V094T048 V094P046

[Da copia dattiloscritta con correzioni di don Orione]

Da Nycteroy (Brasile)

  

Sia lodato Gesù Cristo.

23 Novembre

Rev.mo ed Amatissimo Sig. Direttore e Padre,


Sono le ventitré della festa di San Clemente Papa, ho finito ora di recitare il Breviario, che le urgenti occupazioni di oggi non mi erano avevano permesso di finir prima, e come so che le occupazioni di domani e di tutti questi giorni non mi permetteranno di scriverle con un poco di riflessione, le rispondo tanto volentieri ora stesso, perché vedo che è davvero è tempo di emendarmi, e di dimostrarle che fu bene accetto il paterno meritato rimprovero che mi ha mandato, insieme a Don Arlotti, perché che stiamo troppo senza scrivere.

Non le parlo della gioia che ho provato, passando nel passare un giorno insieme ai Confratelli, che sono andati in Argentina; ai quali ci siamo uniti tutti in una bella consolante agape fraterna qui nella Casa del sacco di San Francesco Saverio, contandoci tante cose belle e buone. Neppure Le dico del conforto che ci ha portato Don Rebora, che è venuto qui con noi. Mi limito questa volta a dirle a riferirle qualche cosa che sia di sua consolazione suo conforto e che avrei dovuto dirle tanto prima.

Non è vero quello che le dicono e Le scrivono a rispetto delle case del Brasile, quello che mi fa pena è che La fanno soffrire ingiustamente e senza ragione. Non posso aspettare fino a domani a dirLe queste cose perché non posso sopportare che lei patisca per questo e il Signore non voglia ch'io m'incontri con questi seminatori di discordia se no mi vedranno sputare fuoco, proprio io ferro più rotto della Congregazione, lo straccio più inutile.
















V094P047


Io Sono occupato tutto il santo giorno coi probandi e ne sono già passati trentasei dei quali dieci sono ancora qui in esame senza dare nemmeno un po’ di speranza. Brucio dentro di me, in silenzio, vedendo tutto il mio tempo occupato per così pochi ragazzi, e sono già quasi quattro anni! ma cosa debbo fare?

Sono pochi Non sono molti, ma non mi lasciano un momento per attendere ad altro, perché son tutti di età e istruzione differente. Con tutto a scapito dell'assistenza, quante volte sovente. Pur troppo li debbo, talora, lasciare soli, per attendere a confessioni a malati, battesimi etc. e ad altro! per aiutare Don Arlotti ugualmente occupato.

E quando Molte volte debbo anche sostituire Don Arlotti in tutto, che va alla Gavea a Rio de Janeiro ad aiutare i nostri o nelle lontane Cappelle della nostra Parrocchia per giorni intieri e spesso anche per settimane. Ho cercato tante volte che se facessi Penso: se avessi modo di far scuola a tanti bambini che stanno sempre sulle strada, qui vicini si farebbe molto di più e si potreb be molto bene aiutare in Italia mandando tutti i nostri risparmi! E questi nostri mandarli in Italia lì vicino ai Superiori, forse certo si preparino altri operai preparerebbero meglio. Ma non possiamo ancora fidarcene, e la spesa è grande. Così Si potrebbe, dopo la scuola, far tante altre cose, andando andare negli Oratori, istruendo istruire il popolo nella nostra Santa Religione, facendo il mese di Maria in uno, il mese del Sacro Cuore in un altro e così il mese del rosario e delle anime via. Ma, per fare questo, bisogna non pensare essere legato al Probandato; e che e se si incontra qualche buona vocazione, si può raccogliere la stessa raccoglierla e aiutarla un po’ tutti. Impossibile I probandi sono pochi ed Qui, per ora, è impossibile avere un bel numero di probandi qui, anche le altre Congregazioni con numerosi Istituti e Sacerdoti occupati per in questo, ne hanno tanti quanto noi.

Con tutto, se vuole che, si faccia farà questo e anche la scuola, che è necessaria, perché qui abbiamo i veri figli del popolo abbandonati e poveri e per attirare anche i genitori alla chiesa onde istruirli ma veda di mandare almeno un altro Sacerdote che sia capace di fare la scuola di latino ai probandi perché io non posso e se dovessi studiarlo ancora per insegnarlo dovrei trovare il tempo e come faccio?.

Quanto lavoro e quanto bene si potrebbe fare in tre, ci sarebbe da sgobbare, ma quanti frutti ma quanto bene! Tutte le domeniche correre nelle Cappelle a fare istruzione, catechizzare ragazzi e vecchi adulti, che tutti corrono vengono, e ne hanno estremo bisogno. Il campo è grande e ci sta aspettando, ma, così come siamo, non si può andare, ci vuole almeno un altro. Alla Gavea - Rio de Janeiro - il lavoro è soffocante; più di cento       













V094P048

Alunni esterni, e già la Casa è pronta per riceverne altrettanti, appena ci sia personale; al catechismo sono centinaia; vi sono i congregati di Maria SS., giovani di buona volontà, da curare e tutto il poplo tutta la popolazione, con uno solo che deve attendere anche a tutte le altre ad ogni altra cosa; ora con Don Rebora già si migliora, ma, se ci fosse ancora un altro, tutto il bene raddoppierebbe subito. C'è un campo immenso da coltivare di lavoro ed è proprio secondo lo spirito della Congregazione pro per i figli del popolo e pel popolo più bisognoso.

Quanto si può aiutare la Congregazione anche materialmente facendo un bene necessario colle cappellanie ove il Sacerdote ha l'ora fissa per celebrare potendo così seguire un ordine quasi inalterato del suo lavoro e fare molto, edificando con un procedimento esemplare quelle povere anime di suore che non hanno mai un buon esempio che sono rovinate da sacerdoti indegni. Sono anime che debbono salvare altre anime e per confortarle basta dir loro bene la Santa Messa, essere seri, stare zitti e andarsene appena finito il proprio dovere. Questo è poco ma nessuno lo fa.

Ecco perché Don De Paoli deve correre da una casa all'altra delle Suore della M. Michel, per aggiustare il male che gli altri fanno. Quante miserie, Signore!

E chi predica gli Esercizi alle Suore? quanto sarebbe meglio non fare esercizi! E per questo, per far del bene alle anime che si annichila Don De Paoli e per evitare tanto male; si dovrà dunque condannare il suo modo di agire quando facendo questo non lascia neppure di fare d'altro per la sua Casa, per la sua Congregazione?

Signor Direttore io glielo dico chiaro come sempre sono stato chiaro quando ho parlato; se l'invidia fosse febbre gialla... Ecco perché alcuni vedono tanto male il bene, la stima, il lavoro e i sacrifici degli altri.

Se invece di scrivere che non fanno niente, facessero solo la metà di quello che debbono di gravissimo dovere, non avrebbero tempo di sapere e di vedere cosa non fanno gli altri quando questi altri sono loro superiori ai quali essi che non hanno niente da fare non hanno mai sognato di ubbidire.

Sig. (Direttore) sapesse quanto mi lacera il cuore sapere che Lei è così ingiustamente rattristato! Don Rebora è rimasto meravigliato di trovare tanto differente del male che gli avevano detto. Povero Confratello anche lui, l'han fatto soffrire tutto il viaggio fino all'ultimo momento. Ora è contento e dice di tanto in tanto: “come si può calunniare così? Ne dovranno dar conto a Dio”.        















V094P049


Grazie a Dio, siamo anche molto stimati da tutti, e specialmente dal Vescovo, che spesso viene a trovarci con tanto affetto, e nelle non lascia occasione di dimostrare la sua stima per noi si soddisfa quasi con bisogno. Ha mandato qui a fare gli Esercizi per le sacre ordinazioni quattro diaconi, sotto di noi pur avendo il suo Seminario. Essi, ormai ora Sacerdoti, vengono di tanto in tanto a cercar conforto e consiglio nelle loro difficoltà e consiglio, mostrandosi sempre grati. Il Vescovo, come ricompensa a questo favore, ha ordinato voluto ordinare un Suddiacono nella nostra piccola Chiesa.

Parroci e Parecchi sacerdoti fanno giorni di viaggio per venirsi a confessare al Sacco da noi.

Il Vicario Generale ci manda costantemente “l'Osservatore Romano”, cui è abbonato e viene a passare le notti chiassose del carnevale da noi ove trova pace e tranquillità. I Parroci tutti ci stimano e ci chiamano spesso a celebrare nelle loro chiese per farci guadagnare qualche cosa, e in quelle occasioni siamo ricercati per le confessioni, e bisogna stare attenti per non dare nell'occhio.

Mgr. Vescovo più volte, nel presentarci ad avvocati, medici e funzionari pubblici della città , ha espresso con piacere la sua soddisfazione di averci in Diocesi e la sua gratitudine pel bene che si fa dicendo. Dicono che i Figli della Divina Provvidenza fanno dei veri miracoli. Se non stiamo attenti, c’è da insuperbirne.

Non tema adunque, Sig. Direttore e Padre, che i suoi figli, anche se poveri stracci buoni a niente, sono vivono nella sante mani del Signore e della Madonna Santissima e lavorano, lavorano per le anime! Non so come possa pensare che si fa ancora poco.

Sig. Direttore, con Don Rebora ho espresso il mio sogno: da di andare a Mar de Espana Hespanha quando i tempi saranno maturi, dove Lei ha sparso delle lacrime. Egli ha soffiato sul fuoco, e ci siamo messi a pregare la Madonna perché ci dia questa grazia. Lei Ella voglia benedire questo nostro bel desiderio e pregare anche lei, perché possiamo raccogliere le sue lacrime. Mi ascolti Raccogliere le sue lacrime cristallizzate in purissime pietre preziose per una bella Corona alla Madonna della Guardia nel Suo Santuario a Mar de Hespanha, che come gli cambieranno il nome e toglieranno il mare sarà sì che Mar de Hespanha si trasformi in un giardino di Maria Santissima.

Concludendo: il numero dei probandi è ancora piccolo e non c’è probabilità che aumenti pure è completamente perduto per questi e non basta, Se vuole che io faccia altro sono pronto, non ha che a dirlo. ma il Signore ha detto di non aver timore del pusullus grex, - speriamo cresceranno in bontà e in numero. Se vuole che si apra Presto apriremo una scuola e avremo subito una sessantina di alunni.         












V094P050

gli alunni li avremo subito e ci sarebbe tempo a fare anche moltissime altre cose. Se vuole che ci diamo proprio con tutta la volontà.

Ci dia il permesso di fare le costruzioni necessarie volta per volta le chiederemo il permesso, e noi cercheremo benefattori che ci aiutino ci dia la certezza che siamo in casa nostra perché come si può fare certe cose quando si teme lasciarle a metà e Lei ci dice: “non fate delle spese”.

Se vuole che si lasci il Probandato l'occasione è buona perché alcuni non vanno bene altri hanno domandato di rimanere come fratelli laici non riuscendo nello studio, rimarrebbero ancora quattro, dei quali due durissimi e due che riescono abbastanza bene nello studio ma con qualche ma anche loro nel resto. Tutti si potrebbero mettere a posto e aiutarli e far loro fare quello che possono. Noi tutti così potremmo aiutare molto in Italia perché facendo più bene avremmo anche più modo di mandare qualche cosa alle Case dei novizi e dei probandi e di lì verrebbero ben formati e con lo spirito - più vicino a quello dei Superiori..

Potremmo preparare un bel lavoro anche per chierici che: sarebbe meno difficile mantenerli qui, e avrebbero modo di studiare per essere subito pronti, appena ordinati, a qualunque lavoro. Tutti noi li aiuteremo. Ci sono tante belle offerte che bisogna ricusare e forse ne avremmo bisogno. Non tema: quanti ne manda, Don De Paoli li può mettere a posto subito, senza nessuna difficoltà , e saranno sempre pochi, e tutti avranno il lavoro che Lei desidera, e sgobberemo tutti come facchini del Signore.

Finisco per non annoiare e chiedendo perdono perché vedo che la fretta mi ha fatto scrivere poco decentemente e troppo alla buona. Voglia dunque perdonarmi e. Voglia benedirmi quale ultimo e più inutile dei suoi figli sempre ubbidientissimo e obbligatissimo.

Permetta che le baci con affetto al mano che mi benedice.

Suo sempre, e tutto in Gesù e Maria Santissima.    


Sac. Lino Cantoni - O. D. P.