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[Minuta]

Noi quan A noi basta sapere: questi è il Papa, cioè è il dolce Cristo visibile in terra: - sia poi Egli personalmente di questa o di altra nazionalità, di questa o quest’altra tendenza, ci importa proprio nulla: quello che solo ci preme alla Congregazione nostra è gettarci in ginocchio e dirgli: Domine, ego amo te! Et tecum ero quocumque jeris.

Ho già scritto a Don Sterpi che chieda un’udienza privata e porti ai piedi di Sua Santità tutto il nostro amore di figli: che ne invochi la benedizione, e tutti faremo tesoro delle sante parole di consiglio che potranno venirci dal labbro del Capo della Chiesa, a Cui professo non cesserò mai d’inculcarvi di professare come al Vicario di Gesù Cristo, la più illimitata obbedienza e, più che rispetto, e ancora devozione dolcissima di figliuolo come a Nostro Signore. Per noi amare il Papa è amare Gesù Cristo.

E dovunque la mano della Divina Provvidenza vi porterà tutti, o figli miei, dovrete procurare di sostenere l’autorità del Sommo Pontefice, di insinuare ed inculcare rispetto, obbedienza ed affetto alla Chiesa e al Suo Capo. E non solo dovete essere figli devoti, ma sostegno della Chiesa Romana e del Suo Capo. Solo così il Signore non mancherà di benedirci.

Ricordiamo ciò che scriveva S. Gerolamo a Papa S. Damaso: - Non novi Vitalem, Meletium respuo - ignoro Paulinum. Quicumque tecum non colligit, spargit!

Don Sterpi pregherà certo il S. Padre di voler benedire con me non solo tutti i Sacerdoti, Eremiti e Chierici della Divina Provvidenza, ma anche le Missi Suore “Missionarie della Carità”, tutti i nostri Benefattori e benefattrici, come pure tutti i nostri allievi e dipendenti e quanti ci stanno a cuore.

E tutti faremo in modo di procurare sempre consolazioni al Papa. Il Papa è il faro luminoso che deve guidare i nostri passi! - noi non solo dobbiamo amarlo, come teneri figli, ma difenderlo e accoglierne gli insegnamenti e i consigli col massimo rispetto e con la più scrupolosa ubbidienza.

Cerchiamo di sempre meglio meritare l’amore e la stima del S. Padre.

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Scrivendo al S. Padre ho la prima gli aveva detto pel Natale dissi che, al mio ritorno, gli avrei portato un ricordo del celebre Santuario di Luyàn, datomi dal quel Venerando Superiore, Padre…

il ricordo sarà pur troppo per il Suo successore.

Niuno dev’essere più sottomesso e devoto al Papa di noi.

Egli è il Capo unico della Chiesa.

Si avvicinano tempi torbidi e dolorosi: nulla ci deve stare di più a cuore che la devozione verso il Vicario di Gesù Cristo: questo è amore purissimo a Gesù stesso.

Il Concilio di Calcedonia diede al Papa il nome di Vescovo ecumenico: quello di Costantinopoli chiamò la Sede di Roma: trono della Chiesa universale.