V092T111 V092P165
[Minuta di terzi - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
...
tesseva uno splendido panegirico al Santo, e conchiudeva invitando
tutti a unirsi
con lui nello
pregare
perché ritornino la
pace sul mondo sconvolto e sull’Italia la pace e la vittoria.
Da
ultimo impartiva la Benedizione il nostro Superiore D. Orione,
servendo da Diacono il M. Rev.do
D. Antonio Oggero, Can. Vescovile e da Suddiacono il M. Rev.do Teol.
D. Quaranta vice curato del Sacro Cuore.
E
colla Benedizione del Signore chiudevasi degnamente la festa al
Santo. Ed era bello vedere
E
mentre i fedeli prostesi umilmente adoravano l’Ostia Santa,
l’Agnello puro e immacolato, la benedizione di Dio scendeva su di
loro, ravvivando la loro fede,
scuotendo
qualche
commovendo
soavemente i cuori indomito
di
tutti, chiudendo insomma degnamente quella festa così
semplici
piena
di cristiana semplicità [xxx]
ma
indimenticabile. E mentre i fedeli sfollavano lentamente la chiesa,
rivolgevano un ultimo sguardo al Santo, ricordando pure
la
grazia implorata, e forse già ottenuta - ed egli era là raggiante
di gioia serena tra lo splendore dei ceri, estasiato nella vista del
divino bambino e parea maternamente invitasse ad alzare gli occhi a
qualcosa di più duraturo delle miserie di questo mondo.
E
mentre le candele lentamente spegnevansi, e la chiesa piombava in una
dolce semioscurità, da qualche canto più oscuro, udivasi ancora
qualche singhiozzo a stento represso, qualche sospiro doloroso.
Don
Orione volle ancora ringraziare tutti che concorsero al buon esito
della indimenticabile festa di S. Antonio, come noi pure sentiamo di
doverli, anche
da queste umili pagine, nuovamente ringraziare, mentre li invitiamo
ad altre feste nel Santuario fatto più bello e più grande dopo
la guerra
nel Santuario votivo
che sorgerà alle porte di Cuneo
pieno di gioia, di serenità e di pace.
V092P166
[Minuta]
Il bisogno di ricoverare orfani urge e le richieste affluiscono.
Ma non basta una casa, occorrono un’infinità di altre cose.
Noi quindi chiediamo ai Cappellani e ai Soldati di collaborare a questa grande opera di bene e di patriottismo.
Non a titolo di vanto diciamo questo, ma a vostro conforto, o soldati - i vostri figli sono tutti per voi.
Vi è “l’Opera Nazionale per l’assistenza civile religiosa degli orfani dei morti in guerra”.
Tutti i soldati si uniscono in quest’opera buona che li riguarda così da vicino ognuno dia poco che potrà ma ognuno collabori sentendo nel cuore
La
questione degli orfani ha già travagliato non poco lo spirito
italiano
A
questa opera gentile e benefica, senza gravi sacrifici tutti i
soldati italiani possono concorrere e la nostra Colonia Agricola,
così coadiuvata, potrà in breve avere una vera e propria sezione
schiera di Orfani dei prodi che s’immolarono
diedero la vita per la Patria.
Voi dal campo di battaglia raggruppate le adesioni, inviatemi il v. obolo.
Nei vostri figli sappiamo che palpita il vero cuore, l’anima vera d’Italia
li formeremo liberi da passioni settarie e da pregiudizi
il sentimento e il senso religioso saranno in essi in questa prova suprema con pienezza conosciuta spirito di sacrificio.
La guerra avrà fine, ma gli effetti di tanta conflagrazione avranno una larga portata. - Bisogna preparare i giovani pel domani d’Italia.
Vogliamo
noi preti che i vostri figli siano fra i più intelligenti, i più
energici, più fattivi uomini del proprio Paese, ossia fra i più
utili e fra i migliori. Noi siam preti, ma siamo nemici i più
dichiarati del marmottismo: la carità di Gesù Cristo ci infiamma e
ci incalza.
I
vostri figli saranno in testa, e la testa, il cuore, la volontà , il
braccio della nazione. Molto potranno attendere la famiglia, l’Italia
e la Chiesa dai vostri figli per l’avvenire.