. Non sentivo la fatica no di parecchi giorni e notti di viaggio, ne della salita non la salita, non il sudore: sentivo la Madonna!

E mano mano che nelle svoltate mi compariva il Santuario, io La salutavo, La Madonna con una Salve Regina: pregavo per i vivi, pregavo per i morti, pregavo…

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[Dal Bollettino “La Madonna della Guardia” del 15 aprile 1927:]

... per tutti voi! e poi avanti! Excelsior! E mi pareva che le ali bianche degli Angeli mi portassero su, verso il Paradiso.

Oh quanto è mai dolce amare la Madonna!

     Il vostro Don Orione