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Roma, 6 Luglio 1932
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Caro Sig.r Arciprete e Amico,
Ho ricevuto la gradita Sua ed ho anche visto il Segretario di Sarezzano, che fu qui all’Istituto, e abbiamo parlato del celebre codice.
Sono stato a cercare P. Amelli, ma non l’ho trovato. Ritornai, e ho potuto parlare con uno de’ suoi tra i principali mi disse che è stato molto malato e in una clinica, qui a Roma. Poi andò a Montecassino, ed è ancora lassù. So anche che non vide il S. Padre che da Natale.
Ho cercato di lui perché omnibus perpensis, mi pareva necessario che quello - ad ogni modo - dovesse essere il primo passo.
Qui le trattative per l’altra soluzione, quella del mecenate e del titolo, non sono rotte, ma neanche presentano sintomi di facile soluzione, dato l’atteggiamento assunto in Vaticano per la più scrupolosa esigenza sulla vita e condotta non solo cristiana, ma esemplare delle persone a decorarsi e fin della famiglia.
Non mi sarebbe difficile, invece, chiedere un’udienza al S. Padre e tenere la via come Lei mi scrive, ma vorrei avere veste a tale passo e appoggi di riuscita.
Mi spiego: Lei farà un breve esposto, e Mg.r Vescovo la sua commendatizia. Io andrò anche a Monte Cassino a conferire col P. Amelli, e vedrei di indurlo a rilasciarmi una lettera pel Papa, che appoggi la proposta, mostrandone la convenienza, così si andrebbe, direi, a botta sicura, per quanto si può pensare.
Il viaggio a Montecassino non mi costa perché ho “il permanente”. La Madonna ci ajuterà!
E la cosa mi pare più netta; e sarebbe anche un ricordo gradito, avere la chiesa fatta dal Papa! Saluti cordiali e non perdiamoci d’animo.
Suo aff.mo in G. Cr.
Sac. Orione
d. D. Pr.