V092T107 V092P157
[Bozza di stampa - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Il “Padre Santo” e la sua devozione a S. Antonio
Presso
la Congregazione dei Riti è
de
da
alcuni
anni
in corso la
causa
di Beatificazione del ven. servo di Dio Francesco di Campobasso,
detto
il Padre
Santo,
Fra
frate
laico
cappuccino, vissuto a Genova nella seconda metà del sec. XIX.
Ancor
freschi e comunissimi sono in tutta la Liguria i ricordi della sua
santità; e fra questi ci piace scegliere quanto si riferisce alla
divozione
verso Sant.’Antonio,
che il Ven.
Francesco
Padre
Santo
nutrì
sempre fervidissima,
e
di cui si fece apostolo in mezzo al popolo.
Parlando
di Sant’Antonio, egli soleva dire: è il Santo mio! Io invocava
ogni momento, a lui raccomandava i suoi interessi, e rispondeva
invariabilmente a coloro che andavano a raccomandarsi alle sue
preghiere: “Andate
da Sant’Antonio in mio nome: egli vi ascolterà!”
L’immagine del buon Santo non l’abbandonava mai,
e
la sua felicità
consisteva
nel darla a baciare, allorché per la questua girava di paese
io
in paese.
Si
diceva che frate Francesco ottenesse tutto da S. Antonio e operasse
de
per
suo mezzo dei veri
miracoli.
Un
giorno (raccontano gli atti del processo) una persona,
che
era stata derubata in
piena
chiesa di 400 lire, ei
si recò da lui desolata,
chiedendo in grazia di poterle ritrovare. Insieme con essa v’erano
altre persone amiche,
che
parevano afflittissime
dell’accaduto. Il santo frate le condusse al suo altare
prediletto,.
Ma,
mentre
egli pregava in loro compagnia, ecco che una di quelle dà in lacrime
dirotte. Era il ladro, che Sant’Antonio sforzava in tal modo a
rivelarsi,:
la
somma fu immediatamente restituita.
In
altra occasione egli
“il
Padre Santo”
ebbe
a consolare un’intera famiglia, gettata nella tristezza dalla
partenza di un figlio. Questo giovane, in seguito ad un colpo di
testa, era andato in America
a fare fortuna, e da alcuni anni non ne sapevano più notizie. Invano
se ne fecero ricerche, scrivendo ai Consoli:
nessuna risposta veniva a dare un po’ di
V092P158
speranza
ai poveri genitori, che orami lo credevano
morto:.
Frate
Francesco però non era di questo avviso,
e raccomandava alla sorella del giovane di pregar sempre per lui e di
far celebrare ogni mese una Messa all’Immacolata Concezione. Un
giorno disse a questa
ragazza: “Andate da Sant’Antonio,
e fate una novena in suo onore. Prima ancora di averla terminata,
avrete notizie del fratello”: Tutta la famiglia
cominciò
la novena,
e il quinto giorno la profezia si avverò, avendo ricevuto
dall’assente una lettera che la rassicurava pienamente.
Frate Francesco si sforzava in tutti i modi di promuovere la gloria del suo santo prediletto Sant’Antonio. Egli voleva che la sua festa, ogni anno, fosse celebrata con grande pompa, ed a questo scopo provvedeva, mediante la questua, i mezzi necessarî.
La
precedeva da una solenne novena, con l’addobbo sontuoso della d
chiesa,
con cerimonie straordinarie
e il panegirico del Santo, tenuto da insigni oratori. Altre volte con
egual pompa si cantava il Te Deum. In
pub
A’ piedi della statua di Sant’Antonio egli teneva costantemente una lampada accesa, riservandone a sé tutta la cura. L’olio di questa lampada gli servì parecchie volte per guarire degli ammalati.
Un giorno, svegliandosi, constatò di essere divenuto sordo. Inquieto e afflitto, perché prevedeva che quest’infermità gli avrebbe impedito di attendere al servizio del convento, egli si recò, pieno di confidenza, a’ piedi di Sant’Antonio, intinse un dito nell’olio della lampada, lo applicò agli orecchi, e ricuperò sull’istante l’udito.
Negli
ultimi momenti della sua vita egli pensò ancora a
qeusta
questa lampada,
e ne lasciò
in
eredità la cura
del
a un suo
confratello. Egli volle:
che
Sant’Antonio e San Francesco fossero, dopo la sua morte, onorati
nel Convento
come quando era vivo. Ed ora,
fatto
partecipe della loro gloria nel cielo, non tarderà - speriamo - ad
essere elevato agli altari e coronato com’essi dalla aureola dei
Santi!
Chi
non sarà divoto
di Sant’Antonio.?