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[Da copia dattiloscritta. Vi sono aggiunte e correzioni di pugno di Don Orione]
Copia
Tortona, il 19 giugno 1928. A. VI° E. F.
Caro Don Bariani,
Ho ricevuto e gradito la tua del 13 corr. Scusami se sarò breve, sul partire per Roma.
Ho riflettuto, e molto, sul consaputo acquisto proposto dal benemerito Comitato, che con tanto amore promuove lo sviluppo del “Berna”.
Non
mi sento di poter offrire più di L. 350.000, e a quelle condizioni,
come ho detto, dopo quel sopra-luogo. Ripeto: non è che la Villa non
valga le L. 400.000, che si chiedono, ma noi acquistiamo uno stabile,
che nella sua parte civile
e
migliore a noi, per lo scopo nostro,
non serve:
paghiamo
ciò che non ci
servirà.
E, di fondi,
fin’ora, non ne avete. Perciò, venendo al positivo:
dopo che avremo acquistata la Villa, bisognerà poi edificare
l’Istituto creare
crearlo
quasi ex
novo
perché, tolta l’area, il fabbricato che c’è, (Villa a parte) se
si vuol dare a Mestre un
Istituto
che risponda alle esigenze moderne, e sia capace di almeno
150 giovani (per meno non vale la pena), con relative officine,
scuole di disegno e di insegnamenti ausiliari, bagni etc…è
poco bene.
Per
non buttar via poi, peggio che per niente, l’attuale Istituto
Berna,
tutto si dovrà fare contraendo
un debito;
mentre
si
dovrà
fare
tutto su debiti,
mentre
andiamo rifiutando
nuove fondazioni,
dove ci donano locali splendidi e somme non disprezzabili, in centri
di prima importanza.
Senti bene, anche a mezzo del Comitato, il Sigr. Ing.r Berengo; se egli, in modo definitivo, ripete che il Sig.r Colonello Maraffa non ritiene possibile di accogliere la mia proposta, - nella più cortese lascia pur cadere ogni trattativa; Iddio vorrà che restiamo, per ora, nella Casa del Berna, dove la Divina Provvidenza ci ha chiamati. E disponiti, senza perder tempo, ad alzare quel camerone, come fu la prima idea.
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Che la notizia diffusasi di un Istituto in Mestre, che sarà capace di accogliere un maggior numero di giovanetti, sia stata accolta molto favorevolmente, non ne dubito, ma capirai che non sempre basta il solo plauso.
Vorrai
all’occorrenza, fare presente ai Membri del Comitato, che, quando,
nella prima adunanza, fui interpellato se era possibile trasportare
il Berna in altro locale, ho risposto di sì, sempre ché la Città
ne avesse avuto un vero
grande
vantaggio senza esporre l’Istituzione a gravarsi di passività e
a fare passi più lunghi che la gamba.
Che se le attitudini che ti ha dato Iddio, si troveranno in Mestre in un campo troppo angusto, riconosco il lavoro da te fatto e, a suo tempo, ti darò altra destinazione.
Ti prego de’ più cordiali e grati ossequi agli ottimi Amici del Comitato, i cui nome resteranno sempre impressi nel libro d’oro dell’Istituto Berna e nei nostri cuori.
Ti conforto e benedico con fraterno affetto.
Tuo aff.mo in Gesù Cr. e Maria SS.
Sac. Luigi Orione
della Div. Provv.za