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[Minuta]
Gli Orfanelli di sant'Antonio
Ai cuori generosi! (in carattere piccolo e nitido)
Se
vi è un'opera interessante e pietosa, essa è veramente quella che
ha
per iscopo di dare
dà un tetto, un pane onorato e una cristiana e civile educazione
agli orfani.
La carità di Gesù Cristo, l'amore del prossimo e della Patria vogliono che non lasciamo senza appoggio i fanciulli più abbandonati e più infelici.
Vi
sarà un
cuore
un'anima che possa pensare alla sorte di questi figliuoli,
senza commoversi? Vi sarà un cuore caritatevole alla cui generosità
si faccia invano appello, nel nome divino di Gesù, per questi
piccoli esseri, così cari a Dio, i più cari uomini in queste
giornate in guerra?
Ma spesso si dimenticano gli infelici, perché non si è a contatto con l'infelicità, e gli orfani sono spesso troppo piccoli, troppo ignari della loro triste sorte per poter implorare la pietà di quelli che li ignorano, e che pure potrebbero venir loro in ajuto.
Sia
dunque lecito farlo a chi, fiducioso nella Provvidenza del Padre
nostro
che è nei cieli,
e nella generosità dei cuori, ha assunto la responsabilità di
ridare una famiglia ai poveri orfanelli.
Da
parecchi anni, nel nome benedetto di Sant'Antonio di Padova, è
sorta alle porte di Cuneo la Colonia Agricola pei
fanciulli
ragazzi
fanciulli orfani o abbandonati. Essi frequentano le Scuole Elementari
della Città, e
poi
e vengono poi avviati ai lavori campestri; giacché non fu certo un
bene per l'Italia l'aver distolte tante braccia all'agricoltura.
Di
anno in anno la nostra colonia agricola
ha preso
andò prendendo uno sviluppo consolante e
s’è venuta consolidando.
Gli orfani diventarono più
numerosi, e oramai
sono
sono ormai una bella schiera.
Essi
vengono sono
istruiti
condotti sul campo e istruiti nell'agricoltura pratica e razionale:
hanno
seguono da quattro anni il corso governativo di bachicoltura: vengono
su
crescono esperti nell'allevamento degli animali di cortile, e di
stalla: hanno una bella conigliera, e presto metteremo
avranno anche le api.
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La
stalla della Colonia Agricola fu premiata col
(2do
premio).
I
nostri orfani non hanno mai mancato di nulla, grazie alla generosità
di tutti. Ma specialmente
di
ci è doveroso e dolce ricordare
accennare ad alcuni insigni benefattori e benefattrici la cui carità
fatta con tanto
spirito cristiano
tanta modestia resterà particolarmente scritta nel libro della vita
e nei nostri cuori.
Del
resto no crediamo all’utilità d’aver avversarî
Che se anche
qualche dispiacere ci fu, fu questa la maggior grazia che il Signore
ci poté fare: purificarci
col dolore:
farci patire qualche cosa per amor suo e degli orfani
che
sono i suoi.
Né sarà mai che vogliamo oggi rammentare
ricordare i dolori come
pel passato così oggi benediciamo alle tribolazioni a Dio nella
tribolazione
passati; ai dolori non ci fermiamo sit nomen Domini benedictum: Ave
Maria e sempre
avanti in Domino
avanti!
Ma,
dalla scoppio della guerra, i tempi parvero alquanto cambiarsi. Dirò
anzi che alcuni, nel maggio del 1915, dubitarono che noi potessimo
più tirare innanzi. Altri poi, forse troppo umanamente prudenti,
avrebbero voluto che senz’altro
avessimo senz'altro messo il catenaccio alla porta, e chi c'era,
c’era e basta! perché,
dicevano, troppi
bisogni della guerra facevano
fanno appello
alle risorse della pubblica carità, e per gli orfani non ci sarebbe
stato
sarà più pane.
Ma
la carità conta su riserve che il calcolo umano non conosce. La
carità tiene vigile il cuore e guarda ben alto; la carità è divina
ed
è perciò inesauribile: essa trova sempre qualche cosa pei
poverelli di Cristo.
Che se da una parte, in verità, le sorgenti della beneficenza pareano inaridirsi, dall'altra la fede nella Santa Provvidenza di Dio aumentava e aumenta ogni dì più , più aumentano sine fine i fanciulli derelitti e gli orfani da accogliere.
Non
neghiamo che
Il tempo di guerra sia
è una difficoltà grave per le borse, certamente; ma è, viceversa,
un incitamento di più per i cuori. Non è forse adesso che si sente
più viva la pietà per le vittime dirette e indirette
della guerra? E noi abbiamo conosciuto in quest'ora difficile, dei
cuori ben generosi.
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Ah il cuore italiano, il cuore cristiano è ben grande!
Lo
diciamo forte, a gloria di Dio e a
conforto consolazione dei
ad incoraggiamento dei buoni. Sono
trascorsi Dopo
Sedici mesi di aspra
guerra guerreggiata dopo che agli orfani che già avevamo vennero ad
aggiungersi altri orfani
gli
orfani della guerra!.
Ma
i generosi non mancarono mai: Sant'Antonio ha
sempre pensato
pensò sempre ai suoi orfanelli!
Tanti
padri, rispondendo all'appello della Patria, ci hanno affidato ciò
che avevano di più caro, i loro figli, e se sono partiti entusiasti
e
direi quasi, allegri
felici di andare a battersi da valorosi contro la
tedesca rabbia
il nemico egli era perché sapevano i loro bambini in luogo sicuro, -
e la morte stessa a parecchi di essi è dovuta sembrare meno
dolorosa, poiché avevano la
nostra promessa
che i piccoli orfani avrebbero presso di noi ritrovata una famiglia…
Mancano i numeri XI e XII si salta subito al XII bis
…E
oggi davanti alle continue domande di accogliere i poveri orfani
della guerra, non noi staremo in dubbio un momento: prima ci verrà a
mancare il posto da ricoverarli che
il cuore di rimandarli riceverli
che il cuore da riceverli.
Sant'Antonio
ci verrà in aiuto
gli
orfani sono i suoi!!
Ad
Ogni orfano che ci vien portato, noi, a nostra volta lo portiamo
davanti a
lui
al Santo gli
orfani sono i suoi! Deve bene pensarci!
perché lo guardi e per
farlo bene conoscere
lo conosca bene e perché lui
ci pensi
lui provveda lui:
gli orfani sono i suoi!
Ci verranno in aiuto, non ne dubitiamo, anche i nostri soldati, si tratta dei loro figli e dei figli dei loro camerati, richiamati o caduti per la Patria.
Ci
raccomandiamo perciò agli zelanti Cappellani Militari: essi
possono
sicuri che questi orfani dei
nostri soldati saranno sono
saranno l'oggetto del loro affetto perenne!
Ci
aiuteranno ancora
ancora tutti i cuori generosi!
E noi non ci arresteremo, ma allargheremo le braccia e il cuore per accogliere il più gran numero degli orfani dei nostri soldati, dei nostri eroi!
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Iddio
ha detto: “Conoscerò
che siete miei figli, se v'amerete a vicenda”
ha detto il Signore. E Noi Sentiamo che in questo amore Dio ci ha
chiamati a spendere senza per una mercede quaggiù nel suo amore dare
e senza alcuna viltà la nostra vita per i vostri figli. Non dubitate
essi gli orfani la nostra educazione ha spiccato carattere cristiano
e d'italianità gli orfani troveranno dei padri! Cuori generosi, a
voi!
…vede
partito: la
nostra
la politica del Pater
Noster.
In tanta apostasia della Fede, in tanta onda
acre
onda che preme di egoismo e di un odio che
è
tutt'altro che sacro, vogliamo far amare Dio e la Chiesa con la
carità: vogliamo con la carità e
le consolazioni della religione
trionfare su tanti cuori ostili o ribelli! “già
troppo odiammo”
ha gridato il Carducci, che morì credente e qualche cosa di più, e
che
fu troppo debole per dirlo forte.
Ma
abbiamo bisogno di aiuto, e parlo ai generosi. Che ciascuno dia
secondo i suoi mezzi, ricordando lo scopo particolarmente santo della
nostra opera: l'offerta,
l’olocausto incruento ma sinceramente patriottico
il sacrificio sino all'olocausto della nostra vita per
onde
per crescere all'onesto vivere civile
cristiano e civile gli orfani i
sacri pegni dei nostri
i pegni più sacri dei nostri bravi soldati e della Patria.
Il soldo della vedova sarà il benvenuto come il pezzo d'argento del negoziante od il biglietto del banchiere, e tutti avranno diritto allo stesso titolo di riconoscenza dei nostri orfani.
Chi dà agli orfanelli di Sant'Antonio, presta a Dio!
Soldati,
a voi la mia ultima parola: la elemosina la chiedo la aspetto anche
da voi. La vostra offerta, per quanto sia
modesta, sarà la più gradita la
più
e benedetta. Sarà il
suo conforto
la voce pietosa sarà il conforto della carità dei fratelli che
combattono; sarà
e l'atto più gentile e commovente verso i
figli
gli orfani dei compagni
commilitoni caduti!
Essa
vi darà
Vittoria o soldati, pace e benedizione sopra di Voi.
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La
vostra elemosina o
soldati
va, oggi, pei
figli dei vostri camerati; ma, domani,... chissa? - ah pensatelo
bene...
domani forse essa andrà forse
per gli
stessi
i vostri figli!... Sarà
l'atto più gentile e commovente verso i figli dei caduti... Ah,
Sant'Antonio, che vedo?
Vedo
una turba di orfanelli
fanciulli che si avanza, e hanno
portano scritto sulla fronte: Divina
Provvidenza!
Dio mio, sono essi, gli orfanelli! e
non posso dir più:
Un'onda di pianto mi soffoca.
Cuori generosi, a voi!
(Stampe)
Il
13 Giugno
Nella festa di Sant'Antonio i nostri
suoi orfanelli e i suoi vecchi!
Non vi è giorno dell'anno, non vi è parte del mondo dove i devoti del glorioso Sant'Antonio di Padova non lo invochino, dove non onorino le sue sante immagini, e dove Egli non isparga grazie e beneficenze celesti.
Ma questo gran movimento mondiale quotidiano s'intensifica e diventa più vasto, più fervoroso all'avvicinarsi del 13 Giugno e nella festività di Lui.
Fin da tredici giorni precedenti i devoti di Sant'Antonio non una novena, come ordinariamente si usa in tutte le altre feste, ma una tredicina.
Il giorno poi di Sant'Antonio i suoi altari si assiepano, le chiese risuonano delle sue lodi, il popolo si affolla specialmente nei Santuarî dedicati al Santo.
Diamo
in altra parte del giornale breve
relazione della nostra festa
breve relazione della festa
splendida riuscitissima
festa che
abbiamo fatto
del Santo al nostro Santuario di Cuneo, - dove quest'anno…