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[Da copia dattilografata, - vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione]
Poco
manca all’inizio delle funzioni e nel cortile si
nota
è
un’insolita animazione. Dalla Casa di via B. Bosco sono giunte “le
buone figlie” ed è un bel gruppo di vecchiette, tra le quali una
sull’ottantina, che non ha voluto rinunciare al tale godimento
spirituale. Sono pur e presenti le bambine di Marassi ed un gruppo di
Chierici di Quarto/Castagna, capitanati dal loro buon papaà, il
Ch.co Costamagna.
Alle
20, mentre il sole da poco nascosto
ascoso
ha lasciato il
suo
posto alle prime ombre della sera, s’illumina l’altare e
la croce che
si alza dominatrice ed
mentre
hanno inizio i Vespri cantati. Le voci argentine dei probandi, i
“tommasini”, armoniosamente si confondono con quelle robuste dei
Chierici e la folla ordinatamente
disposta
bene
ordinata
presso l’altare, segue devotamente i sacri
cantici, tutta
compresa
della funzione che
riesce
oltremodo suggestiva in quella bella serata innanzi
di
primavera
davanti
all’ampia distesa di quell’azzurro
dell’azzurro
mare.
Ma l’accendersi dei “flambeaux” avverte che sta per iniziarsi la processione.
Vediamo
infatti diporsi con ordine i piccoli, gli orfanelli, che offrono a
Gesù e all’Immacolata, Sua
Madre
insieme a candidi gigli, il profumo della loro innocenza; seguono,
raccolte e pie, le bambine della Casa di Marassi e quelle dei Collegi
delle Rev.de Suore Brignoline e Benedettine, entrambi di Salita
Angeli, che vollero dividere con noi l’onore di rendere omaggio
alla Vergine Benedetta. I “Tommasini” ed i Chierici, precedono il
Rev.do Sig. Canonico Luigi Raineri che, assistito dal Rev.do D.
Pietro Parodi, porta la Reliquia della Madonna ed
è
seguito dalla cassa su cui si trova
aderge
il “Gruppo
di Lourdes”.
Chiudono la processione, in lunga teoria, le donne della Casa di
Santa Caterina colle Suore, i Vecchi e gli uomini, insieme ad un
folto stuolo di persone che abitano nei nostri pressi, tutti
portanti i caratteristici flambeaux che, nell'oscurità della sera,
danno colle luci multicolori, una tonalità fantastica alla
processione.
E
passa la Madonna tra il canto delle Litanie, tra inni, lodi,
invocazioni. A Lei “Salus
Infirmorum”,
rivolgono lo sguardo i poveri infermi
sofferenti
nostri malati
ed anche
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i “buoni figli” che tra lo stupito ed il lieto - assistono a quell’insolito sfilamento.
Soprattutto
attira lo sguardo e riesce molto suggestivo, inspirando raccoglimento
e divozione, il gruppo di Lourdes che nella sua naturalezza, trova
motivo di ammirazione: sullo fondo di un’orrida
una
grotta al
naturale
la Madonnina, il cui capo è circondato da tredici
dodici
stelle illuminate
raggianti,
ha innanzi inginocchiata rapita da quella cosa
soave
celeste regalità
visione,
la pia Bernardetta, avendo in mano una candela accesa.
Compiuto
il percorso e ritornati presso l’altare, il Rev.do Signor Canonico
Ranieri eleva un inno alle glorie di Maria SS.ma. Porta
Egli
ci porta
col pensiero alle interminabili processioni dei pellegrini che, da
tutto il mondo, convengono a Lourdes, la cittadina francese
prediletta dalla Vergine. Dice della divozione nutrita dal popolo
genovese per la Vergine
Santissima che poco
Madre
di Dio, che venne posta
a custodire le sue mura, ed al cui nome eresse monumenti di arte e di
fede. Ove
profuse le ricchezze degli ori e dell’ingegno
Invita infine
tutti ad aprire il cuore fiducioso in
a
Colei che da Gesù agonizzante ci fu data per madre.
Grida possenti di gioia si elevano al cielo da tutta quella folla entusiasta: Evviva la Madonna, Evviva Maria!
La
Benedizione Eucaristica solennemente impartita, chiude le funzioni
che hanno fatto vivere ore di paradiso e, mentre si alterano gli
inni, il Signor Canonico porge a baciare la Reliquia della Vergine.
Ma un’ultima, famigliare
intima
cerimonia riunisce i “Tommasini” e gli “Orfanelli” presso
l’altare, innanzi alla statua dell’Immacolata per ivi bruciare i
fioretti del
offerti
durante il
mese. E sembra che di tra le
nubi
i
globi bianchi
di fumo che colle fiamme si alzano il dolce viso della Vergine si
atteggi ad un sorriso di compiacenza, sembra ch’Ella dica
voglia
dire
tutto il suo
gradimento. Di
quel fumo, migliore di qualsiasi incenso; di quelle fiamme, simbolo
di verace amore a Dio Lei ed al suo Divin Figlio.
Maggio
il mese dei fiori, delle
rose,
il
mese di Maria,
è trascorso, ma in questo Giugno, Sacro al Cuore Sacratissimo
di Gesù, la “laus perennis” che come mistica corona è offerta
ogni giorno dalle numerose “famiglie” del Piccolo Cottolengo
Genovese, si eleva
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con nuovo slancio, con più ardore al Cielo e ripete insieme all’invocazione tanto cara al Beato Giuseppe Benedetto Cottolengo:
“Santa Maria, Madre di Dio Facci Santi!”
i più insistenti richiami al Cuore Sacratissimo di Gesù:
Cuor di Gesù, Tu il sai!
Cuor di Gesù, Tu vedi!
Cuor di Gesù, Tu puoi!
Cuor di Gesù, Provvedi!