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[Minuta]

Eccellenza Rev.ma,


Bacio con venerazione il sacro Anello.

Come Don Sterpi mi dice di averLe scritto, il Don Demrik, da domenica sera, 9 c. è andato agli Esercizî

Egli Dai Padri Gesuiti, a Genova, dove stato mandato nella nuova Casa di Sant’Ignazio a Genova dove i Padri Gesuiti tengono in questi giorni ora un Corso di Gli Esercizî Spirituali.

Egli in un pri Il Signore

Benché N. Signore mi avesse particolarmente assistito nel parlargli, egli, in un, a principio quando gli fu posto sott’occhio la cartolina che qui accludo, negò tutto solo allora poi ammise di avere realmente mancato nel 1933 con una Signora.

Essa sta ancora in una nostra Casa di Polonia, e che ora va dicendo ogni male di lui, scrivendone anche al Vescovo locale. Essa Ha dato L.15.000 sloti, ed ora vedremo di resti ridarglieli, dacché, fortunatamente, che se ne chiede di ritirarsi.

Ma anche ultimamente in questi ultimi mesi il Don Demrik tenne una condotta da destare gravi sospetti su la sua moralità.

Ammise qualche donna in casa una Signora, che poi si ammalò, e a cui ad essa egli cedette la sua stessa camera e letto, dove avrebbe avuta un’operazione.

Il Don Demrik si scusa con dicendo che erano gente amica e benefica, e che fece sempre assistere la malata dalla Superiora stessa di certe Suore non nostre

Ma Se sia proprio come dice, non so, questo so che la cosa fece pessima impressione e in Casa e fuori, e che qualche Relig un ottimo distinto Superiore di altri Religiosi amici, scrisse che sarebbe era necessario toglierlo e che questo avrebbe fatto piacere anche al Vescovo; egli intendeva parlare del Vescovo Ausiliare, che V. Eccellenza ha conosciuto in Polonia, un sant’uomo e che ci voleva bene, - egli andato al Signore nella passata settimana.

Questa è la ragione che mi indusse Fu dietro tale lettera scritta a Don Marabotto, che chiamai qui il Don Demrik, parendomi fosse urgente provvedere.

Ora espongo umilmente in Domino alla Eccellenza Vostra Eccellenza come a Padre: si può rimandare il Don Demrik o devo ritenerlo in Italia per qualche anno?



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Almeno sino a che quella tale non sia dimessa dalle nostre Case?

E se il D. Demrik non volesse fermarsi in Italia non anche dato che non ha spirito religioso. Già ora non vuole stare sottomesso a Don Noviski (sarebbe partito dalla Polonia senza neanche mandare una parola a Don Noviski, né mi consta gli abbia scritto dall di qui) non sarebbe meglio piuttosto che uscisse dalla Congregazione si cercasse un Vescovo benevolo piuttosto che non vivere da umiltà buon Religioso?


... amica che gli aveva fatto del bene, e che la malata egli la fece assistere dalla Superiora di certe Suore non nostre, e che nulla ci fu di male.

Se proprio sia come dice, non so, certo ci fu grave imprudenza: la sua condotta e questo ultimo fatto fecero pessima impressione in Casa, e fuori pure se ne parlò male, tanto che un Superiore di Religiosi ne scriveva, ultimamente, a Don Marabotto, consigliandolo di togliere il male dalla radice, e dicendo che ciò avrebbe fatto piacere anche al Vescovo: egli era come il confidente del Vescovo.

Penso volesse alludere al Vescovo Ausiliare che V. Eccellenza ha conosciuto, e che è morto in questi giorni, era molto benevolo verso la Piccola Opera e dicono fosse un santo

Fu dietro tale lettera di quel Superiore che mi parve fosse urgente chiamare in Italia il Don Demrik, anche perché Marabotto mi disse che detto Superiore è persona seria e molto degna.

Ora vengo ad esporre in Domino alla Eccell. Vostra e come a Padre:

I Terminati gli Esercizî, desidera V. Eccellenza parlare a Don Demrik? E, se egli mi chiedesse di parlarLe, posso mandarglielo? E dove tra un dieci giorni?

II Rebus sic stantibus, si può rimandare il Don …


Prego umil V. Eccellenza della carità di dirmi il quid faciendum, e, al tempo stesso, Le sarei grato se volesse dire aggiungere una buona parola per Don Gatti affinché vada in lo stesso in Polonia, anche il D. Demrik sia venuto qui, mi parrebbe anzi meglio buona cosa che vada ora che non c’è, e senta bene tutti e tutto, per meglio …




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Se io non gli avessi messo sott’occhio una fotografia dove egli è vestito in abito borghese, da turista, insieme con quella prima Signora e con una comitiva di Signori e Signore - credo a Parigi - ritengo che egli avrebbe continuato a negare tutto.

Se tornasse in Polonia non potrebbe certo essere posto a capo d’una Casa con le male voci che corrono e sotto il male esempio che ha dato - e data la sua anzianità e capacità, sotto chi starebbe?

... l’offesa di Dio e salvare la Congregazione.

Vostra Eccellenza mi dica in carità il suo pensiero, e tutto farò come mi dirà.

Al tempo stesso Le sarei grato se volesse aggiungere una Sua buona parola, (da poter far leggere a Don Gatti), affinché questi veda che, anche il Don Demrik sia venuto in Italia, Ella vedrebbe sempre bene, se pur non necessario, che egli vada in Polonia, e visiti tutto e riferisca su tutti e su tutto: egli è tale che può farlo, tanto più che già conosce uomini e situazioni.

Mando la presente a mano da Don Parodi per la gravità del contenuto, e perché Le pervenga quanto ante.

Don Sterpi Le avrà scritto, informandoLa su Don Saroli, che tornò a Venezia, e pare non accetti di buona voglia di andare a Grosseto; ma ora è incardinato là.

Prego per lui, e Dio gli usi misericordia.

Con molta devozione e affetto nel Signore e nella Madonna SS.


Suo obbl.mo in Gesù Cr.

Sac. G. Luigi Orione

dei figli della Div. Provv.