V092T087 V092P115
[Minuta]
La Festa di Sant’Antonio al nostro Santuario (Articolo 2°)
Non vi è giorno dell’anno, non vi è parte del mondo dove i devoti del glorioso S. Antonio di Padova non lo invochino, dove non onorino le sante sue immagini, e dove Egli non diffonda grazie e beneficenze celesti.
Ma
questo gran movimento mondiale quotidiano s’intensifica e diventa
più vasto, più fervoroso all’avvicinarsi del
della festività del Santo Taumaturgo.
Fin
da tredici giorni precedenti i divoti
di S. Antonio premettono non una novena, come ordinariamente si usa
in
tutte
nelle altre feste, ma
una tredicina.
Nel
giorno del Santo
Il 13 Giugno poi i
suoi altari si assiepano di fedeli
i suoi altari si coprono di gigli: le
chiese risuonano delle sue lodi: il popolo
i fedeli vanno pellegrinando specialmente ai Santuari del Santo
Antonio
e si affolla fidente attorno a Lui
le chiese risuonano delle sue lodi: il popolo si affolla fidente
attorno a Lui!
Erano
preghiere ardenti scatti
d’anime
piene di fede, che salivano a Lui per la salvezza di tanti figli
d’Italia!
E
Sant’Antonio, che ha amato questa santa terra d’Italia, centro
della fede e sede del Vicario di Cristo: Sant’Antonio che vero
italiano fu, se non di nascita, di adozione e di cuore, ha certamente
sentito il grido supplice di tanti
cuori
tante anime.
Alla
Messa dell’aurora Don Pensa rivolse indovinate parole, quasi ad
aprire la festa,
e così.
Celebrò poscia un altro prete - militarizzato, e poi il M. Rev.do
Prof.r
D. Vittorio Gatti la
disse la Messa della Comunione generale. Alle 10 comin
ci fu la Messa cantata
solenne del Rev.mo
Can.co
Pellegrino della Cattedrale di Cuneo e la cantarono in modo
inappuntabile le Protette
di S. Giuseppe,
accompagnate all’harmonium
dall’esimio Maestro Prof. D. Ghibaudo. Ma eccoci ad una
graditissima
sorpresa: alle
verso mezzodì giunge improvviso Don Orione, direttamente
proveniente da Roma, venuto
venuto di proposito a
V092P116
passare
la festa di S. Antonio coi suoi orfanelli di Cuneo, e proprio a
mezzodì, presenti gli Orfani, celebra la Messa per
tutti i nostri Benefattori.
Che
Quale gradita sorpresa! quale gioja!
Verso
Alle 3
15 poi ecco giungere
venire al Santuario le Orfanelle del S. Cuore, e
D. che
le quali divotamente
pregano e cantano lodi bellissime, e D. Orione tiene loro breve e
commovente discorso, ricordando anche quanto ha fatto il Rev.mo
Can.co
Peano per la Colonia Agricola degli orfanelli e pel
Santuario di S. Antonio.
La
sera poi
Dopo fu una onda
folla di popolo che andava
veniva da Cuneo al Santuario.
Dopo
il
Cantato il “Si
quaeris miracula”
il M. Rev.do
Don Vittorio Gatti venuto
da Tortona,
disse un
discorso mirabile per con
il panegirico del Santo, un discorso popolare come fu S. Antonio, ma
mirabile per concetto, per forma e per unzione di cristiana pietà.
Le
Protette di S. Giuseppe cantarono mirabilmente
ottimamente - sempre dirette dal loro Maestro Prof. Ghibaudo - l’Iste
Confessor
il Tantum
Ergo
quindi Don Orione dato
che
impartiva la Benedizione col SS. Sacramento servendo da Diacono il M.
Rev.do
Teol. D. Antonio Oggero, Canc. Vescovile, e da Suddiacono il M. R.
Teol. Don Quaranta, Vice - curato del S. Cuore, mentre il popolo, che
si affollava anche fuori della
chiesa e
dal Santuario e lungo il viale di platani che
mena al Santuario,
prostrato, si effondeva in una fervida preghiera di adorazione e di
impetrazione dinanzi a Gesù Sacramentato.
E
i nostri orf
È
questo, o
soldati d’Italia, la voce piena di inespr
o devoti di Sant’Antonio il grido di ineffabile conforto del nostro
grande Santo, e di
quanti un
insieme con lui si uniscono quanti umilmente qui lavorano nel
nome di Dio qui con Lui
nel nome di Dio ad accogliere gli
i teneri figli dei vostri
nostri soldati valorosi morti
in guerra.
Ai
nostri figli
I figli dei caduti sono un pegno sacro: ad essi tutte le migliori
nostre energie, ad essi, dopo Dio e la Chiesa, gli affetti più santi
del cuore! Ogni sacrificio ogni martirio sarà dolce pur di
trasmettere perpetuare in essi incontaminata la vostra religione e
l’amore santo di patria,
e quel nome vostro
o soldati,
V092P117
La
Colonia Agricola di S. Antonio saluta senza diffidenze e senza
reticenze le varie opere di assistenza di protezione che sono sorte o
vogliono sorgeranno pro
Orfani di guerra
la nate e le nasciture, purché svolgano la loro opera educatrice sul
principio religioso rispettando negli orfani la fede dei caduti e
purché non si abusi di opere di tanta pietà deviandole per una
vanitosa e indegna speculazione di verità sulla pelle degli orfani.
La
Colonia Agricola di S. Antonio - che è istituto cattolico e italiano
- non vuol essere sarà seconda a nessuno nel dare assistenza
ricovero ed un’educazione cristiana, civile e professionale agli
orfani della guerra.
Noi
sappiamo pag. 7
...
che il vostro sangue ha reso glorioso sulle frontiere di Italia. Dio
ci aiuterà
Ma
la guerra continua e le domande di orfanelli affluiscono. Chi ci
aiuterà?
O
anime generose e voi, o soldati: - quando sentirete ancora urlare
Le
domande degli orfani
Oh
il Signore sarebbe troppo buono con noi, se ci desse di poter fare di
noi un olocausto per gli orfani della guerra, di poter essere un
altare di fede per gli
orfani
la loro fede: una lampada ardente che tutta si consumasse ad
illuminare i loro passi degli
orfani! dei soldati!.
O anime di voi tutti che siete onesti, o cuori ardenti e generosi dei nostri soldati: se mai sentirete ancora urlare contro dei preti e dei frati qualcuno della piccola genia degli stolti, compatitelo e amatelo, poiché deve essere finita l’ora dello sprezzo: amateli come facciamo noi, di grande amore in Cristo.
...
insofferente di
ai consigli, e
molto più di riprensioni e di amore
alle riprensioni e molto più di predizioni amare, scoppiasse in
ismanie
e furore.
Ma
crebbe lo stupore quando d’un tratto videro quel volto impallidire.
Videro Ezzelino atterrito ed umiliato gettarsi
cadere
ai piedi di Sant’Antonio come è dipinto nella Basilica di Padova,
e, mettendosi al collo la sua cintura: va, o e
uomo di Dio: Padova sarà salva per ora dalle mie armi e Tiso
restituito alla libertà!
V092P118
E
ai cortigiani che, dopo, lo interrogarono come mai tanto e sì
pacatamente avesse sofferto il dire di quel frate al
dire degli antichi storici,
Ezzelino rispose: “che volete vi dica? Mentre il Frate parlava
vedeva dal suo volto uscire tanta luce, che mi empiva di terrore e di
venerazione.
Vogliamo
che i vostri figli siano fra i
più intell
istruiti, i più energici,
i più fattivi uomini del proprio
nostro Paese - ossia fra i più utili e
fra
e i migliori: Noi
siano preti, ma, badate bene...
siano i nemici più dichiarati della ignoranza e del marmottismo.
La
carità di Cristo, che ci infiamma il petto, è luce, è vita è
progresso
è civiltà: i vostri figli a noi affidati saranno in testa e
all’avanguardia di
ogni
con noi di tutto che è buono e grande: saranno, domani, la testa, il
cuore, il braccio forte della nazione.
La
famiglia, l’Italia, la Chiesa molto potranno attendere dai
figli vostri
da loro.
Ci
ajuteranno
gli zelanti Cappellani Militari e tutti i bravi Sacerdoti e Chierici
sol
che son sotto le bom
arnmi
bandiere - tutti, sì, a qualunque arma essi
appartengano sia
in zona di guerra che negli Ospedali territoriali: la truppa di terra
italiana
e in
mare: ché in Italia o al di là dell’Adriatico
del
mare nostro
a tutti chiediamo di voler collaborare a questa grande opera pietosa
di bene e di patriottismo.
E
vi sarà
E quale sarà cuore italiano che non vorrà aiutarci?
Tutti
si uniscano in quest’opera, che tutti ci riguarda così da vicino
non
occorrono gravi sacrifici!
Ognuno
dia quel poco che potrà, ma ognuno collabori
concorra sentendo nel cuore la soddisfazione di prender parte a
questa gara gentile e benefica!
Senza
gravi sacrifici tutti i soldati italiani
possono fare la loro offerta. E senza
la Colonia Agricola di Sant’Antonio potrà in breve avere un
proprio e vero battaglione di orfani di soldati.
V092P119
I
generosi - e speriamo siano tutti
i soldati siano
tutti gli Italiani - avranno certo benemerito della Religione e della
Patria.
Soldati d’Italia, coraggio! Nessuno dei vostri figli andrà ramingo!
Noi saremo sempre i padri dei vostri figliuoli!
La
nostra anima piena di fede, di giovinezza, di carità di Cristo è
tutta ed
per essi.
Noi
serviamo la Chiesa, e
la Patria attraverso
e agli
orfani.
Cappellani dell’Esercito e dell’Armata, mandate
Ma chi ci aiuterà?
I
Cappellani e i militari tutti i generosi che sono sparsi poi tutte
le numerose della popolazione
I bravi Cappellani militari, e tutti i preti e i chierici - soldati che sono sotto le armi.
Non basta dare una casa agli orfani, occorrono una infinità d’altre cose.
Noi quindi chiediamo ai Rev.di Cappellani militari e ai soldati tutti di qualunque arma di collaborare a questa grande opera di bene e di patriottismo.
Tutti si uniscano in quest’opera che tutti ci riguarda così da vicino.
Ognuno dia quel poco che potrà, ma ognuno collabori sentendo nel cuore la soddisfazione di prender parte a questa gentile e benefica!
V092P120
[Minuta]
I
vostri figli saranno cresciuti secondo i vostri buoni sentimenti,
secondo i santi desideri degli eroi, che hanno dato il loro sangue
per la patria.
I
vostri figli sono un pegno sacro - ad essi noi dedicheremo tutte le
migliori nostre energie (citare
la Dall’Olio),
tutti gli affetti più santi del nostro cuore, per perpetuare in essi
incontaminata la fede e il
buon nome d’Italia e quel
il nome vostro, o Soldati, che(vostro) il sangue ha reso glorioso
sulle frontiere d’Italia.
Noi studieremo le loro attitudini
... per effondersi in una fervida preghiera di adorazione ed impetrazione dinanzi a Gesù Sacramentato.
Oh
con quale ardore pregavano i nostri cari
orfanelli!
Con
quanto slancio quella
Il
caro Santuario è stato rigurgitante di gente, di gente devota venuta
ad
aprire
da tutti i punti della Città di Cuneo a dire le sue pene, ad aprire
il suo cuore e ad effondere tutto il suo amore e i suoi sospiri ai
piedi del Santo!