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[Minuta]
prontezza
- Il giovanetto Samuele dormiva ma appena udì la voce che lo
chiamava: “Samuel!
Samuel!”
balzò dal letto e corse, rispondendo: ecce,
adsum!
Ecco son qui! - E così una seconda e così una terza volta: ecce,
adsum!
Tale,
figliuoli miei, dev’essere la nostra obbedienza.
Nella
voce dei Superiori è la voce di Dio, nella loro volontà è la
volontà di Dio: non cerchiamo dunque né la quali l’opportunità
né la ragione, né il fine, né il motivo del comando.
“Discernere
superiors est, subditorum oboedire” scrisse San Bernardo: é
proprio del s’aspetta al Superiore giudicare esaminare se il
comando va bene, è proprio dei sudditi
obbedire.
Insegnava
S. Filippo Neri: Per essere ubbidiente non basta far quello che
l’ubbidienza comanda ma bisogna farlo senza discorso e tenere per
certo che ciò che viene comandato è la più perfetta cosa che si
possa fare, ancorché sembri e sia veramente il contrario.
Esatta
– l’ubbidienza non si fa in qualunque modo si faccia, ma con
tutta attenzione, con ogni diligenza e nel miglior modo possibile.
Universale,
non solo qualche volta, ma sempre, non solo in alcune cose, ma in
tutte.
S. Giov. della Croce diceva che l’ubbidienza è una penitenza della ragione.
Ond’è che nel Rodriguez si legge che “l’alzare una paglia da terra per obbedienza val più ed è di maggior merito che fare una predica, un digiuno, una disciplina a sangue od una lunga orazione di propria volontà.”
Lavoriamo, pertanto, per giungere al possesso di questa virtù.