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[Da copia dattiloscritta - l’originale trovasi presso Adelaide Coari - Milano]

Copia

        Instaurare omnia in Christo

Istituto San Prospero

Opera Div. Provvidenza

        Reggio Calabria 28. 2. 1912.

Buona figliuola del Signore,

Ricevo la Sua. Quanto mi tratterrò ancora, io non lo so proprio: sto attendendo da un giorno all’altro; ma, se si tardasse, sempre partirei Domenica.

Alla Contessa [Spalletti] non potei scrivere che ieri. Sì, pregherò per V. Signoria. Ella pure preghi da buona figliuola la Madonna SS.: la Madonna dà sempre luce e conforto grande allo spirito.

E così, dacché la Sua bontà me lo permette, Le raccomando di rendersi un poco alla volta messinese, - in tutte le cose ove non vedrà del male, si renda messinese - ora che è a Messina, e si renda calabrese, quando sarà in Calabria: così praticherà quello di San Paolo: omnia omnibus factus sum.

Ogni popolo, si sa, ha i suoi costumi, e sono buoni agli occhi suoi, ed è tanto bello accondiscendere, ove non ci sia nulla di male. Quaggiù poi, se si vuole fare un po’ di bene, è conveniente, mi pare, fare sentire il meno possibile che si è dell’alta Italia, e renderci possibilmente calabresi o siciliani per la carità. Le costumanze di questa gente, per quanto si può, devono sempre essere buone agli occhi della nostra carità.

E se, in chi ci sta presso, o lavora con noi, si vede qualche debolezza, ciò non turbi o procuri amarezza alcuna dentro di noi, ma aspettiamo in pazienza, e seminiamo in dolcezza e magnanimità.

Ho letto nella scrittura che Giacobbe si licenziò dolcemente dal fratello, perché egli aveva i suoi bambini, e doveva andare adagio, e misurare i passi suoi coi passi dei suoi bambini, non solo, ma anche dei suoi agnellini. E così facciamo noi, in Domino, con questi popoli. Quanto più guadagneremo i cuori, tanto più presto e più soavemente ci verranno dietro.

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Non vi avvilite, buona figliuola del Signore, dei vostri difetti e delle difficoltà che incontrerete; state umile e semplice ai piedi della Chiesa e pregate, e la vostra confidenza sia sempre nuova e grandissima nel Signore. Non vogliate fare troppo e troppo presto: Iddio sa le ore ed i momenti, noi lavoriamo con fede ed umiltà nel Signore, attingendo a Lui, che ha detto: discite a me, quia mitis sum!

Ecco che, invece di una lettera, ho fatto, una predica. Ella me lo perdoni, e Dio La benedica.

In X.sto

     Sac. Orione d. D. P.

Corrisponde all’originale in mio possesso.

Milano 25 Marzo 1959.

     Adelaide Coari