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[Da copia manoscritta - l’originale trovasi presso Giulietto Piccardo a Sora]

        Anime e Anime!

       Roma, sera del 21 Febbraio 1923.

Carissimo Giulietto,

la grazia del Signor Nostro Gesù Cristo sia con te! Come mai, caro mio figliuolo, come mai? Ma è vero che vorresti lasciar qui Don Orione, e tu andartene in Paradiso?

Eh bel segretario che saresti tu! In Paradiso bisogna andarvi con dei manipoli di opere buone non colle mani vuote.

Niente, niente! In Paradiso ci andrai, ma a suo tempo, e dopo che avrai lasciato lavorato con fedeltà, e molto lavorato a tirare la tua carretta, o meglio, la carretta della Divina Provvidenza. Hai capito, caro figliuolo mio? Per ora non si deve morire, si deve pensare a fare la volontà di Dio con docilità di spirito e con buona voglia di essere un buon facchino di Dio. - Va bene così?

Iddio, caro mio Giulietto, ti ha visitato con l’infermità del corpo perché più vigorosa si mostri in te la virtù dello spirito: perché tu purifichi e santifichi in Lui, nel tuo suo amore e nel suo santo servizio, tutta la tua vita ed il tuo cuore. Questo voleva da te Nostro Signore. Ora che hai meglio compreso quale devi essere, e cosa voglia da te Gesù, mettiti con umiltà e fedeltà: prega e sta attaccato bene alla Madonna, caro mio figliuolo, e sta lieto in Domino. - Io ho incaricato la Madonna, e tutti i giorni glielo dico, di venirti ad assistere ed a fare compagnia in vece mia. Sai, caro Giulietto, quante e quante volte al giorno Don Orione ti pensa nel Signore e prega per te?

Ti mando un immagine di S. Pacifico da San Severino. Al suo altare dove egli riposa in Cristo, ho offerto a Nostro Signore quel tanto della mia vita che al Signore piacesse per prolungare la tua. Tu sei giovane e più di me potrai lavorare e salvare i poveri fanciulli più abbandonati ed a far amare Gesù Cristo ed il Papa. Stai dunque tranquillo, caro Giulietto, che spero in Dio che camperai ancora, e, se piacerà al Signore e tu sarai fedele ed un bravo figlio della Provvidenza, Iddio ti darà di aiutare ancora

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questo tuo povero padre in Gesù Cristo a fare del bene agli Orfanelli ed a fare tanto bene!

Ti ho messo nelle mani della Madonna raccomandandoti ad Essa, come un bambino a sua madre e sta come sai.

Spero che presto presto ti riporteranno sotto il tetto della Divina Provvidenza, e mi pare di rivederti già nella mia camera, e poi a S. Remo.

Se puoi, scrivimi come stai, anche poche parole, ma dimmi tutto come stai.

Ti benedico, caro Giulietto mio, con quell’affetto più che di padre in Cristo, ed in Gesù Cristo ti conforto a soffrire per l’amore Suo e per la Congregazione e ti abbraccio nel Signore e tuo aff.mo

     Sac. Luigi Orione

     della Divina Provvid.

       Da S. Severino M. il XIX. 2. [1]923.

Caro Giulietto,

ho ricevuto la tua lettera.

Ho pregato e prego per te oggi ogni giorno.

So che Don Bariani ti usa ogni cura. Spero avere migliori notizie. Ti scriverò più a lungo.

Ti benedico tanto tanto!

Tuo aff.mo in Gesù Cristo e nella Madonna

     Don Orione