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[Da copia dattiloscritta - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione - vedere Bollettino Guardia, 29 Settembre 1931]

Bollettino Guardia

La solenne inaugurazione del Santuario.

In un primo tempo si era parlato di consacrazione vera e propria del Santuario, ma, per alcune circostanze che è facile indovinare è intuire, essa non poté avere luogo, privandoci della ambita ed augusta presenza di illustri eminentissimi Porporati, oltre il nostro amatissimo Vescovo, e di altri Vescovi e le più alte Autorità della Provincia, che avrebbero conferito alla solennità uno splendore d’eccezione, richiamando a Tortona una folla ancora superiore a quella già così straordinaria convenuta quest’anno.

La novena.

Vistosi manifesti annunciarono alla città e paesi della Diocesi che sarebbe cominciata la novena a S. Bernardino, predicata dall’Avv.to Don Benedetto Galbiati. Ma la celebrazione del suo 25.mo di Sacerdozio lo trattenne ad Oropa, e onde nei primi giorni fu sostituito, alla buona s’intende, da alcuni Sacerdoti dell’Opera. D. Piccinini iniziò la predicazione trattando del Rosario. Lo seguirono Don Sparpaglione con “L’Addolorata” e Don Fiori con “La salute dell’anima”.

Don Galbiati svolse nelle sere precedenti successive argomenti sempre nuovi ed interessanti, polarizzando l’attenzione dell’uditorio su due termini fissi: Gesù e Maria.

Prima della benedizione Eucaristica prendeva la parola Don Orione per rivolgere Don Orione qualche sera rivolse al popolo alcune istruzioni e intonare sempre intonava le preghiere della novena. La vita cittadina mostrava la partecipazione all’avvenimento straordinario ed anche i più freddi e neglittosi meno ferventi venivano dall’onda generale d’entusiasmo spinti e portati ai piedi della Santa Madonna per ascoltare la fervida di l’alta e santa parola del Prof. Don Galbiati e Don Orione.

Egli parlava sul vasto spiazzo tra l’umile antica Chiesetta ed il nuovo Santuario, dopo il canto dei vespri all’aperto.

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La notte vegliata.

L’ultima sera della novena la gente popolazione, richiamata da più vivo fervore e dalle musiche, accorse ancora più numerosa alla funzione.

Intorno al Tempio Santuario, dalla facciata artisticamente illuminata, una gioiosa promiscuità confonde i venditori di corone e di immagini oggetti religiosi, di candele, di bevande, e di dolciumi. Ogni carro ha la sua folla. Dopo la Benedizione Eucaristica comincia il tradizionale spettacolo pirotecnico: girandole, pioggia di stelle, razzi, serpenti di luce, e, come chiusa, una miriade di scoppi luminosi da tutte le altezze ed in tutte le direzioni. Poi la folla si dirada perché è notte inoltrata, ma rimangono, per ricevere ascoltare le confessioni, i Sacerdoti della Divina Provvidenza che, per grazia di Dio, sono impegnatissimi, e sono più di cinquanta!

Gesù è esposto alla pubblica adorazione nella Cripta, e per tutta la notte è un alternarsi di canti ed inni divoti.

Dopo mezzanotte arrivano i pellegrini a schiere od isolati.

Nei confessionali altri Sacerdoti sostituiscono i primi, affaticati e bisognosi di riposo, ed alle due del mattino cominciano le Messe e Comunioni nella antica chiesetta, e nella Cripta. Già molti pellegrini affluiscono dal Tortonese, dall’Alessandrino e dalla provincia di Genova; buona gente di campagna, semplice e salda, devota della Madonna della Guardia per tradizione di secoli.

L’alba radiosa.

Spunta finalmente l’alba radiosa del 29 Agosto, salutata da un lieto festoso squillo di di tutte le campane. C’è nell’aria qualche cosa d’ineffabile che trascina e commuove. Pare che anche l’azzurro trasparente del cielo che rivela in lontananza le cime raforose frastagliate delle Alpi e la collina tutta lucida di verde e di ville, partecipino alla letizia dei cuori. Il tricolore sventola sulla antenna del Castello e tutta la città è imbandierata. È giorno di mercato, ma pochi sembrano occuparsene; il pensiero è rivolto al Santuario e le anime dei più sono protese verso miraggi di cielo.

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La benedizione del Santuario.

Alle 5 preceduto dalle diverse musiche dei nostri Istituti, S. E. Mons. Vescovo Simon Pietro Grassi raggiunge in automobile il Santuario e dà principio al sacro rito. Viene prima benedetta la Cripta, poi con aspersione l’esterno del Santuario, poi indi la processione dei sacri ministri entra nel tempio, tenuto completamente sgombro e occupa la navata centrale. Poco dopo la A benedizione è compiuta, s’intonano le litanie, e S. E. Mgr. Vescovo si dispone a celebrare nel Santuario la prima Messa. Il popolo ha libero accesso alla Chiesa superiore che in un attimo rimane stipata. Di fuori è tutto un brusio di nuove schiere di pellegrini che arrivano da tutte le parti della Diocesi, anche le più lontane.

Il trasporto della statua miracolosa.

È venuto l’istante più solenne: la presa di possesso del Santuario da parte della Celeste Guardiana. Sulle spalle di otto Sacerdoti, che si alternano, la statua di Maria viene trasportata dalla vecchia Cappella alla nuova chiesa suo nuovo Santuario, mentre la folla, che lascia appena un varco al suo passaggio, prorompe in applausi ed in Evviva Maria.

Quando la Madonna entra in chiesa e ascende verso il suo trono è un delirio di applausi, di grida frementi di gioia, di invocazioni della moltitudine, e moltissimi piangono!

La statua viene issata La Madonna è portata in trionfo sul suo trono, ed al suo apparire là in alto, la folla non sa contenersi e prorompe in applausi scroscianti, frenetici, e grida di entusiasmo indescrivibile e. S’intona il Te Deum di ringraziamento. Da quella altezza, soffusa di globi d’incenso tra ceri e fiori, la Dispensiera di grazie Santa Madre di Dio sembra sorridere alla moltitudine che s’aggrappa ai suoi piedi invadendo le gradinate, ed il presbiterio e tutta la Chiesa, dove, dopo la Messa di Sua Eccell. Rev.ma Mgr. Vescovo, seguono a tutti gli altari altre Messe ed all’Altare Maggiore quella del nostro caro Prevosto Don Carlo Milanese. Alle ore dieci ha luogo la Messa Solenne “De Angelis” seguita dalla supplica alla Madonna della Guardia.

+ Discorso - Municipio

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La benedizione ai malati.

Intanto arrivano al Santuario centinaia di ammalati amorosamente assistiti dai parenti e dai fedeli, per ricevere la Benedizione Eucaristica dei malati come a Lourdes.

S’ode potente ed infuocata la voce di Don Orione: “Abbiate fede, fede ardente, domandiamo a Gesù la grazia pei nostri malati o della guarigione o del conforto nel dolore”.

E, come a Lourdes, un’onda di commozione pervade la folla, quando il Sacerdote stringendo il raggio di Gesù Sacramentato, discende dall’altare e passa benedicendo ad uno ad uno i poveri infermi. La commovente funzione dura più di una ora e quando Don Orione, spossato dallo sforzo compiuto in continua tensione di spirito, benedice ancora una volta la moltitudine, sempre compatta: sono le 14 pomeridiane.

La solenne processione grandiosa, unica forse al mondo.

Una breve sosta nel primo pomeriggio, e poi il popolo si avvia di nuovo verso S. Bernardino. Alle ore 17.30 esce dal tempio nuovo Santuario la processione che va sempre ingrossando mano mano che si snoda per il quartiere di S. Bernardino prima di imboccare, fra due fitte ali di popolo, lo stradone principale. È una dimostrazione di fede quale raramente è dato di vedere. Dietro lo stendardo di Maria, che apre il corteo, la doppia fila di devoti si distende a perdita d’occhio senza distinzione gruppi di associazioni, intramezzata a lunghi intervalli, dalle 6 bande musicali venute da Venezia, Roma, Fano, S. Severino, Novi, e Borgonovo Val Tidone e disposte in questo ordine. Tutte eseguiscono inni religiosi ai quali alternano canti e preghiere, ininterrottamente. Ed ecco uno spettacolo, nuovo a Tortona e, forse certo unico al mondo. In testa al gruppo alle schiere interminabili dei Probandi e dei Sacerdoti di Don Orione, sono i è un numeroso gruppo di chierici operai di Don Orione, in semplice veste, talare; che essi recano in processione gli arnesi strumenti del lavoro, gli arnesi con i quali essi e tanti loro compagni hanno costruito il Santuario. Cariole che aprono il quadro, vanghe, badili, eretti come labari simbolici, picconi, squadre, livelli, zappe, corde, cinghie ed altro ancora. Sono i trofei del lavoro cristiano!

La folla, ammirata e commossa, sottolinea con applausi il loro passaggio. Come scorta d’onore alla statua della Madonna, vengono poi gli otto chierici giunti da Roma a

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piedi, in perfetta tenuta da viaggio, col bastone in mano ed un sacco sulle spalle e, proprio davanti ai Sacri Ministri, due altri chierici ed un alunno del “Dante”, che devono a Maria la guarigione e la sanità e l’incolumità. Ai giovani vigorosi di S. Bernardino spetta l’onore di portare la statua della Madonna sulla quale piovono fiori a profusione dalle finestre e dai balconi affollati di spettatori. Una massa confusa di fedeli segue a ridosso.

Il corteo sosta nei punti principali del percorso e perviene, salendo lentamente, sulla spianata che domina dall’alto la città. Squilla l’attenti: il Sacerdote leva le mani il Reliquiario della Madonna a benedire; le musiche intonano inni patriottici. È il crepuscolo e le vie della città sottostante sono già illuminate; la pianura, velata nell’ di ombre, il cielo, dove fioriscono le prime stelle, sembrano accogliere con soavità di sentimento quelle voci quei canti e quei suoni. Si riprende la salita e la statua miracolosa della Madonna appare tutta in un corimbo di lumi e di lampade.

L’ultimo tratto è un trionfo; canti e musiche s’intrecciano e si fondono in una sola ondata che sale e si disperde con gli applausi alla Celeste Regina. Don Orione compare sulla Torre.

La sua voce è roca per la stanchezza, ma sempre elettrizzante.

Viva Maria” E mille voci fanno eco al suo santo grido e rispondono ai suoi inviti. Egli invita dà gloria a Dio ed alla Santa Madonna, Madre di Dio e rinnova il giuramento della fede e dell’amore all’Italia ed a Tortona: il Santuario è fatto: il voto è compiuto! Alza il Crocifisso e benedice la moltitudine fremente di gioia spirituale e de’ più sacri amori.

Lontana sembra sorridere l’immensa mole del Santuario nelle rosse lampade che ne delineano la facciata ed il rosone centrale!

Bagliori rossi investono la torre e salgono al cielo; un fumo denso resinoso e scarlatto fascia il viale dei caduti. È già notte. È l’ora del ritorno. Ad ogni incrocio di strada la folla s’ingrossa. Il corteo scende verso Tortona per l’altro versante, cantando con più fervida voce la canzone della Guardia. Sono le 22 circa.

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In Piazza del Duomo.

La Cattedrale non è capace di contenere che un minimo della folla e la piazza rimane gremita di popolo. Il Vescovo si porta sulla loggia soglia del Duomo ed impartisce all’immensa moltitudine la Benedizione Eucaristica, dopo la quale Don Galbiati sale il podio e parla a quelli che lo possono sentire udire. Don Orione s’impone di forza anche ai più lontani: per la recita del si recita il “Credo”! A notte inoltrata il corteo si ricompone per raggiungere il Santuario, dopo la tradizionale sosta a S. Michele, ed il popolare rione di S. Bernardino vive per altre ore l’intima soavità del trionfo di Maria; poi a poco a poco si raccoglie nel suo sonno beato.

La seconda giornata al Santuario.

Il concorso del popolo non è stato da meno di jeri. Da Casteggio, l’Arciprete Don Carlo Testone ha condotto alcune centinaia di pellegrini. Altri sono giunti da Arquata Scrivia con il Rev.do Don Rolandino, e da diversi centri vicini e lontani. Anche la frequenza ai SS. Sacramenti è stata confortante nella giornata odierna.

Un pranzo alle Autorità.

A mezzo giorno fu servito nei locali del “Dante” un pranzo alle Autorità religiose e cittadine ed ai rappresentanti della Stampa. Erano tra i presenti il Podestà Comm. Boragno e Mons. Legé Vicario Capitolare.

Sua Ecc. Mons. Vescovo si degnò intervenire al dessert e colle altre Autorità posò per un gruppo fotografico.

La chiusura dei festeggiamenti.

Nel pomeriggio Don Galbiati tenne il discorso di chiusura e la Benedizione Eucaristica suggellò i solenni festeggiamenti.

Che cosa c’è in vista per l’avvenire del Santuario?

Prima di tutto la consacrazione, ad epoca non ancora fissata, e quindi il compimento dei lavori nella nuova chiesa, oltre l’Ospizio dei vecchi che rappresenteranno ai piedi di Maria le trecento Parrocchie della Diocesi.

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Le feste sono finite, ma il Santuario comincia ora la sua vita di grazie e di carità.

Nella prima ora mattina vi sono Messe ore continue, ed ogni giorno, alle 10, ora dell’Apparizione, vi sempre si celebra la S. Messa.

Il 29 di ogni mese vi si fa una funzione particolare.

Di tutto siano rese lodi al Signore ed alla Madonna Santissima!

Non nobis Domine, non nobis, sed Nomini tui da gloriam!