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[Da copia dattiloscritta con correzioni di don Orione]
Da Nycteroy (Brasile)
Sia lodato Gesù Cristo.
23 Novembre
Rev.mo
ed Amatissimo Sig. Direttore e Padre,
Sono
le ventitré della festa di San Clemente Papa, ho finito ora di
recitare il Breviario, che le urgenti occupazioni di oggi non mi
erano
avevano
permesso di finir prima, e come so che le occupazioni di domani e di
tutti questi giorni non mi permetteranno di scriverle con un poco di
riflessione, le rispondo tanto volentieri ora stesso, perché vedo
che è
davvero è
tempo di emendarmi, e di dimostrarle che fu bene accetto il paterno
meritato
rimprovero che mi ha mandato, insieme a Don Arlotti, perché
che
stiamo troppo senza scrivere.
Non
le parlo della gioia che ho provato, passando
nel
passare
un giorno insieme ai Confratelli, che sono andati in Argentina; ai
quali
ci siamo uniti tutti in una bella
consolante
agape fraterna qui nella Casa del
sacco
di San Francesco Saverio, contandoci tante cose belle e buone.
Neppure Le dico del conforto che ci ha portato Don
Rebora, che
è
venuto qui con noi. Mi limito questa
volta a dirle
a riferirle
qualche cosa che sia di sua
consolazione
suo
conforto
e che avrei dovuto dirle tanto
prima.
Non
è vero quello che le dicono e Le scrivono a rispetto delle case del
Brasile, quello che mi fa pena è che La fanno soffrire ingiustamente
e senza ragione. Non posso aspettare fino a domani a dirLe queste
cose perché non posso sopportare che lei patisca per questo e il
Signore non voglia ch'io m'incontri con questi seminatori di
discordia se no mi vedranno sputare fuoco, proprio io ferro più
rotto della Congregazione, lo straccio più inutile.
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Io
Sono occupato tutto il santo giorno coi probandi e
ne sono già passati trentasei dei quali dieci sono ancora qui in
esame senza dare nemmeno un po’ di speranza. Brucio dentro di me,
in silenzio, vedendo tutto il mio tempo occupato per così pochi
ragazzi, e sono già quasi quattro anni! ma cosa debbo fare?
Sono
pochi
Non
sono molti,
ma non mi lasciano un momento per attendere ad altro, perché son
tutti di età e istruzione differente. Con
tutto a scapito dell'assistenza, quante volte sovente.
Pur
troppo
li debbo, talora,
lasciare soli, per attendere a confessioni a
malati, battesimi etc.
e
ad altro!
per
aiutare Don Arlotti ugualmente occupato.
E
quando
Molte volte
debbo anche
sostituire Don
Arlotti in
tutto,
che va alla
Gavea
a Rio de Janeiro ad aiutare i
nostri
o nelle lontane
Cappelle della nostra
Parrocchia per giorni intieri e spesso
anche per
settimane. Ho
cercato tante volte che se facessi
Penso:
se avessi modo di far
scuola a tanti bambini che stanno sempre sulle strada, qui
vicini
si farebbe molto di più
e si potreb be molto bene aiutare in Italia mandando tutti i nostri
risparmi!
E
questi nostri mandarli in Italia lì vicino ai Superiori, forse
certo
si preparino
altri operai
preparerebbero
meglio. Ma non possiamo ancora fidarcene, e la spesa è grande.
Così
Si potrebbe, dopo la scuola, far tante altre cose, andando
andare
negli Oratori, istruendo
istruire
il popolo nella nostra Santa Religione, facendo il mese di Maria in
uno, il mese del Sacro Cuore in un altro e così il
mese del rosario e delle anime
via.
Ma, per fare questo, bisogna non pensare
essere
legato
al Probandato; e
che e
se si incontra qualche buona vocazione, si
può raccogliere la stessa
raccoglierla
e aiutarla un po’ tutti. Impossibile
I probandi sono pochi ed
Qui,
per ora, è impossibile
avere un bel numero di probandi qui,
anche le altre Congregazioni con numerosi Istituti e Sacerdoti
occupati per
in questo, ne hanno tanti
quanto noi.
Con
tutto, se vuole che,
si faccia
farà questo e anche la scuola, che è necessaria, perché qui
abbiamo i
veri figli del popolo abbandonati e poveri
e
per attirare anche i genitori alla chiesa onde istruirli
ma
veda di mandare almeno
un altro Sacerdote che
sia capace di fare la scuola di latino ai probandi perché io non
posso e se dovessi studiarlo ancora per insegnarlo dovrei trovare il
tempo e come faccio?.
Quanto
lavoro e
quanto bene
si potrebbe fare in tre, ci sarebbe da sgobbare, ma
quanti frutti
ma
quanto bene!
Tutte le domeniche correre nelle Cappelle a fare istruzione,
catechizzare ragazzi e vecchi
adulti,
che tutti corrono
vengono,
e ne hanno estremo bisogno. Il campo è grande e ci sta aspettando,
ma, così come siamo, non si può andare, ci vuole almeno
un altro. Alla Gavea - Rio
de Janeiro
- il lavoro è soffocante; più di cento
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Alunni
esterni,
e già la Casa è
pronta per riceverne altrettanti, appena ci sia personale; al
catechismo sono
centinaia; vi
sono
i congregati di Maria SS., giovani di buona volontà, da curare e
tutto
il poplo
tutta
la popolazione,
con uno solo che deve attendere anche a
tutte le altre
ad
ogni altra
cosa; ora con Don Rebora già si migliora, ma, se ci fosse ancora un
altro, tutto
il
bene
raddoppierebbe subito. C'è un campo immenso da
coltivare
di
lavoro
ed è proprio secondo
lo spirito della Congregazione pro
per i figli del popolo e pel
popolo più bisognoso.
Quanto
si può aiutare la Congregazione anche materialmente facendo un bene
necessario colle cappellanie ove il Sacerdote ha l'ora fissa per
celebrare potendo così seguire un ordine quasi inalterato del suo
lavoro e fare molto, edificando con un procedimento esemplare quelle
povere anime di suore che non hanno mai un buon esempio che sono
rovinate da sacerdoti indegni. Sono anime che debbono salvare altre
anime e per confortarle basta dir loro bene la Santa Messa, essere
seri, stare zitti e andarsene appena finito il proprio dovere. Questo
è poco ma nessuno lo fa.
Ecco
perché Don De Paoli deve correre da una casa all'altra delle Suore
della M. Michel, per aggiustare il male che gli altri fanno. Quante
miserie, Signore!
E
chi predica gli Esercizi alle Suore? quanto sarebbe meglio non fare
esercizi! E per questo, per far del bene alle anime che si annichila
Don De Paoli e per evitare tanto male; si dovrà dunque condannare il
suo modo di agire quando facendo questo non lascia neppure di fare
d'altro per la sua Casa, per la sua Congregazione?
Signor
Direttore io glielo dico chiaro come sempre sono stato chiaro quando
ho parlato; se l'invidia fosse febbre gialla... Ecco perché alcuni
vedono tanto male il bene, la stima, il lavoro e i sacrifici degli
altri.
Se
invece di scrivere che non fanno niente, facessero solo la metà di
quello che debbono di gravissimo dovere, non avrebbero tempo di
sapere e di vedere cosa non fanno gli altri quando questi altri sono
loro superiori ai quali essi che non hanno niente da fare non hanno
mai sognato di ubbidire.
Sig.
(Direttore) sapesse quanto mi lacera il cuore sapere che Lei è così
ingiustamente rattristato! Don Rebora è rimasto meravigliato di
trovare tanto differente del male che gli avevano detto. Povero
Confratello anche lui, l'han fatto soffrire tutto il viaggio fino
all'ultimo momento. Ora è contento e dice di tanto in tanto: “come
si può calunniare così? Ne dovranno dar conto a Dio”.
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Grazie
a Dio,
siamo anche
molto stimati da tutti, e specialmente dal Vescovo, che spesso viene
a trovarci con tanto affetto, e nelle
non
lascia
occasione di dimostrare la sua stima per noi si
soddisfa quasi con bisogno.
Ha mandato qui a fare gli Esercizi per le sacre
ordinazioni quattro diaconi, sotto
di noi
pur avendo il suo Seminario. Essi, ormai
ora Sacerdoti, vengono di tanto in tanto a cercar conforto e
consiglio
nelle loro difficoltà e
consiglio,
mostrandosi
sempre grati. Il Vescovo, come ricompensa a questo favore, ha
ordinato
voluto
ordinare
un Suddiacono nella nostra piccola Chiesa.
Parroci
e
Parecchi
sacerdoti fanno giorni di viaggio per venirsi a confessare al
Sacco
da noi.
Il
Vicario Generale ci manda costantemente “l'Osservatore Romano”,
cui è abbonato e
viene a passare le notti chiassose del carnevale da noi ove trova
pace e tranquillità.
I Parroci tutti ci stimano e ci chiamano spesso a celebrare nelle
loro chiese per farci guadagnare qualche cosa, e in quelle occasioni
siamo ricercati
per le confessioni, e
bisogna stare attenti per non dare nell'occhio.
Mgr.
Vescovo più volte, nel presentarci ad avvocati, medici e funzionari
pubblici della città , ha espresso con piacere la sua soddisfazione
di averci in Diocesi e la sua
gratitudine pel
bene che si fa dicendo.
Dicono che i Figli della Divina Provvidenza fanno dei veri miracoli.
Se
non stiamo attenti, c’è da insuperbirne.
Non
tema adunque, Sig. Direttore e Padre, che i suoi figli, anche se
poveri stracci buoni a
niente, sono
vivono
nella sante mani del Signore e della Madonna Santissima e
lavorano, lavorano per le anime! Non so come possa pensare che si fa
ancora poco.
Sig.
Direttore, con Don Rebora ho espresso il mio sogno: da
di andare a Mar de Espana
Hespanha
quando i tempi saranno maturi, dove Lei ha sparso delle
lacrime. Egli ha soffiato sul fuoco, e ci siamo messi a pregare la
Madonna perché
ci dia questa grazia. Lei
Ella
voglia benedire questo nostro bel
desiderio e pregare anche
lei, perché possiamo raccogliere le sue lacrime. Mi
ascolti
Raccogliere le sue lacrime cristallizzate in purissime pietre
preziose per una bella Corona alla Madonna della Guardia nel Suo
Santuario a Mar de Hespanha, che
come gli cambieranno il nome e toglieranno il mare sarà sì
che Mar de Hespanha si trasformi in un
giardino di Maria Santissima.
Concludendo:
il numero dei probandi è ancora
piccolo e
non c’è probabilità che aumenti pure è completamente perduto per
questi e non basta,
Se
vuole che io faccia altro sono pronto, non ha che a dirlo.
ma
il Signore ha detto di non aver timore del pusullus grex, - speriamo
cresceranno in bontà e in numero.
Se
vuole che si apra
Presto
apriremo
una scuola e avremo
subito
una sessantina di alunni.
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gli
alunni li avremo subito e ci sarebbe tempo a fare anche moltissime
altre cose. Se vuole che ci diamo proprio con tutta la volontà.
Ci
dia il permesso di fare le costruzioni necessarie
volta
per volta le chiederemo il permesso,
e
noi
cercheremo benefattori che ci aiutino
ci
dia la certezza che siamo in casa nostra perché come si può fare
certe cose quando si teme lasciarle a metà e Lei ci dice: “non
fate delle spese”.
Se
vuole che si lasci il Probandato l'occasione è buona perché alcuni
non vanno bene altri hanno domandato di rimanere come fratelli laici
non riuscendo nello studio, rimarrebbero ancora quattro, dei quali
due durissimi e due che riescono abbastanza bene nello studio ma con
qualche ma anche loro nel resto. Tutti si potrebbero mettere a posto
e aiutarli e far loro fare quello che possono. Noi tutti così
potremmo aiutare molto in Italia perché facendo più bene avremmo
anche più modo di mandare qualche cosa alle Case dei novizi e dei
probandi e di lì verrebbero ben formati e con lo spirito - più
vicino a quello dei Superiori..
Potremmo
preparare un bel lavoro anche per chierici che:
sarebbe meno difficile mantenerli qui, e avrebbero modo di studiare
per essere subito pronti, appena ordinati, a qualunque lavoro. Tutti
noi li aiuteremo. Ci
sono tante belle offerte che bisogna ricusare e forse ne avremmo
bisogno.
Non tema: quanti ne manda, Don De Paoli li può mettere a posto
subito, senza nessuna difficoltà , e saranno sempre pochi, e tutti
avranno il lavoro che Lei desidera, e sgobberemo tutti come facchini
del Signore.
Finisco
per non annoiare e chiedendo perdono perché vedo che la fretta mi ha
fatto scrivere poco decentemente e troppo alla buona. Voglia dunque
perdonarmi e.
Voglia
benedirmi quale ultimo e più inutile dei suoi figli sempre
ubbidientissimo e
obbligatissimo.
Permetta che le baci con affetto al mano che mi benedice.
Suo sempre, e tutto in Gesù e Maria Santissima.
Sac. Lino Cantoni - O. D. P.