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[Lettera di terzi trascritta da Don Orione]

da pubblicarsi su “l’Opera della Div. Provv.za

Rafat, (Palestina), 11 Maggio 1925

Rev.mo Padre nel Signore,


Sono ormai otto giorni che mi trovo al Rafat. Grazie a Dio, la mia salute va sempre migliorando, solo che non posso affaticarmi tanto.

Tornando da Cafarnao, sono andato sul monte Tabor, a Caifa, sul Monte Carmelo, e ho visitato la grotta dell’Annunciazione, la casa di S. Giuseppe, l’umile bottega e tutti i più bei ricordi di Nostro Signore Gesù Cristo. E in quei santi luoghi ho pregato per Lei e per tutti i nostri cari Superiori, Confratelli: per i giovani dei nostri Istituti e Benefattori.

Qui a Rafat ho trovato Don Gemelli con gli altri tre venuti ultimamente dall’Italia. Pensi la mia gioia, e la festa che ci siamo fatto con Pio e Renato provenienti da Cuneo, dove li avevo visti fanciulli.

Il nostro caro Don Adaglio si trova ancora all’Ospedale a Gerusalemme. Sono stato a trovarlo sabato, 9 Maggio, e mi disse che sta meglio. È dimagrito un po’, e spera di uscire presto.

Mi disse che il Patriarca desidera che vada a cambiar aria per un po’ di giorni dai Benedettini a Cocos, che si trova distante circa tre ore da noi.

(I) Qui, grazie a Dio, tutto va bene. Sabato è stato qui il Patriarca per combinare di fabbricare. A Giorni disse che verrà l’Ingegnere, e cominceremo subito; speriamo che si avveri ciò che ha detto.

A Cafarnao aspettano con grande ansia qualcuno. Non c’è un altro gruppo di generosi che voglia venire a lavorare in Terra Santa?



















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C’è stato qui e a Cafarnao Don Vittorio Gatti, che ora è a Rodi, dove si trova col Senatore Schiapparelli. Da lui avrà notizie più ampie sia di qui che del Monte delle Beatitudini e della Moltiplicazione dei pani sopra Cafarnao.

Qui abbiamo già incominciato la mietitura, e a giorni avremo più di cinquecento mietitori. La ringrazio della sua cara lettera inviatami da Gemelli. Anche Gismondi pure sta bene: siamo in una buona compagnia adesso.

Mi ajuti colle sue preghiere a ringraziare il buon Dio delle grandi grazie che, senza alcun mio merito, mi ha fatto.

In questo bel mese di Maggio, tutto dedicato alla nostra cara Mamma Maria SS., Le prometto, con l’aiuto di Dio, di distaccare il mio cuore da tutte quelle cose che non servono per la mia eterna salute, e di essere più buono e più fervoroso sia nella pietà che in ogni altro mio dovere.

Si degni benedirmi. Riceva infiniti saluti da tutti. E Don Sterpi, come sta?


Dev.mo figlio in Gesù e Maria

Fra Giuseppe, Eremita della Divina Provvidenza


N.B. Il Don Giuseppe Adaglio, come da sua lettera, va con l’aiuto di Dio, migliorando in salute. - Egli si trova ora a Salt, nella Transgiordanica, dove spera rimettersi bene. Lo seguono tutte le nostre preghiere.