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[Minuta]


Caro D. Sterpi,

Questa lettera la stampate sul foglietto di Cuneo, premettendovi queste parole:


Don Orione ha scritto da Messina agli Orfanelli della nostra Colonia Agricola di S. Antonio la lettera che siamo lieti di dare più sotto, “per animare i lettori ed Amici ad atti di devozione verso il grande Taumaturgo di Padova”, e perché tutti che la leggeranno si uniscano con noi a compiere atti di riparazione e facciano il propostoci Pellegrinaggio Spirituale alla Basilica del Santo.

La pubblicità che diamo a questa lettera giunga al cuore di tutti come un caldo appello; esso ci viene appunto da quella Messina dove S. Antonio predicò e lasciò esempi mirabili di mortificazione, di umiltà, di santità. A Messina esiste tuttora il pozzo di S. Antonio: parte del Convento abitato da Lui: il sasso, che gli serviva di cuscino, quando voleva prendere un po’ di riposo. A Messina, e non già a Tolone, come erroneamente e in generale si crede cominciò la prodigiosa e benefica opera del Pane di S. Antonio di Padova.

I nostri cari lettori potranno ciascuno fissarsi tre giorni di maggiore loro comodità per fare particolarmente in forma privata, ciascuno per sé, il triduo di riparazione e il Pellegrinaggio spirituale da terminarsi davanti al S corpo benedetto di Sant’Antonio in Padova.

A gloria del Signore, daremo nel prossimo relazione ampia relazione di quanto si è fatto qui al Santuario del Taumaturgo in Cuneo, dai nostri orfanelli di Sant’Antonio e dal popolo devoto.

Ecco la lettera di Don Orione:





















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[Minute]


Al numero prossimo speriamo ci sia consentito pubblicare, in tutto o in parte, un interessantissimo racconto che ci fece un giorno quella buon’anima di Don Giramondo, e udito già da lui, più di 30 anni fa, ai tempi del Venerabile D. Bosco, suo amico.

Pare che D. Bosco dovesse sapere molte e molte cose sui futuri destini della patria, della Chiesa, etc. etc.

È un sogno? è una realtà?

Che volete mai che vi si dica!

Ecco: è un racconto; di cosa e pare cosa però che da far pensare e da far pregare.

Noi però lo daremo come un sogno, e così tanto e nessuno è obbligato a credere ai sogni, si sa!

E così, tanto per dirvene qualche cosa, daremo al racconto questo titolo: Dopo Entro 400 levate di sole.

Chi poi desiderasse del giornaletto averne più copie, ce lo scriva a tempo, e ci mandi magari qualche buona offerta per gli orfani o pel Santuario Votivo a Sant’Antonio, che sarà assai gradita, e ne avrà larga le ricompensa dal Signore.


Siate benefici verso quest’Opera pietosa che tende si propone di risolvere uno dei più gravi in modo cristianamente e civilmente in modo veramente cristiano e civile uno dei più gravi e pressanti problemi di guerra.

Gli Orfani di Guerra sono per ogni cuore d’italiano doppiamente sacri.

Vi è qualcosa di più pietoso pel cuore italiano?

Gli orfani saranno cresciuti

All’ombra di Sant’Antonio che fu luce d’Italia gli orfani saranno cresciuti cittadini degni e ad onorato lavoro; non degeneri dai loro genitori.

Non negate la vostra moneta a vantaggio dei figli dei nostri soldati, che hanno profuso per noi il loro sangue!


















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[Minuta]


... la fede nella santa Provvidenza di Dio aumentava come e aumenta ogni dì più, più aumentano sine fine i fanciulli derelitti e orfani da ricevere accogliere.

I buoni generosi non ci hanno mai abbandonato: e Sant’Antonio si ha pensato sempre a gloria di Dio ai suoi orfanelli.

Lo diciamo forte, a gloria di Dio: sono passati sedici mesi di guerra: e Sant’Antonio ci ha sempre pensato: i generosi non ci hanno abbandonato mai: e agli orfani del terremoto voglia che tenevano si sono aggiunti si vanno aggiungendo gli orfani della guerra.

Questo vuole da noi Gesù Cristo: questo da noi vuole l’amore verace di patria, che è tra i più profondi e sacri amori del cuore umano, perché è amore del prossimo.

E, nel nome di Sant’Antonio, eccoci qui col nostro Bollettino, che da ogni porta in fronte e la nostra fede e il nostro amore: Sant’Antonio e gli orfanelli!

Eccoci coraggiosamente all’opera: chari Charitas Christi urget nos! Anime e Anime! Orfanelli e orfanelli!

Mancheranno prima gli Orfani che la carità di Cristo che ci arde e ci affoca il petto!

Ma abbiamo bisogno di maggior maggior locale: più ampio abbiamo bisogno di maggior ajuto! Ed è per questo che facciamo un caldo appello a tutti i cuori generosi.

La carità non ha partito: la Patria oggi non deve avere partiti, oggi non guardate, se siamo preti o frati: guardate che ci facciamo padri dei vostri orfani!

Che siamo preti o frati - come più vi piace, ma ne lo diciamo francamente noi: non abbiamo vergogna del nostro Dio e del nostro Papa!

E siamo fieri d’essere preti o frati: la nostra fede è l’olio che tiene accesa la lampada del leale nostro patriottismo.

E vi diremo di più: sappiate che, viva Iddio! Siamo vogliamo essere preti o frati di buona lega dalla testa ai piedi: e di buona e di salda lega: oh! non abbiamo non siamo una setta noi, da dire aver a nascondere l’esser nostro: pel modesto nostro lavoro non abbiamo



















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sottinteso, nessun sottofine. Non siamo veniamo e non veniamo da siamo di nessuna chiesuola; siamo, per divina grazia, figli umili e fedeli della Santa Chiesa di Roma, della Chiesa Madre e cattolica e tali vogliamo essere o morire, senza reticenze, senza piagnistei, senza a fronte alta, senza macchia e senza paura. Guardateci bene in faccia: guardateci bene nel cuore: avete avanti a voi dei cattolici e degli italiani, che si onorano di essere, di sentirsi e di dirsi tali.

... degli orfani.

Che siamo preti o frati, ve lo diciamo subito noi: senza sottintesi senza reticenze e vi vi diciamo di più: sappiate che siamo preti e frati, viva Iddio! di buona lega e dalla testa ai piedi: siamo figli umili e fedeli figli della Chiesa, senza reticenze e senza nessun - ismo, ma ma guardateci bene in fronte, guardateci nel cuore: siamo avete dinanzi dei cattolici d’un pezzo sinceri e insieme patrioti sinceri autentici. Non abbiate Dunque niente paura di chi dà la sua vita degli altri.

Non è albagia questa: è il nostro dovere!

Il soldo della vedova sarà il benvenuto come il pezzo d’argento del negoziante o il biglietto del banchiere, e tutti avranno diritto allo stesso titolo di riconoscenza dei nostri orfani.

Chi dà ai poveri orfanelli di Sant’Antonio, presta a Dio!

Soldati, a voi la mia la mia ultima parola sia Soldati: la elemosina la aspetto chiedo e la aspetto anche da Voi.

La vostra elemosina, o soldati, va anzi va, oggi ai figli dei vostri camerati; ma, domani andrà forse ... chissà? ah pensatelo!... domani essa andrà forse per gli stessi vostri figli!…

La vostra offerta sarà la più gradita, la più benedetta.

Sarà la voce pietosa della carità dei fratelli che combattono