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[Minuta]

Un dolce dovere.


Nel N. di Marzo abbiamo pubblicato una lettera del nostro Missionario Don Giuseppe Adaglio, che ci risulta aver recato dispiacere a Sua Eccellenza Rev.ma Mgr. Valeri, Arcivescovo di Brindisi.

In essa, invero, vi è qualche espressione che, pur sembrandoci non avesse affatto nulla di irriverente da offendere la Persona dell’ di quel degno Arcivescovo, tuttavia, per il suo senso esterno un po’ esagerato nei riguardi del cameriere dell’Episcopio, venne ritenuta poco rispettosa e ingiusta.

Noi non abbiamo

E questo ci riferiva il Segretario di Sua Eccell. Rev.ma.

Noi non abbiamo alcuna difficoltà di deplorare come di aver fatto, per un equivoco, quella pubblicazione, quantunque sinceramente riteniamo che dette espressioni non tangunt Episcopum, né erano dirette, per sé, ad offendere alcuno.

Ci facciamo tutavia dovere, - e ci è dolce dovere, - di chiederne umili scuse ma a Sua Eccell. Rev.ma Mgr. Valeri, e ai a tutti i Familiari della Casa Arcivescovile, nonché a quanti quelle espressioni fossero suonate sgradite.

Era, certo, ben lungi da noi il pensiero di venir meno al rispetto e alla venerazione che si deve ai Vescovi, e facciamo e personalmente che a Sua Eccell. Rev.ma Mgr. Valeri, Prelato degnissimo, che sappiamo universalmente stimato per la sua intelligente bontà e generosità , vero Figlio del grande San Francesco.

E per la lunga e intima conoscenza che abbiamo del Missionario Don Adaglio, animo nobilissimo e senza limite devoto ai Vescovi e al Papa, sentiamo di poter ugualmente assicurare di lui.

Uso a vivere tra le popolazioni d’Oriente, dove l’ospitalità è altamente sacra ed esercitata con tale cordialità e larghezza tale che di che noi non abbiamo quasi idea, - egli, se anche nella frase ha trascorso, non intendeva abbiamo noi non abbiamo ritenuto non intendesse dire altro che la carità e la cortesia l’ospitalità non si può