V094T138 V094P121
[Stampa con correzioni ed aggiunte di Don Orione]
…Si
pretende dare una smentita ai dottori maggiormente stimati e venerati
dai cattolici - si tenta screditarli, quasi si compassionano, e si
trascorre sino ad attentare alla divina costituzione della Chiesa, e
a scalzare, se fosse dato, le radici stesse della nostra santa Fede.
Siamo sordi, quando qualcuno ci parli senza Papa, o non esplicitamente in favore del Papa e della dottrina santa ed esatta della Chiesa; costoro non sono piantagione del Padre celeste, ma maligni germogli di eresia che producono frutto mortifero.
Quelli che non sono concordi in un solo cuore coi Vescovi e col Successore di San Pietro, per me sono colonne sepolcrali e tombe di morti, su le quali sono scolpiti soltanto i nomi degli uomini vani che portano con ipocrisia il titolo di cattolici. Poiché, come in realtà essi non partecipano al calice della Madre Chiesa e del Vicario di Cristo, così, affetti da malattia difficilmente curabile, c'è a temere assai che muoiano nella impenitenza, e non partecipino alla resurrezione della vita eterna dell'anima e del corpo nella incorruttibilità dello Spirito Santo, - essi che sono i corruttori della pura fede per la quale Gesù Cristo fu crocifisso, - e che vanno macchinando con molte astuzie contro la S. Chiesa di Roma, Madre e Maestra di tutte le Chiese, nella quale risiede la pienezza dell'Autorità fondata su la terra da Nostro Signore Gesù Cristo.
Miei figliuoli nel Signore e Amici: amiamo la S. Chiesa, amiamo il Papa e i Vescovi passionatamente. Nati in questi difficili tempi, tempi di nuovi pericoli, non cessiamo mai, mai, mai di porgere al mondo esempi luminosi di affetto sviscerato, di umiltà di obbedienza intera, di carità verso la Chiesa e il Papa. Teniamo presente l'augusta povertà cui è ridotta la Sede Apostolica: le catacombe morali che alla Chiesa Madre di Roma e al Papa si vanno dalle sette preparando, - e teniamoci grandemente onorati se ci
V094P122
fosse dato di fare o patire qualche cosa per la santa causa della Chiesa e del Papa, che è la causa stessa di Dio.
Amiamo la S. Chiesa con tutta la nostra mente, avendo sempre come nostre tutte quante le dottrine di Lei e del suo Capo visibile, il Romano Pontefice: i desideri di Lei e del Romano Pontefice! Amiamola con tutto il nostro cuore, come da un buon figlio si ama una Madre, e tale Madre, qual'è la Chiesa! - come da un buon figlio si ama un Padre, e tal Padre qual'è il S. Padre! Partecipiamo vivamente alle allegrezze della...
“Non spetta a noi di giudicare chi tiene sulla terra di luogo di Dio: Chi è il rappresentante sommo della sua Autorità e l'interprete infallibile della sua parola. A noi tocca solamente di credere tutto quanto Egli dice e di fare tutto quello ch'egli vuole”.
“Che il giudizio del Papa sia il criterio dei nostri giudizi: la sua volontà sia la legge del nostro volere, e la norma del nostro operare”.
E non solo i suoi ordini formali, ma anche i suoi consigli, i suoi semplici desideri siano ritenuti sempre e sempre secondati come la espressione di quello che piace a Dio, che Dio vuole da noi, e che noi, con la grazia di Dio, abbiamo da osservare senza discutere. Il Papa si deve riguardare come il Signore medesimo; “quando parla il Papa, parla Gesù Cristo”, diceva sempre il Ven.le Don Bosco.
Stare in tutto col Papa, vuol dire stare in tutto con Dio: amare il Papa, vuol dire amare Dio: né Dio si ama davvero e il sempiterno Pontefice Gesù Cristo, Figlio di Dio, se davvero non si ami il Papa. Amare dunque Dio: amare Gesù Cristo, Dio e Salvatore nostro, e amare il Papa è lo stesso amore.
Il nostro Amore, Gesù Cristo, è stato Crocifisso.
Deh! che noi siamo tutti e siamo sempre un cuore, una mente è un'anima sola nel Cuore adorabile di Gesù Cristo Crocifisso, e crocifissi insieme con Lui! Il nostro amore, il Papa, è moralmente crocifisso. Deh! che noi siamo tutti e sempre un cuore una mente e una anima sola col capo visibile della Chiesa, CHE èIL PAPA: sul Calvario con Lui: crocifissi insieme con Lui!
V094P123
Gesù si ama in croce, o non si ama affatto, diceva il Ven. P. Ludovico da Casoria; e del Papa è la stessa, identica cosa: il papa si ama in croce: e chi si scandalizza della umiliazione cui è ridotto, chi non lo ama in croce, non lo ama affatto.
E più che mai in questi tempi malaugurati nei quali la Chiesa è lacerata con istrazio crudele delle sue viscere, adoperiamoci, o miei figliuoli e Amici, a lenirne, come meglio ci è dato, i dolori, studiandoci di essere a tutti esempio e modello di virtù, affinché la nostra vita e tutte le nostre operazioni attestino di qual madre siamo noi generati, - e la Chiesa e il Vicario di Gesù Cristo di noi, benché sì poveretti, abbiano sempre a compiacersi e si onorino.
e così, e solo così, sarà con noi la benedizione di Dio!
Sac. Luigi Orione della Divina Provvidenza