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Tortona, 21 / X – [1]937
Caro Don Sterpi,
Grazia e pace da N. Signore!
Vi mando lettera di Don Parodi, e vorrei che la Casa di Sette Sale continuasse ad avere lo stesso numero di alunni, se pure non anche uno o due di più.
Voi conoscete i Chierici, e regolatevi così: non si mandino a Roma, se non quelli che, almeno da qualche anno, danno pieno affidamento per spirito di pietà e di virtù religiose, nonché di sincero attaccamento alla vocazione: anche siano comparativi per intelligenza, ma siano superalativi nel resto, ed abbiano buona salute.
Non
è da supporre che, dato il numero di Chierici, già
ora studenti di teologia, non si trovi da rimpiazzare quei sei o
sette che, per un verso o per l’altro, conviene togliere da Roma.
Quelli delle 7 Sale devono essere tutti di teologia, e dobbiamo, al
a costo di sacrifici mandare, possibilmente, quelli di 4.a
teologia o di 3.a,
per ragioni evidenti, diverse.
Penso che si debba oggi anche, occorrendo, passare su qualche anno di esperimento pratico, - quando il Chierico se lo meriti, e gli attuali o prossimi bisogni della nostra Congregazione lo esigano o lo consiglino.
Penso che si debbano togliere dalle Sette Sale i troppo giovani, che dovessero quest’anno fare de Matrimonio, e quelli che non hanno fatto egregiamente o durante l’anno o nelle vacanze.
Vedete di preparare una nota di quelli che potrebbero sostituirli così domani potremo rispondere.
Nel Signore e nella Madonna V/ D. Orione
P.S. Lo stesso criterio che fa regola per quelli da mandarsi a Roma, dobbiamo tenerlo per le Ordinazioni, dai Minori in su.