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[Da Copia manoscritta con aggiunte e correzioni di Don Orione]  

Eccellenza Reverendissima,

È Certamente noto a V. E. Vostra Eccellenza sarà stata informata su la situazione tutt'altro che rosea dell'Istituto Camerini Rossi nel periodo dell'immediato dopo guerra, quanto non si poteva tranquillamente pensare alla riapertura dell'Istituto, mentre le esigenza della vita aumentavano in quei giorni con un crescendo impressionante, il movimento socialista anarchico e rivoluzionario teneva tutti in angosciosa alternativa, ed era quindi naturale la preoccupazione dell'amministrazione dell’Opera Pia a trovare persone integre cui affidare l’educazione e la vita di tanti giovani.

Dalla Relazione a stampa del Presidente Delegato M. Rev.do D. Giov. Granella.

I redditi dell'Opera Pia Camerini Rossi erano esigui a quell'epoca, assolutamente sproporzionati a quanto era richiesto per mettere in efficienza l’Istituto e farlo funzionare regolarmente: d’altra parte era nel desiderio di tutti che non restasse chiuso un Istituto destinato a ricoverare fanciulli bisognosi di correzione paterna, vagabondi e oziosi, specialmente poveri, per correggerli paternamente, educarli, istruirli e renderli alla società buoni cristiani e buoni cittadini avviandoli ad un'arte e mestiere remunerativo”.

Dal proemio alla Convenzione tra l'Amministrazione dell'Istituto e noi.

Perciò il Reverendo Don Orione, coadiuvato dai suoi Religiosi, nella sua inesauribile carità verso i piccoli, i poveri i derelitti ha accettato il grave incarico, ed ha firmato la Convenzione colle Amministrazione dell'Opera Pia Camerini Rossi, non badando a sacrificî di persone e di denaro purché l'Istituto raggiungesse il suo scopo.

E che questo sia stato ottenuto non sta a noi il dirlo. “Lo dicono i genitori, tutori o protettori dei giovani qui educati, lo dicono i signori direttori e maestri della Pubbliche       

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Scuole che frequentano i nostri alunni: lo dicano quanti, anche improvvisamente, poterono visitare questa Casa lo dica il rev. sig. presidente delegato stesso che quasi giornalmente visita ed è a contatto dei nostri alunni. Ci sarebbe di grande conforto e di ambito premio alle nostre fatiche se V. E. volesse pronunziare il Suo lusinghiero giudizio dopo una Sua paterna visita all'Istituto e aver de visu constatato la disciplina, la pietà , il lavoro dei 150 giovani ivi ricoverati.

Sempre dalla Relazione del Presidente Delegato 17 Maggio 1920.

Ma se il bene fatto, col divino aiuto e quello, e che ci proponiamo di consolidare e perfezionare sempre più, ci è di conforto, ciò non toglie che non si abbiano a sentire i sacrifici che esso costa.

Eccellenza si è dovuto fare adattamenti e restauri di locali, costruire nuove le nuove officine per che i loca che le esistenti che non esistevano chè le esistenti non bastavano al numero degli allievi, acquistate e impiantare macchinari, oltre che le spese dei capi d'arte, di attrezzi di arredi, e della ordinaria manutenzione.

A tutto questo si aggiunga che, per deferenza a v. e. vostra eccellenza, si sono di buon grado accettati n° I9 orfani (ex Buoni Fanciulli) a retta presso che semi gratuita.

Con tutto ciò non fu per nulla intaccato il patrimonio dell'Istituto. Ma perché? Perché i Figli di Don Orione, seguendo gli esempi del loro Padre e Fondatore, hanno saputo fare ogni possibile risparmio sulla gestione interna dell'Istituto, non a danno dei ragazzi, ma rinunziando a tutto quello, che avrebbe dovuto rappresentare il modesto onorario del Direttore e dei suoi zelantissimi cooperatori del governo della sua grande famiglia, impiegando tutto nei provvedimenti sopraccennati. Sicché la sistemazione attuale dell'Istituto che molto contribuisce alla sua vita florida e fruttuosa più che del Consiglio di Amministrazione è merito della Direzione....” (Relazione a stampa del Presidente, 17 Maggio 1928)

Le rinunce però fatte e le economie esercitate non sono valse a coprire tutte le spese, e l'Istituto, Eccellenza Rev.ma, si trova ancora oggi gravato di un debito che sorpassa le lire I00.000.

Eccellenza, se il Patrimonio dell'Opera Pia fosse sempre ancora così esiguo come in passato, noi non avremmo mai ardito di rivolgerci ad essa; ma, atteso che oggi provvidenzialmente l'Opera Pia ha veduto rifiorire le sue finanze, e a ciò ha certamente ha contribuito il nome e il buon andamento dell'Istituto che fu messo da noi in tale nome ed       

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efficienza da noi colla erezione di nuovo fabbricato, restauro e adattamento di altro, colla creazione di officine che ne resero possibile lo sviluppo, secondo le tavole di sua fondazione: noi osiamo rivolgere a V. E. una umile domanda. Tenuta presente la nostra povertà , dato il benessere attuale dell'Opera Pia Camerini Rossi si prega la On. Amministrazione, presieduta da v. e. Vostra Eccellenza di voler benevolmente riconoscere quanto, col divino aiuto la Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza ha fatto per l'incremento dell'Istituto, che prima era chiuso e venne da noi riaperto. E quindi ci sembra che per equità e coscienza domanda rispettosamente che l'Opera Pia ci debba, per equità e coscienza, ci venga incontro col pagare i debiti contratti, non in generi alimentari ma massimamente in opere stabili che rimangono all'Istituto stesso. Noi Non domandiamo stipendio alcuno per il direttore, sacerdoti, chierici, da ben 8 anni ivi impiegati, no, essi continueranno senza alcun compenso; né domandiamo di sovvenirci per il danno di cattive amministrazioni passate, come forse alcuno potrebbe sospettare; ma domandiamo chiediamo solo che ci vengano pagati i debiti contratti per opere di cui l’Istituto ha goduto, e godrà anche in seguito, opere che restano quindi a beneficio del patrimonio dell'Opera Pia, - cioè: 1° Per la fabbrica dell'Officina aggiustaggi o e forgia la cui spesa, come dalla contabilità, risulta di lire 50.000. 2° Per il restauro e adattamento del locale, già affittato alla Croce Rossa e adibito all'abitazione delle Reverende Suore, di cui le spese, in lire 20.000, benché in un primo tempo sono siano state pagate dall'Opera Pia, pure essa si risarcisce riscuotendone mano mano l'importo dalla Direzione dell'Istituto. 3° Per N° I9 orfani (ex Buoni Fanciulli) a noi consegnati da circa 4 anni da v.e.. e per cui viene devoluta all'Istituto la retta giornaliera di lire 4, tutto compreso, anziché di lire 7, come da programma; il ché importa alla Direzione dell'Istituto un passivo di lire 57 al giorno, lire 1710 al mese, - lire 20520 all'anno. E in riguardo a codesti 19 orfani, la Direzione dell'Istituto, considerato lo stato del bilancio attuale, si trova nella necessità di dichiarare a v. e. che essi non possono più essere tenuti alla retta di favore fin qui usata, ma d'ora innanzi, devono essere messi alla retta normale, secondo il programma.        

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Posso ancora aggiungere che, giusta l'articolo II° della Convenzione “ Il Consiglio di Amministrazione si impegna di versare al M. Rev. D. Luigi Orione, oltre che le beneficenze annue di immediata erogazione, la disponibilità del bilancio depurata dalle tas se ecc,... e che, per il primo anno, sarà di lire 20000 in due rate, e così per gli anni successivi, per quanto lo consentano le eventuali oscillazioni dell'interesse del Consolidato”. Oggi questo versamento dell'Amministrazione a Don Orione è di molto diminuito, senza che riusciamo a darcene ragione; tantopiù che con la eredità fatta il patrimonio dell'Opera Pia si è immensamente accresciuto.

Non dubito che v. e. Vostra Eccellenza Rev.ma, riflettendo con rettitudine di superiore, nella sua saggezza e rettitudine e con carità di Padre, a quanto ho sopra addotto rispettosamente esposto, non vorrà giudicare né troppo esigente, ne intempestiva la nostra domanda.

Voglia v. e. liberarci dal gravoso carico. E noi, con l'aiuto del Signore, lavoreremo, con sempre maggio zelo per la educazione dei giovanetti che come furono i prediletti del cuore di Gesù Cristo così sono la parte più cara dei pastori suoi ministri cristiana e civile di tanti suoi poveri fanciulli crescendoli nella Religione, e nel lavoro per la Famiglia e per la Patria, sì che l'Istituto abbia sempre più ad essere di conforto al cuore di Vostra Eccellenza, e di quanti La coadiuvano nel Consiglio d'Amministrazione e di vero bene per Padova e Provincia.