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[Minuta]

... rigurgitano di gente.

Giunge da Tortona la musica suonando la marcia reale.

Le finestre sono pavesate a festa e adorne per l’illuminazione: sventolano dai balconi le bandiere.

Allo scampanio giocondo del vecchio campanile la Madonna della Guardia esce trionf come una regina di po, come una trionfatrice; e la processione va svolgendosi ordinata, e lunghissima devota tanto, tra fitte ali di popolo, che s’inginocchia riverente e poi fa corteo alla sua Madonna.

E più s’avanza e più la processione s’ingrandisce, come quasi grossa e imponente fiumana. La testa della processione già sale in Castello, e la Madonna della Guardia non compare ancora sul ponte dell’Ossona. Essa procede maestosa, dopo essere entrata ed essersi soffermata nell’orto della distinta Famiglia del fu Santo Marchese, là dove sorgerà il Suo Santuario, e dove un giorno il grande pacificatore dei popoli, e il grande Cavaliere di Maria San Bernardino da Siena, ha predicato la parole di fede e di pacificazione ai Tortonesi.

Uno stuolo di baldi giovanotti vanno di San Bernardino vanno a gara a portare la Madonna e dietro vengono moltissimi uomini e qualche migliaio di persone.

Molte distinte Signore della città circondavano la SS. Vergine quasi corte dame di onore.

Dalle finestre piovevano fiori e ben sui passi di Maria e sul capo di Maria della Madonna, ed erano grida di gioja di plauso amore di benedizione a Lei che profeticamente disse: “tutte le genti mi diran beata

E pareva che tutta tutta Tortona fosse là sulle roccie e sulle strade e sulle roccie pittoresche che andavano salgono al Castello, e che tutta la terra e il cielo risuonasse del nome santo di Maria, e che tutto sotto il suo sguardo mol dolcemente materno prendesse nuove forme e nuova vita, e che fosse così il suo come il sorriso della bontà del Signore!

Oh come quanto sono serene, come quanto soavi le tue gioje, o mio Dio le consolazioni, o dolce Madonna della Guardia.

Dalla Villa Vedani piovono fiori e fin il Tiro a segno nazionale è pavesato a festa.

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Chi ci Quelli che sono rimasti a custodire le case, si affacciano alle finestre verso il Castello, agitano i fazzoletti e pregano.

Tutti i sentieri, tutti i ruderi dell’antica fortezza tortonese risuonano di inni divoti le di note musicali.

Dalla torre del castello Tortona è benedetta e consacrata alla Madonna della Guardia.

Dal piazzale del Tiro a segno la Madonna è portata, quasi da un impeto di fede, alla vasta spianata che sporge a picco sulla città e la domina tutta: là si si formano dal i cori: il gruppo di Monbisaggio, di Pontecurone e di Tortona, e la Vergine celeste appare di lassù a benedire la prima volta Tortona.

Poi è poco sale trionfalmente, dove Mgr. Vescovo benedì la prima pietra del Tempio votivo alla Vittoria, e benedice una seconda volta.

Poi quale Madre e Regina dei Tortonesi passa sul capo di è portata in un delirio d’amore da più che deicimila persone alla Torre del Castello, là dove sorgeva l’antica arce e la nostra vetusta Cattedrale. Dio mio, che momenti di altissima vita spirituale furono quelli! Quanti ne ho visti piangere di commozione! La vasta spianata era tutta una testa di popolo, quando apparve sulla torre Don Orione in bianca veste sacerdotale svolazzante al vento: a quell’altezza di 18 metri, ei pareva una visione.

Fu un attimo, fu un silenzio profondo, emozionante, poi un fremito corse la folla immensa che quasi elettrizzata scoppiò in un applauso scrosciante e in grida di Evviva Maria!

Ciò che Don Orione ha detto, ciò che ho sentito tutti devono aver provato in quell’istante, non si potrà esprimere né ripetere mai!

Tutti sentivano che era un grande avvenimento che si com e che noi in quel momento solenne e santo eravamo chiamati da Dio a giurare lassù dove i nostri padri morirono la nostra fede cristiana e l’amore cristiano alla nostra Patria, là ai piedi di Maria, dove i nostri padri nel nome di Dio morirono!

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Don Orione si parlò dell’amore degli italiani verso la Madonna e che la Madonna amò di grande amore l’Italia e Tortona.

Ci Disse che oggi forse più che in altri tempi la patria nostra ha bisogno di Maria, e che le nostre anime e Tortona sarà avranno conforto, concordia grandezza pace e grandezza alla Madonna.

Pareva che Dio fosse là con noi, e che un’onda soave di grazie e di misericordia scendesse larga e soave sovra di noi.

Parlò della benedi del Vescovo e della benedizione sua a

Tortona tutta ché tutta era là, era là nei suoi vivi e nei suoi morti, là dove per le più sacre libertà della religione e della patria pregarono, giurarono, giurarono, pugnarono caddero da eroi i padri nostri antichi.

La voce di Don Orione era piena di emozione, ma limpida e forte: scendeva alle anime e ci faceva fremere e piangere di consolazioni sovrumane e quasi ci trasumanava nell’amore di Dio e degli uomini, nella divozione alla Vergine. Infine con voce tono ispirato come non fu mai alzò un Crocifisso e nel nome di Dio ci chiese di giurare la nostra fede cattolica. Levò alta la alto il braccio e la mano sua apparve come distesa nel cielo, e tutte le destre si alzarono in alto e fu un giuramento solenne, e tutti ad una voce e piangendo recitarono il Credo con lui.

Allora Don Orione nel nome del Vescovo e nel nome di Dio consacrò Tortona alla Madonna.

Levò alto Cristo Crocifisso e benedisse a tutta Tortona e in larga croce segnando una e a tutti i tortonesi al grido di Viva Maria, e segnando nell’aria verso una grande croce verso la città e sulla moltitudine certo di più che dieci mila persone prostrate a terra come in adorazione prese da una commozione indicibile.

Fu un istante di suprema vita spirituale e di emozione senza pari nella vita: chi piangeva, chi levava le mani al cielo a benedire quel prete, …

I pellegrini giungevano anche da lontani paesi riempiendo l’aria, nell’oscurità della notte, di devote canzoni alla Madonna: alle 2 di notte non si poteva già più entrare in chiesa tanto era stipata, e fuori lungo la roggia, già vi era una lunga coda di pellegrini che da ore aspettava di poter almeno passare per breve momento davanti alla Madonna

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I discorsi si alternavano con le Messe, e ci è grato far cenno dei discorsi del Prevosto Don Milanese, di Don Tornari, Direttore del Dante, di Don Fiori. - Alle 10 ci fu Messa. Non si può parlare di Messa con Comunione generale perché a tutte le Messe fu una Comunione generale e durante le Messe un continuo comunicarsi: a Tortona si dice che la Madonna della Guardia è una seconda pasqua, se non è di più.

Alle 10 ci fu Messa solenne in musica.

Dopo una calda esortazione di Don Orione ci fu la supplica a voce di popolo nell’ora stessa che la Madonna apparve a Benedetto Pareto.

E intanto i fedeli non facevano che passare avanti alla miracolosa Madonna, sfolgorante di luce e fragrante di fiori e di pietà, e pur la Chiesa era sempre stipata.

Oh quanti vennero a San Bernardino, e dovettero partire senza poter entrare a vedere la SS. Vergine!

La Processione

Son le ore 18: tutte le strade…

solennemente fatta dalla città di Tortona alla Madonna; così solennemente fatta, dalla Torre del Castello assumeva un tale un significato morale e una sì alta portata civile che il popolo tutto la sentì, e fu preso come da un delirio di gioia irrefrenabile.

Al grido di Viva Maria Madre e Regina di Tortona discese dal Castello e invase le vie e le piazze della città, facendo echeggiare Tortona de’ suoi canti e delle sue grida di gioia. E la piazza del Duomo fu era già tutta gremita di popolo, mentre la Madonna per via Palazzo di Città e via Emilia veniva trionfante sotto una pioggia di fiori che cadevano dalle finestre illuminate e imbandierate.