V094T251 V094P221

[Da Copia dattiloscritta - vi sono aggiunte, correzioni

e cancellature di pugno di Don Orione]

Dovendo riferire sullo stato attuale delle scuole Professionali del Manin, perché

meglio si possa comprendere quanto sarò per dire e rilevare il già fatto, mi sia lecito un

brevissimo cenno retrospettivo.

Il soffio devastatore della guerra, che ha rovinato le belle e ricche provincie del

Veneto, ha apportato, anche senza l’invasione, danni gravissimi pure alla città di Venezia.

Chi può descrivere adeguatamente lo stato di Venezia e dei Veneziani durante quel

terribile momento? Le continue chiamate alle armi delle persone più valide, le privazioni a

cui, per il bene comune della patria, tutti si era sottoposti, - e, dopo le giornate di

Caporetto, il pericolo d’una invasione, e perciò gli esodi della popolazione, e pure delle

industrie, - le invasioni notturne, frequenti e prolungate: in tal stato di cose come si poteva attendere alle arti, ai mestieri, frutto di vita pacifica?

Le case abbandonate, le officine deserte e, coll’abbandono, il deterioramento dei

fabbricati, aumentato dalle incursioni, anche per quelle case che non furono colpite

direttamente.

E questo per il materiale.

Che se poi si considera il morale, quanti guai, quante miserie!

L’animo abbattuto, - il dover lasciare le proprie case per andare profughi in terre

lontane: dover abitare con popolazioni di abitudini diverse, senza comodità, convivere in

luoghi ristretti per il numero delle persone, tante volte anche mal visti, se non maltrattati,

per quell’egoismo che mai, ma tanto meno, in tali frangenti avrebbe dovuto manifestarsi;

ecco in brevissimi tratti le condizioni in cui vennero a trovarsi anche gli Istituti educativi in

cui vennero a trovarsi anche i locali degli Istituti educativi Manin Maschile e Orfanotrofio

Maschile della Congregazione di Carità, al finire della guerra.

Grave quindi era il compito di essa di dover moralmente ricostruire, riorganizzare e

mettere in efficienza Istituti per più cause in istato di disorganizzazione.     
















V094T222


I bisogni poi accresciuti, perché la guerra non aveva potuto portare benessere, i

mezzi diminuiti per il pel rincaro continuo delle merci accrescevano duplicavano le difficoltà.

Ma non si perdettero d’animo il Sigg. Membri del Consiglio con a capo l’Ill.mo Sig. Presidente e i Signori Procuratori degli Istituti stessi onde; e, a meglio conseguire il loro

nobile scopo pensarono di coordinare il Manin Maschile con l’Orfanotrofio alle Zattere e,

col consenso dell’Autorità tutoria, fu consociato detto coordinamento fu consacrato nel

convegno col sottoscritto, in data il 14 luglio 1919.

In esso sono furono bene delineati gli scopi affini dei due Istituti: sull’

all’Orfanotrofio si accolgono le Elementari sino alla IV Classe e si preparano i

giovanetti più teneri alle scuole professionali; le quali queste poi hanno luogo loro sede

adatta nei locali del Manin Maschile.

Per ritornare poi finito Compìto il periodo biennale, passano alle officine

Dell’Orfanotrofio maschile onde perfezionarsi durante il rimanente tempo di ricovero degli

alunni.

Ma ad un altro concetto si è pure ispirata la Congregazione di carità.

Non solo Essa intese che il beneficio delle scuole professionali fosse per i giovani

ricoverati dei suoi Istituti Maschili, ma volle che esteso questo beneficio lo godessero a

quanti più è possibile dei poveri figli di Venezia; e, allorquando le macchine siano tutte

piazzate e le scuole ordinate secondo criteri che si hanno tecnici ai piccoli veneziani

desiderosi di poter frequentare le scuole professionali, si apriranno le porte del Manin; che

anzi se le finanze della Congregazione, aiutate dalla carità dei buoni, lo permetteranno, si

darà loro anche la refezione a mezzodì; così, oltre all’insegnamento dei ai loro ragazzi, le

famiglie bisognose avranno un sollievo materiale che, in questi anni di disagio economico

come questi, non sarà poca cosa.


[manca il terzo foglio]


V094P223


Detti locali hanno m. 2.196.46 ciascuno, complessivamente m, 2.292,92.

La scuola del libro attualmente occupa una sala delle dimensioni di 21,10x8.20

m. 2.170, ed ha due macchine a macinazione piana di grande formato; una macchina a

pedale per piccoli lavori: tagliacarte: cucitrice: perforatrice; torchio per bozze ecc.

Appena il lavoro prenderà sviluppo si provvederanno due altre macchine a

macinazione cilindrica e, affinché i giovani abbiano conoscenza non solo della

composizione a mano, ma anche di quella a macchina, si provvederà una linotipe ed una

monotipe. Coll’aumentarsi delle macchine il riparto compositori si dovrà trasportarlo in

altro locale già pronto, e presso a poco di eguali dimensioni.

Appena le finanze lo permetteranno, si aprirà una scuola di elettrotecnica e

all’orfanotrofio una panetteria e piccola fabbrica di pasta.

Quantunque propriamente non siano dell’Istituto Manin, ma dell’Orfanotrofio

Maschile, pure si debbono considerare come facenti parte delle scuole professionali del

Manin, la scuola per i sarti e la scuola per i calzolai.

La prima è frequentata da cinque alunni, ha per corredo oltre i banconi, ferri

elettrici da stirare, quattro macchine Singer, ed occupa un locale di circa metri quadrati 42.

La scuola calzolai è frequentata da dieci alunni, ha tre macchine Singer, ed occupa

un locale di circa metri quadrati 60.

Dette scuole si aprirono all’Orfanotrofio anziché al Manin per dare comodità ai

giovani della sezione sordomuti, che è unita all’Orfanotrofio, di apprendere anche loro

un’arte, e l’arte del sarto e del calzolaio sono le più indicate a poveri figli privi dell’udito e

della favella. Questi alunni non sono compresi nei 57 già sopra accennati, per cui, complessivamente, verrebbero ad essere 72.

Per imprimere unità di indirizzo all’Istituto Manin e Orfanotrofio Maschile è fu

posto, quale Direttore, il Sac. Carlo Pensa, da cui dipende completamente l’andamento sia disciplinare che scientifico e professionale.

Ad ogni scuola egli provvede con relativi appropriati insegnanti.

Essi sono Per la scuola del ferro è il Sig. Vittorio operaio provetto e già maestro

della scuola da 26 anni. A quella del legno è preposto il Sig. Latino Piantoni, diplomato alla

R. Scuola d'Arti e Mestieri di Matelica; alla scuola del libro il Signor Egidio Vezzulli

direttore capo – proto provetto e maestro di arte Scuola tipografica da oltre 15 anni.

A maestro della Alla scuola dei sarti si è provveduto col Signor Luigi Canegallo, diplomato

a Londra; più per i calzolai col Signor Pesavento Cristino operaio provetto abile nel taglio e

nella lavorazione di qualsiasi genere di calzatura.        








V094P224


Oltre a questi insegnanti, direttamente addetti alle e respon alle singole Scuole, il

Direttore ha quali consiglieri i Sigg. Insegnanti Bartoli Angelo e Biagio Marabotto, muniti

di diploma governativi per quanto si riferisce alla parte propriamente scolastica e ad

insegnanti ausiliari, e, per la parte quanto riguarda il lato professionale, il Signor Michele

Melomo il quale quantunque non abbia munito di diploma, è però persona molto capace

intendente di arti e di provata competenza di arti.

Il macchinario è tutto di fabbricazione italiana, nuovo e moderno; alcune macchine

non sono ancora nell’Istituto a causa dei i frequenti scioperi sia delle fabbriche che delle

ferrovie, ma tutto fu già commissionato fino dall’Agosto scorso, e tutto sarà azionato a

forza elettrica.

Anche il corredo dei banconi, gli attrezzi del mestiere delle varie arti tutto è nuovo,

perché quelli che si adoperavano avanti guerra erano di proprietà degli assuntori delle

officine.

Allora Le Scuole professionali erano allora piuttosto officine non che scuole, dove

e l’alunno doveva, direi, rubare il mestiere al padrone, ma non razionalmente e non così

presto, e non sempre poteva uscirne operaio finito.

Ora invece si vuole che siano vere scuole, dove l’alunno abbia non un padrone,

ma un maestro che paternamente lo indirizzi formi e lo istruisca istruendolo lo educhi

secondo la tecnica, le regole e il gusto dell’arte, portandolo in breve più breve a quello

sviluppo intellettuale a cui non sarebbe giunto se non dopo parecchi anni, e dandogli così

modo di sentirsi più presto cosciente e padrone di sé, con in mano un’arte proficua, ed

avviato ad un avvenire onorato.