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[Da copia dattiloscritta - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Roma, 16 Luglio 1916
Tortona, il 31 Ottobre 1917.
Onorevole
Presidente della Commissione Locale di esonero al servizio alle armi
Roma
Alessandria
Il
sottoscritto, Sac. Orione Luigi, espone rispettosamente a codesta
Onorevole Commissione: Dai giorni
dolorosi
dei
terremoti
Calabro Siculo e abruzzese
egli ha aperto
accolto
in Roma,
a via Alba N. 5, un Istituto per gli
Tortona nell’Istituto Paterno oltre
cento
o Casa della Divina Provvidenza oltre cento Orfani
del Terremoto. I
giovani Gli orfani
I giovani tuttora
ivi ricoverati sono circa sessanta,
tutti
orfani
completi e
abbandonati
del
terremoto e, oltre venti, tra orfani di guerra e figli di richiamati
ed abbandonati.
Parte
di essi frequentano le Scuole pubbliche; quelli poi che hanno più
dei 14 anni sono avviati ad un’arte e
mestiere.
Di questi parecchi furono già espulsi da altri Istituti per cattiva
condotta, e si tenta col lavoro riabilitarli ad una vita onesta e
civile.
Direttore
dell’Orfanotrofio è il Sac. Giuseppe
Adaglio di Luigi Tortona il 1° Ottobre 1884 di 3a
Categoria
Carlo Erminio Sterpi di Giovanni Battista nato a Gavazzana (Tortona)
di
1.a categoria
il 30 Ottobre del 1874 (Milizia Territoriale) e
riformato alla prima visita nel 1904
1896? al
Distretto Militare di Voghera.
Nell’Orfanotrofio
Istituto egli
vi fa
anche da amministratore e da
Assistente,
poiché l’altro personale, che vi era addetto, è tutto
sotto
le armi.
Il
sottoscritto rivolge all’On. Commissione umile domanda perché al
Giuseppe
Adaglio
Carlo Erminio Sterpi,
Direttore del suddetto Orfanotrofio
Istituto
Ricovero sino
dalla sua apertura,
e richiamato
ora al servizio militare, si degni essa concedere un esonero
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temporaneo
poiché il suo allontanamento dall’Orfanotrofio
Ricovero Orfani avrebbe
per dolorosa conseguenza l’abbandono di tanti poveri fanciulli, ai
quali non saprebbesi come provvedere.
Essi sono poi di tale età che non è possibile poterli affidare a donne.
Non
per vana ostensione di bene, ma perché l’On. Commissione abbia gli
elementi necessari
opportuni a decidere, il sottoscritto si trova nella necessità di
far conoscere che dai vari Orfanotrofi e Colonie Agricole di
redenzione morale, che egli ha aperto in più parti d’Italia pro
juventute derelicta,
già più di 40
60
suoi
coadiutori sono passati sotto le bandiere dell’esercito;
e parecchi valorosamente sono
caduti, ed
ora si trova così privo di personale che non
avrebbe
saprebbe proprio
come sostituire il Giuseppe
Adaglio
Carlo Sterpi.
Né
oggi è facile trovare personale che
affidi un
cui
affidare tale
lavoro delicato e di grande e diuturno sacrifizio:
né alla cura e vigilanza di simili
Orfani
può preporsi un personale avventizio. E neanche potrebbe lo
scrivente sostituire l’Adaglio
lo Sterpi, dovendo
egli recarsi continuamente qua e là, per la vigilanza degli altri
Istituti, ed avendo a pensare, in questi momenti assai critici, a
trovare pane, vestito e lavoro per molti di questi infelici.
Al sottoscritto poi vengono di preferenza affidati dall’Opera Nazionale di Patronato Regina Elena gli orfani più discoli, come potrà farne fede, occorrendo, la Presidenza del Patronato stesso.
Ad
altri direttori di Istituti consimili che accolgono anche essi Orfani
dello
di
Stato,
perché Orfani di disastri nazionali, (come al Direttore
dell’Orfanotrofio lombardo
di
dal sottoscritto aperto a Messina; al
Direttore della Colonia Agricola di Palmi (Calabria)
a
quello di Avezzano nell’Abruzzo
benché
questa non accolga che 25 orfani e
non discoli,
fu
concesso l’esonero;
così a quello di
dal sottoscritto aperto in Avezzano (Abruzzo),
di
a Cuneo, di
a Roma etc.,
a tutti fu concesso l’esonero.
È
abbastanza noto come l’Opera Nazionale di Patronato Regina Elena è
creata dalla
legge
ed esercita funzioni
di Stato.
Sembra
È evidente, per ciò stesso, che gli Istituti che
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ricoverano i detti orfani sono da considerarsi alla stessa stregua di quelli contemplati dalla lettera a dell’art. 1 del Decreto Luogotenenziale 17 Giugno 1915 n. 887 in quanto appunto ad essi sono affidati servizi pubblici di interessi nazionali.
Pertanto
la Commissione vorrà fare diritto al chiesto esonero; e uso
vorrà, per ciò stesso, permettere che un’Opera creata
dallo Stato,
per
funzioni di Stato,
sia messa in condizioni di non
potere
poter continuare ad assolvere il proprio pubblico
servizio di interesse nazionale.
Ha quindi fiducia lo scrivente che l’Onorevole Commissione vorrà prendere in benevola considerazione questa supplica la quale si riferisce ad un caso identico e forse più eccezionalmente pietoso per altri aspetti.
Si
tratta invero di un Istituto che si è sempre prestato alla
Congregazione di Carità di Roma ed ad altri Enti Locali
alle
Autorità pel ricovero, la protezione, l’educazione e l’assistenza
di orfani di
Roma
anche
nei casi più urgenti, come pure pei
figli dei richiamati alle armi e per gli orfani della guerra.
Chiedesi
pertanto rispettosamente che la Commissione d’esonero riferendosi
al Decreto Luogotenenziale 17 Giugno N. 887, voglia esonerare
temporaneamente l’Adaglio
Giuseppe
il Carlo Sterpi suddetto
di
3.a Categoria del Distretto di Voghera
appartenente alla Milizia Territoriale, e
dichiarato non
perché
indispensabile
ed insostituibile
nella
cura degli orfani del terremoto o della guerra cioè orfani
della Stato.
A
lui infatti, secondo l’art. 1 del citato Decreto, (lettera b, e c,)
è
affidata un Azienda che rende un importante servizio pubblico e
d’interesse locale:
un Istituto di orfani dello Stato, che È poi questo un Istit Questo
Istituto interessa anche il bene e l’ordine pubblico, ai quali
pubblici Poteri non possono non
pensare e provvedere
poiché siano essi questi orfani del terremoto o dei caduti in guerra
o figli di richiamati sono questi sempre legalmente e figli dello
Stato, e non possono essere abbandonati a sè.
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La chiusura di simile Istituto quindi in questi difficili momenti non solo accrescerebbe il disagio della popolazione, ma potrebbe dare occasione ad incidenti di disorganizzazione civile.
Dichiaro
poi che Giuseppe
Adaglio per quella Azienda
il
D. Carlo Sterpi (è
veramente necessario
ed insostituibile)
disimpegnando
egli un
il
suo ufficio
di utilità pubblica, e
non per vile mercede, ma gratuitamente,
per alta idealità religiosa ed umanitaria insieme: onde modestamente
concorrere a dare alla Patria dei giovani moralmente sani, e tali che
essa abbia domani in loro dei cittadini laboriosi ed onesti.
Se codesta On. Commissione desiderasse personalmente ascoltarmi, me ne terrei altamente onorato. Ma, ripeto: si tratta di poveri orfani che o a causa del terremoto o per la guerra sono legalmente veri e propri pupilli e figli dello Stato.
A questi, che sono i più cari e sacri pegni della Patria, ho consacrata la mia vita, ed altri vi sono votati con me, e nutro piena fede che Vostra Signoria Ill.ma e l’Onorevole Commissione, nella Loro saggezza, non lasceranno che tanti inenarrabili sacrifici, per dare ai più umili e derelitti figli d’Italia un onesto avvenire, vadano dispersi.
Che anzi, compenetrandosi nel caso pietoso, e per alto senso non di sola pietà, ma di giustizia e di onore verso i figli dei periti nelle ore più trepide per la Nazione, vorranno agli orfani mantenere la necessaria ed indispensabile assistenza; perché, privi essi di genitori, sentano almeno che lo Stato non li priva di colui che dal giorno della sventura fa loro da Direttore e da Padre.
Con profonda gratitudine ed ossequio
di Vostra Signoria Gentilissima
Dev.mo