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[Copia manoscritta con correzioni e aggiunte di Don Orione]
Egregio
e Caro fratello nel Signore,
Ricevo ora la vostra del 6 luglio, mentre mi trovo raccolto nei S. Spirituali Esercizi assieme con un gruppo di miei sacerdoti alla Colonia di Monte Mario.
Non
devo tacere che questa vostra lettera,che
la quale giunge dopo qualche anno, dacché la nostra relazione è
stata interrotta, mi ha profondamente addolorato!
E
voiche conoscete il mio
Potevate
ben comprendere la pena grande che mi avete dato.
Pensavo
che tutto sarebbe stato finito,
né
e che non
mai
non avreste abbandonata la vostra anima al diavolo. Invece
e
Invece pare che accecato
invasato da superbia senza limite vogliate erigervi anche
pubblicamente a giudice della
nella Chiesa: se
così farete attirerete su di voi sul vostro capo la maledizione di
Dio
disgraziato. La maledizione di Dio cadrà sopra di voi!
Vogliate
ricordare una
qualche altra
grave mia lettera scrittavi in proposito alcuni anni fa, Io
avevo spinto che vi sareste messo su una
dove deploravo
e condannavo il vostro contegno, esortandovi a mettervi su la
buona strada, vivendo da umile figlio della Santa Chiesa. Pensate
alla responsabilità enorme dello scandalo che voi andate a provocare
e al dolore grande che date alla
Chiesa
al
cuore
di Dio e alla Chiesa! Pensate a
provocare
come vi troverete al punto di morte! Pensate agli odi e alle
violenze, forse con spargimento di sangue, che voi scatenereste a San
Giovanni Rotondo: poiché
e che il giorno stesso della pubblicazione voi avrete rovinato quel
Padre che dite di venerare, e lo rovinerete per ora e per l’avvenire
sempre.
Mentre
mi risulta da fonte sicurissima, che nei passati giorni s. e. mons.
arcivescovo, in occasione della visita pastorale a San Giovanni
Rotondo, andò al Convento, baciò e abbracciò il Padre e disse in
privato e anche pubblicamente, che si sarebbe interessato perché al
Padre fossero ridate le facoltà e
costa mi risulta anche da fonte molto autorevole pure;
è
evidente che l’arcivescovo
non avrebbe fatto
questo passo che questo a Roma avrebbe fatto buona se non impressione
tenuto quel contegno né detto quelle parole se non per preparare
tutti ad un
iniziare un nuovo stato di cose di cui egli certo deve sentirsi
sicuro. Ora voi comprendete bene che se la pubblicazione avvenisse
tutto
ciò sarebbe irrimediabilmente compromesso. Voi dareste un
non solo dareste un profondo dolore al Cuore di Dio e
della
alla Chiesa e allo
stesso Padre Pio
e
ma vi
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gravereste
di un'immensa
responsabilità,
ma
e
anche compromettereste irreparabilmente quella stessa causa che dite
di aver tanto a cuore.
Voi
non potete essere in buona fede, e
non così, caro fratello, si dimostra affetto alla giustizia e alla
Chiesa, ma col condurre innanzi tutto, una vita morale e praticamente
veramente
cristiana, mentre mi fu riferito (e ne ebbi tanto dolore!) che pur
troppo voi non camminate più, anche dal punto di vista morale, sulla
diritta via del
bene
del
Signore
e questo vi scrivo con cuore di Sacerdote non per confondervi, caro
Brunatto, ma come ad anima carissima a cui ho sempre anelato fare un
po’ di bene nella carità di Nostro Signore.
Vi
scongiuro
supplico
quindi per le viscere di Gesù Cristo e
della Santa Madre di Dio,
di darmi ascolto, poiché non saprei chi potrebbe mai alzare la mano
ad assolvervi; mentre vi assicuro che vi ricorderò sempre all'altare
di Dio, dove non ho mai dimenticato né voi né vostra madre.
E
nel nome e
per l’amore di questa
e per l'amore appunto della Madre vostra terrena, come
dell’e
dell'altra venerata
comune e venerata Madre la Santa Chiesa di
Ge,
vi scongiuro di non rigettare la preghiera di questo povero sacerdote
prete.