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[Minuta]
Percorrere
la Val Staffora e il Bobbiese predicando con l’esempio e con la
una parola [xxx]
che era fiamma di carità che
gli usciva dal cuore che gli usciva dal cuore.
Fu grande amatore della povertà, e lavorava per soccorrere i miseri. Venne chiamato: luce di vera sapienza, splendore di virtù, tesoro di grazia.
Fece
molti miracoli, ed in Val Verde batté col suo bastone l’arida
terra, e fece sgorgare una fontana
fonte viva
che
tuttora viva che è chiamata la
fontana di S. Alberto.
Fu
calunniato, e chiamato a Roma; alla presenza del Papa provò la sua
innocenza conver
cambiaando
convertendo l’acqua in vino.
Moriva
il 5 Settembre del 1073, e Gregorio VII, l’Ildebrando ne celebrò
la santità indirizzando una Bolla al
suo Monastero
ai Monaci di Butrio, discepoli del Santo.
Il
Corpo di S. Alberto rimase in un sarcofago di vivo sasso sino al
1900, quando poi fu estratto da Mgr. Bandi Vescovo di Tortona e nel
1925 gli
i dei suoi devoti gli
si prepararono grandi feste: e
una nuova urna tanto necessaria raccoglierà quelle Ossa benedette, e
molti pellegrini dal
Bobbiese, dal Piacentino e dal Tortonese
da vicini e lontani paesi verranno ad invocare la protezione celeste
di S. Alberto.
L’Eremo, lontano dai rumori del mondo, è in una perfetta solitudine ove si sente tutta la pace, tutta la bellezza di monti e di valli meravigliose.
Vi sono affreschi del 400 molto ben conservati, e vi è la celebre torre antica di vivo sasso, lavorata a pietre quadrate con quella campana che ha suonato sul Carroccio, chiamando a libertà i Comuni e l’Italia.
Vi
è Presso
Nel Chiostro vi è tuttora il pozzo di S. Alberto, alle cui acque si
attribuiscono virtù
sanatrici.
Ma il concorso dei divoti è sempre considerevole costituito specialmente da povere madri che là traggono a far benedire sulla tomba del Santo i loro figli malati.