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[Minuta di terzi - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]


... tesseva uno splendido panegirico al Santo, e conchiudeva invitando tutti a unirsi con lui nello pregare perché ritornino la pace sul mondo sconvolto e sull’Italia la pace e la vittoria. Da ultimo impartiva la Benedizione il nostro Superiore D. Orione, servendo da Diacono il M. Rev.do D. Antonio Oggero, Can. Vescovile e da Suddiacono il M. Rev.do Teol. D. Quaranta vice curato del Sacro Cuore. E colla Benedizione del Signore chiudevasi degnamente la festa al Santo. Ed era bello vedere E mentre i fedeli prostesi umilmente adoravano l’Ostia Santa, l’Agnello puro e immacolato, la benedizione di Dio scendeva su di loro, ravvivando la loro fede, scuotendo qualche commovendo soavemente i cuori indomito di tutti, chiudendo insomma degnamente quella festa così semplici piena di cristiana semplicità [xxx] ma indimenticabile. E mentre i fedeli sfollavano lentamente la chiesa, rivolgevano un ultimo sguardo al Santo, ricordando pure la grazia implorata, e forse già ottenuta - ed egli era là raggiante di gioia serena tra lo splendore dei ceri, estasiato nella vista del divino bambino e parea maternamente invitasse ad alzare gli occhi a qualcosa di più duraturo delle miserie di questo mondo.

E mentre le candele lentamente spegnevansi, e la chiesa piombava in una dolce semioscurità, da qualche canto più oscuro, udivasi ancora qualche singhiozzo a stento represso, qualche sospiro doloroso.

Don Orione volle ancora ringraziare tutti che concorsero al buon esito della indimenticabile festa di S. Antonio, come noi pure sentiamo di doverli, anche da queste umili pagine, nuovamente ringraziare, mentre li invitiamo ad altre feste nel Santuario fatto più bello e più grande dopo la guerra nel Santuario votivo che sorgerà alle porte di Cuneo pieno di gioia, di serenità e di pace.






















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[Minuta]


Il bisogno di ricoverare orfani urge e le richieste affluiscono.

Ma non basta una casa, occorrono un’infinità di altre cose.

Noi quindi chiediamo ai Cappellani e ai Soldati di collaborare a questa grande opera di bene e di patriottismo.

Non a titolo di vanto diciamo questo, ma a vostro conforto, o soldati - i vostri figli sono tutti per voi.

Vi è “l’Opera Nazionale per l’assistenza civile religiosa degli orfani dei morti in guerra”.

Tutti i soldati si uniscono in quest’opera buona che li riguarda così da vicino ognuno dia poco che potrà ma ognuno collabori sentendo nel cuore

La questione degli orfani ha già travagliato non poco lo spirito italiano

A questa opera gentile e benefica, senza gravi sacrifici tutti i soldati italiani possono concorrere e la nostra Colonia Agricola, così coadiuvata, potrà in breve avere una vera e propria sezione schiera di Orfani dei prodi che s’immolarono diedero la vita per la Patria.

Voi dal campo di battaglia raggruppate le adesioni, inviatemi il v. obolo.

Nei vostri figli sappiamo che palpita il vero cuore, l’anima vera d’Italia

li formeremo liberi da passioni settarie e da pregiudizi

il sentimento e il senso religioso saranno in essi in questa prova suprema con pienezza conosciuta spirito di sacrificio.

La guerra avrà fine, ma gli effetti di tanta conflagrazione avranno una larga portata. - Bisogna preparare i giovani pel domani d’Italia.

Vogliamo noi preti che i vostri figli siano fra i più intelligenti, i più energici, più fattivi uomini del proprio Paese, ossia fra i più utili e fra i migliori. Noi siam preti, ma siamo nemici i più dichiarati del marmottismo: la carità di Gesù Cristo ci infiamma e ci incalza.

I vostri figli saranno in testa, e la testa, il cuore, la volontà , il braccio della nazione. Molto potranno attendere la famiglia, l’Italia e la Chiesa dai vostri figli per l’avvenire.