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[Minute]

Buon Natale! buona fine e buon Capo d’Anno!

È il terzo Natale che passo lontano da Voi, - chi l’avrebbe mai detto? Non Vi posso nascondere che specialmente all’avvicinarsi di queste dolci Feste, io sento più di tutto d’essere lontano da Voi: l’oceano che sta è tra me e Voi, in certe nelle ore de’ mesti ricordi ed in questi giorni, mi sembra con infinito, sento mi pare di essere come un confinato in come in esilio, un esule e ripenso nostalgicamente a Tortona, alla città del mio grande grande santo grande amore, delle follie sante, e del mio grande dolore de’ miei grandi dolori e del mio pianto: penso al Santuario, ai giovani a tante anime, ai nostri Alunni, ai Chierici, ai bambini del di Villa Charitas, penso e vado al Santuario a S. Bernardino, vado al Santuario e cerco col cuore i Benefattori, gli Amici, tutti quelli che ho lasciato, e che amo tanto nel Signore.

Ecco, Natale s’avvicina: io pregherò per Voi, pregate anche Voi per me, o miei Cari: Gesù ci ascolterà, ci darà forza e coraggio: il suo regno verrà la sua benedizione discenderà su di noi, e, qualunque sia l’avvenire, cammineremo ai piedi della Santa Chiesa in umiltà grande e con la semplicità, come dei pastori, senza limite devota e filiale; cammineremo con passo dietro a Gesù e con Gesù, verso tutto quello che Gesù e la Sua Chiesa vorranno o disporranno, di una sola cosa desiderosi che di viv servire, di amare, di patire e di morire d’amore per Gesù e alla e per la S. Chiesa e di morire d’amore a Gesù ed a Pietro al Papa.

Noi siamo gli stracci della Provvidenza Divina e della S. Chiesa.

Glorifichiamo il Signore e cantiamo le sue lodi d’in ginocchio nel Presepe, ai piedi di Gesù Bambino.

Com’è sublime e bello diventare piccini piccini ai piedi di Gesù Bambino.

Oh specialmente all’avvicinarsi al Natale io sento più di tutto d’essere lontano da Voi: i chilometri che stanno tra me e Voi mi sembrano infiniti, sento di essere un esule e ripenso nostalgicamente alla mia città di Tortona, la città del mio amore santo, delle mie follie d’amore santo e del mio grande dolore, penso a quelli che vi ho lasciato e che amo tanto.

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Qui fa gran caldo: e il Natale non si festeggia e non si sente qui come da noi, nella nostra Italia.

Le cerimonie stesse non le sento così commoventi.

Io lo passerò coi poveri, coi più poveri di Buenos Aires, essi mi r e vivrò con Gesù povero, e Gesù mi addolcirà l’esilio.

Oh quanto voglio amare Gesù in questo Santo Natale, lo voglio amare tanto, che ben vorrei mi si rompesse il cuore d’amore.

Voi Dirò a Gesù che vi faccia sentire quanto ho pensato a Voi e quanto ho pregato per Voi durante la santa notte e tutto quel giorno.

Io penserò a Voi, così buoni, così generosi con me.

E mi voterò intensamente al servizio di questi poveri, resp che sono il rifiuto della società, respinti e disprezzati.

Sento che il mio dovere è compiere una missione per essi.

Il Natale lo passerò coi poveri del Cott Piccolo Cottolengo Argentino, e voglio stare per l’amore di Gesù lieto, voglio e per fare lieti e felici i poveri: Gesù mi aiuterà.

Avremo il Presepio, e vivremo con Gesù povero; canteremo Gesù, canteremo gloria al Signore e pace, in terra amore a tutti gli uomini - e che Gesù ci abbracci e ci salvi tutti nella per la Sua infinita carità.

E mi voterò interamente al servizio degli umili e dei piccoli, mi darò interamente la vita al servizio di quei poveri, che sono il rifiuto della società disprezzati e respinti, come fu respinto Gesù.

Oh quanto voglio amare Gesù in questo Santo Natale, lo voglio amare tanto, che ben vorrei mi si rompesse il cuore di carità. E dirò a Gesù che vi faccia sentire quanto ho pensato a Voi, quanto ho pregato per Voi durante la Santa Notte.