V096T001a V096P001
[Appunti]
+
1 Il mistero è il linguaggio della divinità.
2 La piaga del secolo XIX è (l’incredulità e) la negazione del sovrannaturale.
3 Gli animali apprendono, ma in modo limitato, lo affermano Aristotele e Plinio.
4 “Vi ha nel nostro secolo una sventura, anzi dirò non vi ha che una sventura ed è questa: di vedere tutto nella vita presente; dando all’uomo per fine la vita materiale, si approvano tutte le miserie.
Certamente io desidero migliorare la sorte di coloro che soffrono, ma non dimentico che per migliorare bisogna dare loro la speranza”.
Nel 1850 Vittor Ugo dalla tribuna francese.
5 “Vittor Ugo esclamava: Io credo a questo mondo migliore a questa vita avvenire. È questa la certezza suprema della mia ragione, la ragione suprema del mio cuore”. - Vittor Ugo.
6 “Date al popolo, al povero popolo la speranza di un mondo migliore, e allora egli avrà pazienza. Gettate nel misero la certezza di un avvenire celeste, la speranza del paradiso e l’equilibrio vi sarà.” Vittor Ugo.
7 I buoni ed i cattivi spariscono dalla faccia della terra; ma non nella stessa combinazione: la morte non è un sonno eterno, è il principio dell’immortalità.
Massimiliano Bodesiniero
8 Chi la mesta
die’ fuoco a Parigi? Il xxx
- No: il materialismo!
9 “Non vi può essere virtù religione, dapprima io nono lo pensavo; ora vedo che mi sono ingannato. I Monseau
V096P002
10 “Non dimenticate che l’attaccamento alla religione è la più grande garanzia degli Stati e che il disprezzo della religione è la loro decadenza.
Macchiavelli nel suo libro Del Principe.
11 Signori, se non avete fede non credete neppure alla storia: la storia è scienza di fede! non alla geografia etc.
12 Come il ferro nel corpo, così il discorso nell’animo più si s’imprime coll’indugio del calcare che con l’impeto del colpire.
Plinio il giovane - Epist. ad xxx
13 Oggi veggiamo
Laetasque diis florere nocentes
Vescarique pios.
14 Prode di xxx in
tutto, possiamo ingannarci alle apparenze:
Se troppo crede al ciglio colui che va per l’onde,
Invece del naviglio
Vede fuggir le sponde.
15 In Italia siamo oggi felici a parte quanto ben si fa.
La favoletta della libertà!!
or fieri
16 Giovani non siate
“ come penna ad ogni vento
Dante Paradis. C. XX
17 Volgiamoci al Vaticano, il Papa lui è il faro
la via come sempre teniamoci fissi come
l’ago magnetico nella terra polare.
18 I pagani dicevano […]
questo a noi cattolici non basta: nasce et vince te ipsum!
19 “Superbia, invidia ed avarizia sono le tre faville che fanno i cuori accesi.
Dante Inf. VI - 94
20 - No, signori miei, la pagana sentenza
La patria è un nume a cui sacrificarvi tutto è permesso non un approvarsi e non giustificare la violazione delle leggi morali.
21 “Et facere et prati fortia, Chattolicorum est.
22 Roma è un nome (è una realtà) che schiaccia.
N. Tommaseo
23 Combatto per la giustizia e per l’ordine, parlo per la pace
24 “ Che garantisce che le
V096P003
25 “Per credere al buon senso che debbo ammettere in ogni mio collega, io penso che voi non crediate nella libertà della Chiesa in libero Stato - si riduce ad uno schermo politico,e , forse, voi sorridete internamente vedendo che io lo prendo sul serio. Si voi non credete alla pomposa libertà promessa al Pontefice.
Alla Camera
Deput. Giuseppe Ferrari. 23 Gennaio 1871
26 Voi non mi negherete che il Pontefice non sia sotto la dominazione del regno d’Italia. - Alla Camera
Deput. Ferrari Giuseppe - 12 maggio 1873
27 “Per l’arcana connessione delle verità xxx
colle temporali, fu sotto il mondo pontifizio che nazionalità si
costituirono.”
T. Cantù, Storia degli Italiani
V. IV.
28 “La questione di Roma è tale una questione la cui influenza deve farsi sentire a duecento milioni di cattolici” Cavour 25 marzo 1861.
29 Venne confessato sempre che lo spettacolo più sublime è quello di un anima ce resiste alle violenze del mondo”.
30 Roma risorge a civiltà intinta dal sangue dei pontefici, dal
sangue del I vicario di Gesù Cristo S. Pietro,
come il disse Dante
“del sangue mio, di lui, di quel di Cleto”
Dante, Paradiso. Canto XXVII
31 “Noi abbiamo bisogno di una rivoluzione fatta a nome di tutti i culti contro il culto cattolico
Deputato Andreotti al Parlamento prima che fosse trasferito a Roma.
[…] 700 pag. 1180
32 che cosa può farsi del papato senonché demolirlo?
Deput. Miceli Atti. mum. 302 pag.
33 “La vera, l’immensa questione non ridursi alla presa di possesso di Roma”. I
giornali, il Diritto, la trasformazione etc.
34 Veniamo agli ipocriti liberali “L’Italia contrae il dovere di condizionare siffattamente il diritto pubblico interno, da non rendere impossibile al Papa, o meno [degur?] amorevole, la dimora di Roma”.
Bagli - Relazione della giunta sulla legge delle guarentigie.
35 “Portata la sede del governo a Roma non sarà per nulla disturbata la vita religiosa cattolica che ha il suo centro nella sede del pontificato”
Boncompagni - Raccolta ufficiale dei discorsi sulla legge delle guarentigie.
36 “Noi dobbiamo lasciare che la Sede cattolica possa stabilirsi, non solo col Pontefice ma con tutti gli enti che le abbisognano”.
Berti - raccolta citata pag. 102
V096P004
39 Alla sede cattolica abbisogna l’arte del potere temporale - dateglielo, ladri!
38 “ Il Papa è il solo che possa benedire ai suoi popoli.
Adolfo Thiers
39-Lasciate che Gesù imperi sovra Roma nel Suo Vicario: Egli ha con Lui e lei con Lui titoli speciali:
“ di quella Roma onde Cristo è bramoso.
Dante Purgat. Canto XXX
40 “Io credo che i padri dovrebbero impedire ai loro figli la lettura del catechismo” - e pure innanzi.
“un buon padre di famiglia dovrebbe fare il catechismo nell’indice dei libri proibiti”
Benedetto Cairoli in Parlamento 9 marzo 1877
E i deputati di destra e di sinistra esclamare: “Benissimo!”
Atti ufficiali della Camera 1922
41 “Il Colosseo prima fu un calice che raccolse il sangue dei martiri ora è una bara che raccoglie le lacrime della Chiesa”.
Ha detto santamente Pio IX
42 “I Romani di oggi sono i Romani di San Pietro”.
43 A Roma, a Roma “O portet me et romani videre”
atti degli Apostoli, c. XIX. V. 21.
44 “Ogni forestiero in Roma crede di essere nella sua patria: tanto il governo papale riempie bene l’oggetto della fraternità universale. Non ci ha viaggiatore che non confessi di aver provato un tal sentimento in questa antica e moderna capitale del mondo.
M. Bonnet, Essai sur l’art de rendre les revolutions utiles.4
45 Tutti sentono essere il Papa costituito sotto avversa dominazione.
L. Di G.+P.
46 Alla schiavitù la libertà alla folgore di Giove la misericordia, il Cuore Sacratissimo di Gesù che palpita e spira d’amore sul Golgota!
Che è il Paganesimo: Giove tonante: Giove che fulm
lancia il fulmine!
Che è il Cattolicesimo: è Gesù; Gesù che palpita e muore in Croce.
Alle ombre la luce e l’amore: la civiltà vera la morale eterna!
L. di G. + P
47 “Il paganesimo impera sugli schiavi e il cristianesimo sui liberi”.
S. Gregorio Magno.
48 Non parlatemi di moderazione in fatto di questione romana, non parlatemi di prudenza: la prudenza in questo caso è codardia, la moderazione viltà, onta, tradimento. Lasciatemi, lasciatemi: “Quidam me urget ora praecipit ut romanum evertan”
Anch’io grido con Odoacre e con Attila: qui la Roma massonica: abbattiamo la Roma giudaica: la Roma pagana!
E splenda sul Campidoglio il vessillo del Pontefice libero ed indipendente: del Papa che s’inalberi sul Capitolino la Croce di Cristo, la croce della libertà vera, della civiltà cattolica! - Dio lo vuole!
L. di G. + P
V096P005
49 A Roma a Roma! Luce dal mondo
Lux orbis terrarum.
Cicerone Cat. IV, 6
Caput rerum testa degli avvenimenti e gloria e […] dell’opre sante.
Tacito. Hist. II. 13
Domina rerum
Roma dominatrice per eccellenza, metropoli di tutte le città
Orazio Od., 14, 44
Princeps Mortuum idem
Solo a Roma Cattolica o papale s’adire.
“Caput Mundi rerumque protestas”
Lucano Fars. IV, 136.
50 “ a Roma tutto è cosmopolita, Sursum Corda, si tratta di Roma. Bisogna avere riguardo alla gran dell’eterno problema di Roma.
Quintino Sella Montecitorio 14 Marzo 1881
51 “ Nella questione di Roma vi ha un interesse generale per tutto
il mondo ed un interesse per una potenza protestante come
l’Inghilterra; e questo interesse è l’indipendenza del Papato
Papa. La mancanza di tale indipendenza non torna punto utile ad una
potenza protestante che abbia più milioni di sudditi cattolici. Il
Papa è un sovrano, il quale esercita una autorità, che lo pone in
condizione tale da non dovere sottostare all’influenza indebita di
alcuna potenza in Europa. In questa condizione che determinò gli
uomini di Stato alla restaurazione del dominio del Papa nel 1815”.
Il Disraeli al Parlamento inglese l’8 maggio 1862.
Al quale da fervidi amici si aggiunsero Lord Liverpool, Lord Wellesley, Lord Grey e il Camuind.
52 Il Normandy e il Marchese di Lausdwne furono intesi di seguito
“considerazioni elevate ed importantissime per tutti debbono indurre a tenere il Papa sopra il suo trono”.
53 Il Visconte La Guerronière affermò non meno forte e scrisse:
“ Il Papa a Roma sovranamente indipendente è un interesse di ordine e di equilibrio europeo; è interesse che la sua potenza morale resti libera verso tutti gli Stati”.
54 In Spagna il liberalissimo e non indulgente Gonzales Serrano disse altresì:
“Nelle attuali condizioni del mondo, il cristianesimo, non può non riconoscere la necessità di un dominio temporale dei Papi”.
55 “La rivoluzione incominciata da Lutero e universalmente sparsa con l’ampia dichiarazione dei diritti dell’uomo, si chiuderà con la solenne dichiarazione dei diritti di Dio”.
Giuseppe de Maistre !
V096P006
56 “ Se la scuola non è tempio è tana”
N. Tommaseo
57 Eccovi Proudhon che vi proclama:
“la paternità è l’invidia”.
58 la morale precipita: “il senso morale è in ribasso”
Dal libro L’Amour del Michelet.
59 la morale capitombola lo affermò Quintino Sella ragionando a’ suoi elettori: su l’abbassamento del diapason morale.
60 E così il ferocissimo Misdea che ha detta del Pubblico Ministero di Napoli: “Misdea è figlio dell’ambiente nel quale e nato e vissuto”
61 “Lo spirito umano non può credere che all’autorità dell’evidenza, o all’evidenza dell’autorità” (vedi così i misteri evidenza autorità) Visconte De Bornald, Legislation primitive.
62 Oggi scienza ci vuole e ragione.
“La scienza è la sola dea superstite che rimanga in terra” così l’oracolo del Mamiani: ma questa dea salverà il popolo, la patria? La morale? Illusione
63 “La vita e la morte di Gesù sono di un Dio
G. G. Bousseau
64 “Filosofia lasciata a se stessa è senza forza, mena al dubbio e il dubbio frange il vigore dell’anima”
Beniamino Constant. De la Religion consideré dan sa source.
La filosofia (in Italia).
65 “Domando se è possibile avere una filosofia più meschina, più misera di quella che possiedono le nostre università, e dovrebbero poi servire alla creazione, allo sviluppo delle intelligenze del paese!”
In Senato - Il Pantaleoni 29 giugno
66 “Io ho una specie di avversione ai licei e ai ginnasi del regno, non vi metto mai piede; mi pare di ricordarmi quei sedici anni che vi ho perduto. Io sono uscito un imbecille”
In Parlamento 7 maggio il Marescotti 1883.
L’Etica in Italia
67 “ Siamo in tempi, dovete convenirne, in cui la corruzione minaccia diventare cosa, ordinaria ed abituale; le teorie d’irresponsabilità entrano in voga e incominciano ad invadere tutto: la filosofia e la letteratura coll’eccesso del positivismo, la storia col fatalismo della forza! La giustizia coll’irresponsabilità della passione. Lo Stato della società principia a scusare troppo e serve talora ad indebolire l’orrore del delitto, la parola scelleraggine è quasi invecchiata, oggi ci s’inchina a chiamarla disgrazia, e a ritessere colpevoli all’istinti invece che della volontà”
V096P007
Il Profess. N. Castellini “Della decadenza verso la quale s’inoltra il nostro paese e della possibile rigenerazione”.
68 La stampa fu definita dal Manzoni “La riduzione delle scienze e delle lettere a una forma inorganica”.
Attenderemo dunque dalla stampa il rispetto al dovere e il miglioramento del popolo.
69 La stampa spiritosamente definita “il cannone del pensiero”
70 “L’uomo moderno si agita in una continua contraddizione” alla Camera 25 genn. 1879. Luigi Luzzatti
71 “Signori, noi abbiamo la coscienza già piena da molto tempo: sono molti anni che noi abbiamo veduti banditi i principii, la storia, il carattere” Alla Camera Dep. Damiani
2 marzo 1886
72 “Il più innamorato del proprio tempo, il più moderno fra i moderni non può negare la falsità della vita moderna. E tre mi pare siano le principali ragioni: la mancata unità della scienza, la tendenza a generalizzare, la esagerazione del vero.
Senatore Marco Tabbarrini in Roma
73 “L’educazione nella palombella ne è la semenza della testa”
Platone
74 Il 20 Settembre che è 3: noi festeggiamo di avervi spogliato!
Nel 1887 il 20 Sett. Vien salutato con lo scoppio fragoroso dei petardi su la porta del Vaticano col dramma abbominevole del Venti Settembre in Roma.
Al teatro Manzoni: Non basta a Porta Pia si grida.
“Il Papato è una pianta parassitaria che si abbarbica all’ignoranza e la fatalismo”.
Non basta. “Il Papato il nemico giurato immutabile della scienza e del progresso civile” Così Raffaello Gioverguoli invaso dall’entusiasmo.
75 “Calpestatelo! Ecco la parola d’Italia al suo popolo.
76 Leo XIII Pontefex et Pax! Sequestrato!
77 “Nel nostro mondo non avvi più niente di grande se non il Papa”
Conte di Montalamberti
78 Il celebre Tommaso Campanella scrive del dominio pontificio: “Questo dominio è veramente italiano” e poi: “Snervato il Papato, tutto il Cristianesimo s’indebolisce, tutti i popoli si ribellano, sotto specie di vivere in libertà di coscienza”.
Campanella, Discorsi della libertà e della felice soggezione allo
Stato ponti
ecclesiastico, discorso II del Papato.
79 Se in mano del Papa sarà spezzato il terreno scettro, la sua autorità non soccomberà tosto sotto al colpo, ma pure avrà ricevuto un colpo mortale nel governo del gregge cattolico”
il volgo odiatore del Papato: il De Potter histoire politique et critique du cristianesime.
80 e Quando il trono pontificio venisse a crollare, “sarebbesi scavata una voragine in cui andrebbero inghiottite le monarchie d’Europa” Adolfo Chiers all’Assemblea legislat. di Francia nel 1849
V096P008
81 “vede cadere pure di base, le monarchie” Giuseppe Mazzini
82 “Quando il Bonaparte si sentì sfuggire di mano l’impero e la vittoria, si affrettò di restituire gli stati pontifici al Papa, e di mandarlo rispettosamente a Roma come un pegno di restituzione di pace all’Europa”
Alfonso Lamartine
Cours familiar de letterature. Un entreitien par mois,
1860.
83 “La base granitica del nostro risorgimento è la guerra al Cattolicismo ai quattro angoli della terra” disse Petrucelli della Gattina.
84 “Per aversi la vera unità d’Italia, il Sacerdote deve sparire innanzi la nazione italiana” Così il Barone Ferdinando Molvica.
85 “L’Italia non sarà libera se non il giorno, in cui il sedicente Pontefice, re romano potrà essere giudicato dai tribunali e condannato all’ammenda, alla prigione, alla galera, come l’ultimo dei cattolici”.
Giuseppe Ferrari
86 “O Cattolici col Papa, od atei”
Proudhon, De la justice, dans la rèvolution et dans l’Eglise.
87 “Bisogna desiderare di avere una retta volontà prima di desiderare di avere una gran possanza”
88 “Rendetevi buoni, e sarete potenti; rendetevi virtuosissimi, e sarete più potenti di tuttti”
Bousset “La politique tireée des prope paroles de l’Ecriture liv. IV
89 “Principio delle inimicizie è l’iniquizia e il principio dell’amicizia i benefizi, ed essa chi si vuol fare amico un altro cominciando dall’iniquizia”
N. Macchiavelli Discorsi sulla Decade di Tito
90 “La sede Romana doveva essere considerata come l’elemento essenziale dell’indipendenza italiana”
Lord Palmeston, cui fecero eco il Conning, il Grey, il Liverpool, il Wellesley.
Lettera a Lord Pousamby
91 “Il Botta, il Chiers, il Leo, il Cantù e altri, chiamano papi l’ancora unica dell’italica indipendenza.
“92 “Entrate in Concilio Ecumenico, in un capitolo generale, e voi vedrete gli uffici, le commissioni, la discussione, le opposizioni, la votazione quando segreta, quando per alzata e seduta, quando nominale. E dunque il Parlamentarismo, di cui si fa tanto chiasso come moderno ritrovato, non è che pedissequo, poiché si è tali quando si viene dopo, si è di là che il laicato copia dalla Chiesa Cattolica, dagli ordini religiosi che oggi bestialmente manomette senza riflettere che fu nei cenobi che si conservò il fuoco sacro del sapere e della civiltà a traverso un’era d’ignoranza proverbiale e di ferrigni costumi.
Italofilo: Una voce amica, 4, III°.
93 “Tutte le forme di governo sono legittime quando vengono prodotte dai costumi, dalle tradizioni e dallo stato degli uomini: nessuna per se stessa? E radicalmente buona (?) nessuna è radicalmente cattiva. Tutto dipende dallo spirito che l’anima: se è lo spirito nazionale animato dallo spirito di Dio, questo spirito saprà ben condurla; se invece è lo spirito della rivoluzione, lo spirito di orgoglio e di novità, non tarderà a falsare la monarchia come la repubblica. Ciò non vuole già dire che tutte le forme siano egualmente perfette; ciò vuol dire solamente che non bisogna mettervi la principale importanza.”
Un chiaro pubblicista: il De Maumiguy.
V096P009
94 “La libertà è il dispotismo della ragione, e la ragione è quello che io ed il Comitato di salute pubblica vi domandiamo” Robespierre.
95 “La libertà è il dispotismo della legge, è quel che vi prescrisse con la maggioranza della Camera”. Casimiro Perier
96 “Il Papa è il comune nemico. Ministro dep.
Grimaldi
96 “Quasi liberi, non quasi vela non habentes malitiae libertatem” S. Pietro Ia lettera cap. II. v. 16
97 “Ubi spiritus Domini, ibi libertas” S. Paolo 2aai Corinti cap. III v. 17
98 “Noi crediamo, meglio noi sentiamo che la religione è la vera base della società, sorgente d’ogni bene e d’ogni consolazione; noi ne siamo così persuasi che crediamo sia più facile trovare inglesi che preferiscono la superstizione che l’empietà”
Un grande pubblicista inglese.
99 “Il primo passo per avvicinarsi a Dio è la fede, scrisse S. Paolo.
100 “Il più felice degli uomini è il più giusto” Platone
101 Le ignominie del paganesimo
Catone esortava a vendere i vecchi schiavi come vecchi bovi.
Seneca parlando dell’uccisione dei bambini deboli e deformi diceva: “Questa è opera di ragione e non di amore?”
Marco Aurelio proibiva di piangere con gli infelici.
L’imperatore Valeriano faceva raccogliere i poveri del suo regno e caricatili sovra un battello li faceva affondare nel mare.
In Roma nel Circo si gettavano gli schiavi in preda alle belve.
102 La filantropia è un fanatismo che vuol fare e non fa molto “La compassione, del Sacerdote, è una debolezza quando non ha per fine il bene generale” di loro disse Rousseau “Quei filosofi amano i Tartari e non amano le loro masse”
102 “Un protestante dettò che la Francia è l’opera dei suoi vescovi e dei suoi monaci.
103 Difensore strenuo di oppressi, nemico dei tiranni S. Tommaso da Canterbury, coronò con glorioso martirio gli atti eroici in difesa dei Sassoni suoi connazionali.
103 S. Giov. Grisost. Rimprovera l’imperatrice Eudossia circondata dalla sua corte perché aveva oppresso una vedova. S. Ambrogio ecd. S. Antonio da Padova consolino …
Che sa ispirare la fede?
Ricordate la legione Iubea, ricord. I vincitori di Lepanto, i difensori di Fagamosta, di Malta, di Candia, di Vienna, ricordate i soldati della Lega Lombarda.
I Genovesi si mostrarono prodi nella spedizione di Candia soltanto perché animati dalla fede. Egli capirebbe che nel Tempio di Santa Croce a Firenze, i Fiorentini attinsero il coraggio per combattere contro Carlo VIII. Egli saprebbe come una giovinetta, Rosa da Viterbo eroina cristiana, procedeva a capo delle schiere come Giovanna d’Arco, infiammata di fede, sollevava il popolo contro l’oppressore d’Italia, Federico II°.
Che un tempo nelle vene con fremito sublime là nel Vaticano dinanzi a quella bandiera che il Colonna strappava ai Mussulmani.
104 “La bontà del Cristianesimo non infiacchisce l’animo, ma lo eleva, perché l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio. Madame de Staël
V096P010
105 Una nazione per essere libera bisogna che sia virtuosa”
il fondatore dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America.
106 “Quando si avvicina l’epoca in cui le credenze religiose diminuiscono in un popolo, si avvicina per questo popolo l’epoca della perdita della libertà”
Beniamino Constant
Capo XXXIII - Vizii dei Papi a passo della sua corte. Dalle “Risposte popolari alle Origini più comuni del P. Secondo Franco.
A scopo di tutte le ire è il S. Pontef. e contro di lui s’avventano furibondi i prot. atei, credenti libertini gli italiani e insigni. Zelanti della povertà evangelica non possono patire la magnif. del suo trono e il flusso della sua corte immacolati e puri sono mondati e rinati dai vizi dei romani P. amanti della patria deploran nel Pontif. Un eterno inciampo alla beatitudine d’Italia: quindi si dona la mano a screditarlo e vilipenderlo ad attraversarlo perché si riduca ad orare e benedire semplice maestà dello Sp. La […] senza immischiarsi
Veniamo ai vizi di cui i P. si sono contaminati i nostri: ardano di zelo per la gloria divina non possono patire tanta vergogna. Ma come va che ciò tanto si affanna e poi di vanno sprangando e scavando ovunque per metterli in mostra? Sono tanti cani inverecondi che avventando per quanto è in loro rivelano la bruttura del loro Padre.
Vanno fiutando per la storia e trovatone alcuno meno degno lo
dicono e ridicono, lo ingrandiscono, lo mettono in
scena avvelenato dalla turpidine e lordura che
di cui … piovuti!
Dato e non concesso che alcuno fosse men degno della tiara
Iddio avrebbe mostrato al mondo la permanenza della Chiesa C. retta
sempre retta anche retta da uomo labile e peccatore perché divota
romana e quindi benché infallibile
nella condotta infallibile nella dottrina.
Di qui si proverebbe che le arti vostre o eretici che i misfatti da cattolici non varranno a scindere la Ch. e ad abbatt. se neppure i vizi dei Pontef. valsero contro lo Spir. di Dio.
Del resto quanti furono in dubbio s’ei siano tre. (Duovassier)
sfido chiunque che non sia totalmente peregrino di storia ad
indicarmi un papa - re che si accosti di più nella condotta di
Enrico il grande ed ai grandi Luigi a Piotr a Napoleoni! Bene la va
che la dissolutezza, l’ingiustizia, il machiavellismo di questi
cotali non toglie il loro nome di grandi mentre certi papi con tanto
di meno di sfolgorate dal soglio di Pietro
Cristo.
Quanta ingiusta ed acerba la vostra morsicatura; ma già avete del
vecchio e vi cade il bavaglio dalle labbra tremanti: siete forse
magari sdentati? Se nol foste vi sdenteremo noi: siamo d
e la nostra professione conta? Non sono coda e non colpa ad alcuni si
biasimati la fermezza e l’intrepida costanza nella difesa dei sacri
diritti di Chiesa e della sua libertà e del sangue del suo Cristo e
dei suoi papi! Ma il nipotismo! Essi
edificate il nepotismo nelle corna di … sappiate poi che il
nipotismo non denota vizio; ma mancanza di eroismo nella virtù il
che è più che virtù naturale e da Cristo fu solo consigliato.
E dato che vi fosse qualche reo, come voi osservate (?) e quando ci fu ? Quando gli ipocriti vostri antecessori, i sepolcri imbiancati e le serpi velenose ed i Giuda della Chiesa che sempre li ebbe, come si ha in voi al presente con le fazioni del secolo e coi principi vostri antecessori de’ quali l’inneggiare, applaudire e un dì capitar anco imperare; vi sé
V096P011
intro ora misero: e per evitare maggiori mali e scismi e guerre si accetterà sorgenze lo scandalo.
Giù la maschera, ipocriti! Oltre 60 diedero vita e sangue per la Chiesa e per la società; altri insigni per virtù sublimate e venerande anco ai barbari: altri apostoli indefessi di e beneficenze, solo piantarono con la croce.
Vessillo della libertà vera perché cattolica e secondo la legge divina e il tempo della scienza e il commercio e la civiltà: altri dottori di sapienza affrontarono con volontà ferrea; i despoti parlando del loro petto di Roma allorquando per questo non è mio Grazia conculcata ai dì nostri e caddero quella breccia Cristo e per la libertà e indipend. della chiesa o mai martiri di Costanza nelle persecuzioni.
L’eroismo nei Romani montef. Non fa più oramai ragione siamo soliti vedere in essi zelo, orazione, vigilanza, disinteresse, amor dei poveri, fermezza, giustizia, dolcezza, pietà, gravità, angelico fervore. Malignate, criticate, beffate, la storia e lei a sfidarvi e condannarvi vive inferno perché fermarsi a qualche punto meno universo.
II° Lussi della corte papale. Sfoggiano gale contro la povertà evang. diano il danaro ai poveri perché non si muove questa accusa adesso addosso da voi zelanti patri nostri della pov. evangel. e si va il clero anglic. che è pur si poca cosa, col redite maggiori che tutta la Chiesa Ch. Prese insieme. Il Colbert protest. ed altri molti l’hanno dimostrato.
E quelle sono rendite avute alla Chi. C. E in parte magg. e impieg.
tirrann. Contro essa; e si che non hanno come scopo che fa quel Clero
[…] un po’ di Bibbia e mantiene
mogli o figlie e lusso. Perché non volate a spiantarlo? Quale è il
lusso scandaloso dei papi e cardin. il pontef. ha una te
sua somma, un milione, meno di ogni monarca e provvede alla sua corte
al S. Collegio, alla diplomazia che mantiene e deve mantenere, e
dalle mani sempre aperte ad ogni infortunio inesauribile carità.
Aiuta studi, ha più in senato di Traiano che solo ha da dire qualche
sia all’anno che un cardinale; ha più un ministrello anglicano che
… dove va il lusso? Con la sobrietà della mensa riescono appena a
mantenere il decoro del coro.
Stato della parsimonia de’ […] col esservi tutte le spese di questi teatri, balli ove gittano il mondo le sue rendite
Hanno i poverelli: hanno l’amore
di Giuda che li fa fare care di già fatto? Ma Gesù
non meno buona al perfido la sola ragione? Lo disapprovò il rigore,
lodò ed xxx il suo
lusso (quell’unguento) come cosa santa tale è il decoro dei papi e
Vescovi ripreso quale lusso. Il lustro esterno eleva la mente e le da
un’idea dell’autorità che rappresentano. Se ne valgono i
principi e perché no la Chiesa? Ma che vanità, non è Cristo
Dio che fin dall’antica legge prescriveva ai primi Sacerdoti e
Leviti ornamenti di sommo pregio. Ma perché, o settari, l’esteriore
grandezza del Papa e dei Cardinali vi fa tanto male la pancia? Non
per zelo di santi per ragione: perché se dai frutti si giudica
l’albero non siete voi già farina da pan bianco e fior di
virtù.
Non è l’amore alla povertà che vi fa inveire; ma brama furibonda di spiantare la Chiesa e di torvela dai piedi.
Il decoro giova a scolpire rispetto e sommesssione: dunque guerra al
decoro ceh attira gli animi alla Chiesa: non è vero che l’è
proprio inscì? Così fate coi principi, li spogliate della maestà
esteriore onde i popoli perduto il concetto dell’autorità,
riesciate a sommoverli e infatuarli d’ogni senso di ribellione e di
sovranità popolare. Così voi felici se posteste ridurre il Papa e
Vescovi alla condizione di poveri pretonzuoli. Sugli
torciamo il
V096P012
piede non facciamo nulla che sia di gran lunga inferiore a quello che gli dobbiamo perché c curviamo avanti una divina autorità, questa riconosciamo e veneriamo.
A mio avviso a giudicare da cattolici, un titolo di benemerenza.
C. Camillo Cavour
Att. Uff. Cam.25 Marzo 1861 pag. 136 col 3a
143 I tempi corrono tristi, di giorno in giorno i mali che affliggono la Chiesa si veggono crescere in forza e in numero; fare sia ritornata quell’ora che nel Vangelo vien chiamata l’ora dei tristi, la podestà delle tenebre.
Agostino Richelmy
Vesc. di Ivrea
145 Ella è tanto aperta e spiegata la guerra che ai dì nostri rimane contro la Chiesa Cattolica, che più non è possibile l’illuderci: e più non basta ai cristiani la semplicità della colomba, è necessaria la prudenza del serpente. In quella guisa dicono i Santi Nadei che il serpente a fine di conservare intatto il capo espone a sacrificio le varie parti del suo corpo, così fa d’uopo per la incolumità della nostra fede: noi siamo disposti a far getto di ogni tesoro. Orsù gridiamo con voce potente che è giunta l’ora di sorger dal sonno.
Lo stato miserando delle nostre campagne, la calamità dei giorni presenti, la prospettiva dei mali maggiori che minacciano l’avvenire, sono pure nelle mani della Divina Provvidenza strumenti di misericordia, stimoli efficaci al ravvedimento. Non sia mai che per la nostra negligenza cadano a vuoto disegni pietosi dell’Altissimo!
146 Questa è l’ora dei tristi questa è la podestà delle tenebre; son giunti quei tempi predetti da S. Paolo in cui gli uomini stanchi della verità, si rivolgono alle parole.
Epperciò ognuno di voi deve rifluire quasi dette a se stesso le parole le parole che il medesimo apostolo indirizzava al suo Timoteo: Praedica Verbum, iusta opportune, inportune, argue, observa increpa in omni podieritia et doctrina.
Agostino Richelmy
Vesc. Di Ivrea
147 Non è la scienza, né i progressi dell’industria che possano assicurare i progressi di un popolo ma la sua morale e la sua virtù. Egli è il buon senso, è la probità, è la sublimità di carattere, il rispetto per gli avi, il rispetto per gli altari; è finalmente scienza dei nostri doveri, è l’amor della religione, che fanno la grandezza di uno stato.
Ecco i lumi delle ragioni, forti e robusti: e non quei fuochi erranti e quei vani fosfori della filosofia che illuminano un istante: ma solo lasciano dietro le tenebre più profonde.
Mons. De Boulogne Vescovo di Troia
Istruzione Pastorale sui libri cattivi del 28 agosto 1821
V096P013
Barbieri Alessandro £. 24 mens.
Entrate
Canonico Bina £. 10
Stassano Pasquale £. 20
Sacerdote D. Zelaschi £. 5
Signori F. £. 25
Arciprete D. Milanese
Del Molino de’ Torta £. 25
10 Settembre 1893
Pagato trimestre intero giovane Barbieri Aless.
£. 66
Pagato trimestre inter
intero giovane Baiardi
gius.
£. 60
Entr Uscita £.
Pagato affitto £.50
82
66
10
20
5
25
50
66
66
390
+ Acerbi
+ Barbieri A. +
Gavazani
Bassollini
Stassano
Stassano
+ Baiardi Roberto
+ Baiardi Giuseppe £. 60
Galante
+ Armani
Grassi (?)
Corti Savino (?)
di Carlo e fu Pozzi Clementina
Nativa Isola S. Antonio
V096P014
Pagato trimestre anticipato, e £. 12entrate e £. 45per provviste
scolastiche - giovane Barzani
Acerbi Agostino £. 82
Pagato trimestre anticipato £. 66 giovane Baiardi Roberto
Pagato pel trimestre anticipato giovane Armani Giuseppe £. 60
Uscita £. 1,75
£.5,25
£. 6,20
£. 24,50
£. 12,25
Uscita £. 20,00
50
19
Pagato per trimestre anticipato £. 60 + 10 = 70
Giovane Giuseppe Armani
Pagato trimestre anticipato giovane Battezzare
Carlo £. 66
Barberini
Cascina £. 20
Stass. £. 20
Stass. £. 20
A
Acerbi £. 20
Savino £. 20
Ontano £. 20
Ravioli £. 20
xxx £. 20
Invernizi £. 20
Rovati £. 20
Galione £. 20
Bernatti £. 20
Grassi £. 20
Doneo £. 20
Nova £. 20
Duggero £. 20
V096P015
Paventato e temuto dai nemici di Dio e della sua Chiesa, mostra al mondo esterrefatto ed ammirato quale forza e quale vita abbiano quella Ch. e quel Papato che uomini empi e volgari gridano morto!
Il Papato regno d’immensa invidia e d’un temuto amor”
Dottore alla coscienza umana e anche dell’umano consorzio l’umana nequizia e la fatua prudenza di menti piccole e vili.
Nella Chiesa Cattol. l’obolo della vedova e del povero va frammista
all’abbondante offerta del ricco e del patrizio, ma tutte erano
sono l’espressione sincera d’una stessa fede, di una stessa
speranza e d’un solo amore! Nella Ch. Catt. tutto il bello
s’intreccia e si coordina: nulla è nuovo, nulla è strano: la fede
germogliata dalla croce di Dio e fecondata dal sangue di Gesù e dei
Martiri del Circo e del mondo e la fede di noi figli dei martiri: la
fede che splendeva
illuminata sul Calvario, è la fede che splende dal sole del Vaticano
una è la fede, uno il dogma, una la Chiesa.
Spandi la tua figura è si grande e giganteggia si visibilmente a dominare il mondo che tu non sarai né potrai esser altro che la Capitale dell’universo.
O Papa io ti saluto i confini del tuo regno sono i confini del mondo.
Sarete o pigmei o giganti della parola.
+
Coraggio! e per farti santo
che ti gioverà tutto il resto se
non sarai santo?
Visita degli spedali - visita dei carcerati e prigionieri - visita agli ammalati poveri - limosina sempre ai poveri o in denaro o in altro almeno con tre parole e un abbraccio, fatti mostrare dove stanno e digli dove sono i poveri ammalati da volere consolare e confortare. Quando non avrai più niente va dai preti canonici e parroci o vescovo o dai semi maristi.
Fatti dare quanto hanno di buono pei carcerati falli confessare: va presentati a chiunque per attenere di andar da loro: da tutto anche la camicia purché tu tenga la vita.
Coraggio: la carità!
Tutto senza che una mano sappia quel che fa l’altra. Va nei paolotti fa ogni modo per appartenervi, abbraccia e bacia e servi gli ammalati. Non uscire mai a spasso se non per recarti a consolare i vivi o i morti - fa di allevare almeno tre o quattro giovani che sai e conducili sempre con te. E falli santi - fa sui giovani da loro qualche cosa di buono, non sgridarli mai - sempre ridente con essi - attrarli, affascinarli - da loro qualche libro - Guglielmo cerca i più d’impegno e ricchi - fanne su molti e poi verrà qualcun altro ad aiutarti per l’o
Gesù - vi prometto con la vostra grazia di far tutto questo e più ancora e di sacrificarmi per voi. - Dormire - se c’è bisogno letto ben fatto - e poi un si!
Dormire 4 1/2 pulitezza a me ed agli altri anche a loro stanze, stanza del curato.
Non sprecare briciole di tempo, studio, lavoro o preghiera senza interruzioni.
Cibo senza … asperso di … appena quanto basti - così pei primii –
V096P016
Chiam. Ho V. Guido - Vill. Brunetti Cang. Truppi - Bariardi, Bina - Gatti - Nassone - Bacchini - Corona, Montagna - De Stefanis - è per Gesù: che non si fa per Gesù? – Occhi sotto ai piatti.
Prima di scrivere per la sto
studierò e reciterò a uno la lezione.
Orazione e lettura e ½ di meditaz.
A ½ notte chiesa - altare Gesù!
Ad ogni piè sospinto t’abbatti con orgogliosi potenti che
aggiungendo jattanza e spavalderia ti
cantano chiaro: è il secolo dei lumi eccoci noi fari del mondo, noi
che il cui genio
illumina il mondo e lo scuote dalle tenebre del Medio Evo, noi g
araldi di civiltà soli di sapienza apostoli della ragione: eccoci ad
irragiare le menti, ad illuminare la terra: ed
invece e la incendiano invece con le barbarie della
rivoluzione e delle petroliere: la traccia vel dica. - Luce vogliamo
e fede, verità e domma, progresso ma cattolico; giacché altro non
ne conosciamo: [???] è
corruzione! - Si decantano però gresci grandi e giganteschi ci
[???] non
ce ne scendiamo al reale non si vede che follie e stravaganze. È q
la nostra l’era dei filosofi della natura e del verismo, che
le cui nebbiose dottrine tutta sconvolgono la scienza e il cui ideale
è il loto e il brago.
Lungi dalle tenebre panteistiche ed idealistiche e da quei famigerati
pensatori e grandi del secolo nostro che aspirano a
alla gloria e van mendicando l’alloro usando un gergo oscuro e
frasi enigmatiche o sibilline: opponiamo chiarezza alle oscure
sublimità.
Il regno minerale, vegetale e animale hanno le loro leggi secondo cui nascono, crescono, giungono al loro sviluppo e al loro perfezione tutto il creato visibile e no, celesti e terrestri soggiacciono a leggi il cui conoscimento fa le singole scienze senza ciò si cade nel scetticismo universale così ogni scienza ha sue leggi, ha passato, il campo il termine il fine suo proprio e la ragione nuova scopritrice continuatrice di tutte le scienze nel suo lavoro incessante di esaminare, osservare, discutere, raffrontare, indurre o dedurre ha leggi invariabili cui deve attenersi: esse sono quelle stabilite nella logica.
Se tutte le creature visibili, celesti e terrestri, inorganiche od
organiche, appartenenti ai 3 qualc. regno della natura minerale,
vegetale ed animale; se tutte le scienze, pratiche o teoriche non una
eccettuata; se la stessa ragione umana, studiando, applicando ed
apprendendo queste scienze, sono soggette e debbono essere soggette e
continuamente soggette a leggi proprie: gli atti dell’umana natura
o dell’uomo, interni o esterni è materiale è necessario che ei
devono sottostare a leggi proprie e loro conformarsi. La legge è già
si misura delle cose e delle azioni, le contiene, le raddrizza dà
loro ordine e bellezza, e quindi queste leggi che reggono le creature
tutte nell’origine nello svolgersi e
nel perfezionarsi sono superiori alle creature ed
alle scienze, perocché ciò sta le ordina nell’essere dappiù
dell’ordinato essendo la causa generatrice, così la matematica è
superiore alla materia, la logica individuale e anche collettiva
sovrasta la ragione.
Queste leggi non possono perciò considerarsi il risultato delle cose, delle scienze o dell’umana ragione. Non fanno essere il risultato convenzionale degli uomini: devono loro sovrastare; la ragione le cerca o le applica; ma non le crea né le può creare esse sono conformi alle creature razionali o irraz. di cui sono legge perché sono cause acconcie alla natura delle cose: quindi agli irragionevoli si converrà leggi che cooperino necessariamente come leggi astronomiche ai liberi e ragionanti leggi che non violentino né distruggano ragione e libertà. Tutti gli atti dell’uomo devono tenersi soggetti a qualche legge.
V096P017
Ora come la ragione sottostà a leggi proprie nel lavoro, in cui si
travaglia intorno a ciascuna scienza è strutturale che anche la
volontà sottostà alle proprie leggi; le leggi della ragione sono
leggi anche per la volontà; perché come la verità è regola e
misura della ragione, così la ragione diventa regola e misura della
volontà; è la ragione che deve guidare la volontà; sa ma
raggiuntole un lume sovrannaturale chi è la rivelazione filis questa
deve seguire la na
volontà che non la ragione e se la volontà non segue queste regole
fa male.
La ragione pone le regole del ben fare avanti gli occhi della volontà … questa legge norma inflessibile alla ragione ed alla volontà scaturisce dalla coscienza o dalla natura e non dalla volontà degli uomini dotti o no; nasce dall’intimo dell’animo, viene da Dio autore primo che creò e coscienza e natura. Dio ha creata la natura con questa legge (che è la legge naturale epperò dicesi divina) e come viene da Dio la natura da Lui viene altresì questa legge (che è il Creatore stesso. Non fare vedi San Tommaso). Questa legge varia secondo la varia natura delle creature. Per le irragionevoli è fisica perché necessaria le determina al loro fine; per le ragionevoli è legge morale imposta all’intelletto e per esso alla volontà; le muove senza offendere la loro libertà: è scolpita nel cuore dell’uomo; secondo essa l’uomo si deve governare. La legge naturale è in sostanza la ragione medesima che cresce: questo bene o male. Questa però l’hanno tutti. Ora essa fu oscurata dai vizi la scolpì su tavole di pietra:è la legge del decalogo che racchiude in sommi capi la legge naturale: Dio, prossimo e noi stessi.
La prima brilla alla nostra mente! Così nessuno può a lei sottrarsi piccolo o grande, plebe e governi ebrei e cristiani. Neppure Dio può sciogliere da essa cesserebbe di essere Dio e noi di essere uomini: tutti dovremo rispondere a questa legge, ma in modo diverso.
La legge naturale impressa nell’anima nostra e inerente alla nostra mente e alla nostra volontà come l’affezione ai corpi scolpita nella legge Mosaica e rifulge nell’Evangelo. Viene da Dio perché Dio è autore di natura onde come da Dio sgorgano le leggi diverse così la legge di natura regolante i pensieri e la volontà e l’atto umano Dio non può non imporre questa legge senza cessare d’essere Dio e l’uomo a lei ribellarsi senza cessare di essere uomo è legge cui niuno può sottrarsi.
Le legge divina positiva sorge sulla diversità
della legge naturale. L’obbedienza è la
conseguenza dell’autorità che (il soggetto) essi tengono sopra di
me e della dipendenza che ho verso di loro. L’autorità è un
fiore gemma che
sboccia è quale calice
di rosa che fiorisce durante l’anno e si
svolgendosi le foglie imporporate che sono gli atti dell’obbedienza
e s’imporporano ai raggi del sole che è lo spirito di obbedienza
onde si fa uno.
Dio in forma della naturale e necessaria sua signoria e della
necessaria perché naturale nostra dipendenza ci detta precetti che
diconsi divini positivi il cui complesso è la legge
divina positiva. Divina perché da Dio positiva perché
d’indeterminata in concreto.
Essa è la corona della legge naturale e lo splendore di essa. Questa non può non esserci imposta all’uomo e racchiude i doveri che ci stringono come creature; la positiva poteva non essere imposta. La prima si può conoscere con la sola ragione naturale; la 2a non si può conoscere che in forza della rivelazione.
La legge natur. dipende dalla natura di Dio e del creato, la legge posit. solo dalla volontà di Dio. Così l’autorità sua sovra di me dipende non dal suo volere ma dalla sua natura [???]; il comandarmi o vietarmi alcunché dipende dalla sua volontà, non da natura. La positiva necessita l’esistenza della legge naturale donde si posa quale un saldo fondamento. La l. natur. è indistruttibile; essa è il riassunto dei rapporti tra l’uomo e Dio. Perciò come senza distruggere i corpi non si può distruggere la legge di matematica, così
V096P018
senza distruggere il creato non si può distrug. la legge di natura che è la misura degli atti dell’uomo verso Dio, se stesso e il prossimo.
La legge naturale in tal veste è la legge matematica degli spiriti. Essa è quindi immutabile giacché ciò che si muta in certo qual modo si distrugge.
Siccome d’altronde è il complesso dei rapporti questi provengono dalla natura divina e quindi immutabile è la legge come la sua natura, a cui tutti sono tenuti. Verità da tutti irresistibilmente sentita meglio che dimostrata.
Legge che approva o rimanda non si può sfuggire. Si sente nell’animo
una voce che non si soffoca e non è creata da me voce di una
legge superiore a me stesso: è quale regina che addita e grida:
obbedisci. Ora nessuno è a me superiore che Dio: è la sua voce, è
l’espressione della sua volontà. Epperò chiaro è che si deve a
questa voce ubbidire. Questione ardua e sottile. Legge nat. stampata
negli animi nostri anteriore ad ogni legge umana perché da Dio.
Legge universale cognita con la ragione di cui è legge nell’operare
indistruttibile in cui
La sua esistenza è punto capitale: contro essa sono molti più terribili assalti: la si vorrebbe distruggere. Importa adunque che questa verità sia messa in sodo con ogni sorta di argomenti “ogni legislatore, se vuol raggiungere lo scopo, dee formare per modo le leggi che ad altro non rivolga la mente, se non alla virtù … fa d’uopo, che il legislatore si attenga a quest’ordine e imponga a tutti che operino tenendo sempre fissi gli sguardi alle cose
divine ed umane;giacché le umane dalle divine si debbono rapportare alla inferma intelligenza (1).
Ciò vale quanto il
dire che i legislatori non creano la legge; ma devono solo svolgere
quella che preesiste, che viene da Dio ed a Dio conduce: che è poi
la legge naturale.
(1) (Delle Leggi, Dialogo 1°)
“Questa legge (la naturale) non è scritta, ma è nata con noi; non l’abbiam imparata né ricevuta, né letta; ma l’abbiamo tolta mutuata, cavata dalla stessa natura” (così nell’orazione in difesa di Milone).
E ancora “Veggo esser questa la mente di uomini sapientissimi,
cioè, che la legge non è scaturita dagli intelletti umani; né può
essere decreto di un popolo; ma è alcunché di eterno, che con la
sapienza del comandare e dall’abbastare
proibire governa l’universo. Ond’essi dicevano che quella suprema
ed ultima legge è la mente stessa di Dio, che vuole e regge ogni
cosa con la ragione … Essa era la ragione e l’ardire che viene
dalla natura delle cose, e che muove ad operare prettamente, e che
ritrae dal delitto, e che allora non cominciò ad essere quando fu
scritta, ma quando nacque, e nacque insieme con la mente divina”.
(Delle Leggi, I II C. 4)
Eppure i 4 di coloro che oggidì si gloriano d’esser filosofi, in mezzo a tanta luce sparsa dalla cattolica Chiesa, rigettano e fieramente combattono queste sacrosante verità: ciechi volontarî alla luce di mezzogiorno! La scienza moderna, in teoria ed in pratica abbatte la legge naturale e distrugge ogni autorità ed ogni legge umana.
Gli errori antichi si fanno moderni, gli errori che serpeggiano a noi intorno, le malattie degli spiriti. Errore del nostro secolo è la cieca adorazione, è l’apoteosi delle leggi umane: è un gruppo e un radunarsi di errori conseguenza prima dell’ateismo teorico e pratico. Applicato alla morale o alla legge positiva trae alla negazione d’ogni principio del lecito e dell’illecito ed alla più abbominevole oppressione della coscienza. Chi distrugge la causa distrugge l’effetto chi toglie di mezzo il legislatore, toglie la legge, chi rigetta il
V096P019
principio, rinnega la conseguenza. Lo spirito del nostro secolo che informa leggi e governi, principio che si considera supremo fastigio della moderna civiltà è: sottrarre lo stato da ogni dipendenza verso l’autorità religiosa: separare la legge civile da ogni legge religiosa: lo stato non deve punto aver a che fare con la religione, e quindi con Dio.
Dio verrebbe eliminato da ogni legge, non si vuole Dio perché lo
stato sia autonomo posto Dio in un non cale si pone in un canto
la legge divina e naturale che da lui deriva: è posta
in relegata e bandita ogni legge divina
procedente dalla sua libera volontà.
Lo stato e la legge civile che ne è l’espressione non più soggetti si riconoscono ad un’autorità, non a Dio e quindi non alle sue leggi naturali o sovrannaturali. Se sembra ammetterle lo stato è perché gli piace di far loro grazia di ammetterle e vista di professarle; né loro si sottomette; ma le aggioga al suo carro; non le riconosce da lui indipendenti; ma le ammette perché egli crede o pretende dar loro l’esistenza con la propria autorità e dar loro la forza di obbligare: questo spirito di è incarnato negli stati e nelle leggi.
La legge naturale, divina e positiva è la misura immutabile e necessaria a cui Dio vuole si agguaglino le azioni umane e le leggi umane per conseguenza.
Lo stato sbrigandosi di Dio si sbriga di questa misura e ne crea una egli stesso non resta quindi tolto Dio e la legge divina naturale che le leggi umane. Lo stato tolto Dio crea le leggi si pone a luogo di Dio, la fa da Dio: lui è la prima autorità. Alla legge divina sottentrano le umane. Lo stato benché lo neghi sanziona come fosse Dio.
Di qui le gravi conseguenze potendo lo stato rinnegare ognidì i doveri del padre e del figlio, dell’onesto … tutto si riduce all’ateismo della stato e quindi della legge. Si capovolge la legge fondamentale del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto, in parecchi paesi d’Europa si insegnano dall’università e ne’ licei e in tempo metterle in pratica. Chi toglie Dio toglie la legge di natura quindi bisogna cadere sotto la legge positiva dell’uomo che viene dagli uomini. Questi non avendo la guida e il freno infrangibile della legge naturale fanno fare ciò che vogliono, la fanno da Dio e più che da Dio.
Dio per non negare se stesso ha limiti che gli pone la sua natura
questi non hanno nessuna norma preesistente e sicura, non rispettano
nessun diritto e dovere se a loro così talenta, per la ragione che
sono le loro leggi quelle che creano e diritti e doveri. Essi sono
legge a se medesimi (anzi non hanno a se medesimi veruna legge, ne
sono la negazione perché la legge sono loro stessi) fanno e
disfano, creano il diritto e lo distruggono la giustizia e la
verità hanno sulle labbra e sotto i piedi: sono sorgente assoluta di
ogni potestà e di ogni civiltà, o meglio per non continuare
nell’ironia sono il fomite di ogni vizio più laido e l’infamia
properso
divinizzata in se. L. d
(1! +)
“Turbolentissimi difensori di principî perversi vanno blaterando che le leggi morali non abbisognano della sanzione divina, e che non è punto necessario, le leggi umane si conformino al diritto di natura, o ricevano da Dio la forza di obbligare, e quindi affermano non esistere alcuna legge divina. Oltre di che … temerariamente sostengono, che la morale del vero e del falso, del bene del male, e che la stessa umana ragione è legge a se stessa e bastevole con le sue forze mostrargli a procurare il bene degli uomini e dei popoli”. Pio IX nell’allocuzione Maximum quidem 1862.
“Il diritto sta riposto nel fatto materiale e tutti i doveri degli uomini non sono che una vuota parola, e tutti i fatti umani hanno forma di diritto”. Proposizione del Sillabo IX condannata.
Lo stato come origine è fonte di tutti i diritti, ha un potere che ha un potere già circoscritto da limiti”. Prop. XXX/X condannata nel Sillabo.
V096P020
Legge naturale è tale cui niuno può ribellarsi: è lo stato supremo cui l’ultimo della plebe al monarca in assoluto devono piegarsi all’ubbidienza: essa è stampata indelebilmente (per si dire) nel cuore nostro.
La legge d’attrazione contiene le minori leggi e conserva contenuto universale; la legge naturale è regola sul mondo degli spiriti e conserva e produce il mondo morale e le ineffabili armonie di lui.
Lo stato creando di esegu
le leggi prescinde da Dio e da ogni legge naturale professa l’ateismo
sociale e legale. Le sue leggi e le sue opere sono atee. Chi
ha fior di ragione nulla fanno apparire. Quindi rinnova il cesarismo
pagano attua cioè lo Stato - Dio: è quindi il tiranno più
spietato delle coscienze perché cesarismo è l’incarnazione del
potere più assoluto: la volontà di Cesare, qualunque si fosse era e
doveva essere legge ed [???]. Nessun
diritto quanto sacro avesse diritto
forza avanti a lui: l’idea dell’onnipotenza di essere era si
penetrata che nessuno mai gli si oppose. Le vittime della sua ferocia
non osavano lagnarsi anzi lo ammiravano e lo esaltavano; i gladiatori
passan dinnanzi al trono di Cesare nell’atto di scender nell’arena
gli volgevan la famosa frase: ave Caesar morituri te salutant.
In sostanza Cesare era dio era la divinizzazione del era adorato anche vivente …il cesarismo opprimeva i corpi e quel che peggio opprimeva le coscienze. Si doveva avere la religione di Cesare, adorare i suoi numi, giurare pel suo trono. Epperò i cristiani che
conquistavano. Ad Leones! Egli diceva che è la vostra coscienza di fronte alla mia volontà? Ad Leones! Ecco il cesarismo, il dio stato. Esso risorge oggidì nel liberalismo e negli stati atei.
Questo cesarismo ha messo i guanti gialli nelle forme e nel
linguaggio qualche volta è meno feroce e robusto; ma è pur sempre
lui in carne ed ossa, il Ces. pagano! Lo provo: il liberalismo nelle
sue leggi, per sostanza mette da parte Dio e quindi la legge natur. e
tutte le leggi divine positive della religione. La legge civile,
figlia dello stato ateo, va dritta per la via che le piace
percorrere; non piega né a destra né a sinistra, non s’arresta
avanti ad ostacoli o diritti che la intoppano. Offende il Dogma
cattolico, le credenze religiose, offende e lacera la coscienza
cattolica con atti da barbaro nordico a chi grida risponde: e si
osservi le mie leggi o vi avrò ribelli. E la legge linguaggio dello
stato; la si deve osservare … sennò … i processi, le multe, le
prigioni e gli esigli … e il patibolo sarà presto cancellato la
libe sarà presto l’ultima libertà di coscienza
che lascia ai catt. Il liberalismo legislatore.
Così avvenne in Svizzera e Germania nel 1874. La differenza tra
cesarismo moderno
pagano ed il liberalismo pagano
moderno quello era ben netto e reciso e non parlava ancora di libertà
di coscienza; questo è ipocrita in sommo grado ed ha sempre in bocca
la libertà di coscienza: ma l’impedisce di prat.
[…] i nostri non si parla che di leggi; e di legge […] […] e di leggi divine e di Dio.
Ah! purtroppo in grazie a questi asini che al
100 in Italia s’innalzano da ogni cattedra e da
ogni città da una ciurma o feccia di popolino. Alla libertà del
pensiero, della coscienza, di religione, di contro noi assistiamo al
servaggio delle coscienze e vediamo la persecuzione religiosa
riadottata sistemat.
Dal Bonomelli - Lo Studente
Trattenimenti III e IV