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[Lettera di terzi, con nota autografa di Don Orione]
Copia esatta di lettera di P. Balzari Gen.le dei Rosminiani. L’originale fu da me oggi 9 Giugno 1922 inviato a D. Sebastiano Léme, Arcivescovo, Coadiutore di Rio de Janeiro, che fu già Vescovo ad Olinda.
In fede
Sac. Orione Della Div. Provv.za
Roma, 12 Marzo [1]922
Veneratissimo D. Orione,
Pensando che Ella é nel Brasile, mi venne in mente, pur troppo tardi, di rivolgermi alla bontà di Lei per un favore che mi sarebbe molto caro.
Ecco di che si tratta. Noi, poveri Rosminiani, abbiamo avuto un nostro confratello Brasiliano, Francesco Cordozo-Agrez, che trovandosi a Roma da giovane, nel 48 o 49, per attendere a studi, vi conobbe il Rosmini e entrò nel nostro Istituto. Era un religioso molto umile e santo: da Pio IX nel 1867, dietro proposta dell’Imperatore D. Pedro, fu fatto Vescovo di Olinda e Pernambuco e Recife nella sua patria, e accettò per obbedienza dopo che alcuni anni innanzi aveva potuto ottenere dal medesimo Pio IX di essere dispensato da quel carico. Morì in Roma nel 1870 durante il Concilio Vaticano e fu seppellito nella nostra chiesetta di via Alessandria, dove stavamo prima di venire a S. Carlo: Nel suo breve episcopato si acquistò concetto di Vescovo santo, e un suo successore, Mons. Britto, venuto a Roma nel 1903 fece istanze per riportarne con sé nel Brasile i resti mortali, e mentre si credeva di non trovare altro che poche ossa fu trovato invece il corpo intero, dopo 33 anni, e così flessibile, colla carne e le pelli indosso e consegnato così a quel Vescovo. Seppi, forse un anno dopo, che il corpo fu seppellito nella Cattedrale e credo gli sia stato eretto un monumento sul sepolcro, e poi non seppi più nulla. E neppure seppi se il corpo si sia conservato nel viaggio da Roma al Brasile in quello stato in cui a Roma fu ritrovato.
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Se Ella avesse occasione, prima di lasciare il Brasile, di prendere qualche informazione in proposito mi farebbe, come ho detto, un gran favore. Ma temo, come ho pure detto, di arrivare troppo tardi, perché ho sentito che in Maggio ella ritorna: mi duole, che non mi sia venuto in mente più presto di rivolgermi a Lei. Mi rimane tuttavia qualche speranza.
Le faccio le mie congratulazioni e i miei auguri per l’opera santa che Ella svolge anche in codeste lontane regioni; e col desiderio di rivederLa in buona saluta e di parlarLe qui a Roma, dove mi fermo sin al principio di Giugno, mi raccomando vivamente alle sue sante orazioni, me e l’Istituto Rosminiano. Mi abbia sempre per suo
dev.mo in Corde Jesu aff.mo
Sac. Bernardino Balzari