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[Da copia manoscritta]
Messina
Messina città contava 9 parrocchie e la Cappellania con cura di anime - alle porte di Messina - S. Clemente Papa.
Tra
Chiese e Oratori pubblici
124 - Oratori privati N
12.
Esclusa la Chiesa di S. Andrea Avellino a Villa Mazzini che L’Ufficio Tecnico di Messina aveva da un anno fatto chiudere per pericolo di crollare e le tre cappelluccie di S. Cecilia, Monte Piselli e San Francesco da Paola oltre il torrente Braglio, tutte le Parrocchie e le Chiese di Messina furono distrutte dal terremoto.
Le vittime in città furono di 65.000 messinesi e di 11.000 tra soldati e forestieri.
Di questi al 1° Novembre erano ancora 25.000 sotto le macerie.
Il Clero secolare morto nel disastro del 28 Dic. 1908 e di 43 Sacerdoti e di 15 Chierici. Molti Sacerdoti rimasero per più giorni sotto le macerie: moltissimi furono di essi i feriti per più mesi e ancora oggi. In seguito al terremoto per ferite riportate un Sacerdote morì a Catania, un chierico a Napoli e un altro mentre era trasportato a Palermo. E così qualche Chierico morì per ferite riportate. Tra il clero morto erano distinti: il Can.co Trischitta Arcidiacono e linguista, fondatore in Messina della Società di San Vincenzo de’ Paoli e antico Rettore del Seminario Arc.le; il Sac. Francesco Fisichella, professor ordinario di Filosofia Morale alla R. Università di Messina; il Can.co Savoio seconda dignità del Capitolo.
Dei Sacerdoti morti 11 appartenevano alla Cattedrale 4 erano Parroci.
Del Clero regolare perirono nel terremoto 26 sacerdoti e 12 religiosi non da Messa dei quali: 4 Padri Cappuccini e 4 fratelli laici; 2 Padri dei Minori francescani e un frate laico; un Padre Crocifero; due padri teatini; sette Sacerdoti Salesiani con due
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Chierici e un fratello coadiutore; un Padre degli Agostiniani Scalzi; due Padri dei Minimi, sei Padri Gesuiti con due fratelli laici; dei Padri due morirono dopo in seguito a ferite riportate nel terremoto e cioè P. Mormina a Catania e P. Angeleri ad Acireale. Questo Padre fu il Fondatore in Messina dell’Opera della Dottrina Cristiana che si faceva in 14 chiese ed era il confessore di un gran numero di chierici.
Morì pure un altro sacerdote che era nel Convitto Bonetti e non era della Diocesi.
I più distinti fra i Religiosi feriti erano il P. Giuseppe Alessi e P. Carmelo Barbera, Prefetto degli studi al Collegio di Gazzi, entrambi S.J.; il P. Giambattista da Francovilla ex Provinciale dei Cappuccini ed edificò su un colle sovrastante alla città il Santuario della Madonna di Pompei; il P. Steccanelli dei Ministri degli Infermi, valente cultore di musica sacra; il Sac dei Ministri degli Infermi, valente cultore di musica sacra; il Sac Vincenzo Pirrello dei Salesiani, ex ufficiale dell’esercito e fondatore della Società Ginnastica “Vigor” nell’Istituto Salesiano.
Quasi tutti i feriti del Clero secolare e regolare furono dissepolti dalle macerie e alcuni trasportati ai loro paesi, come il giovane Parroco Domenico Briguglio, il Pro. Olivo del liceo arcivescovile e dei salesiani il giovane Prof. Dario Clavis da Savona, figlio unico di distinta famiglia ligure che ebbe dal Capitolo nella Cattedrale della sua patria solenne onoranze.
I professori del Seminario rimasti morti - giovani la più parte di belle speranze e che insegnavano nel liceo - e i chierici morti furono dapprima sepolti nel giardino del Palazzo Arcivescovile dove i chierici stessi solevano ricrearsi e la loro sepultura avvenne sotto gli sguardi dell’Arcivescovo che sin dal primo momento fece ogni possibile opera di salvataggio, vedendoseli poi morti o gravemente feriti.
Complessivamente dell’uno e dell’altro clero morirono 69 sacerdoti, più un sacerdote forestiero, 15 chierici e 12 religiosi non da Messa.
Il Seminario, palazzo bellissimo anche per la sua posizione e calcolato del valore
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di 270.000 lire, fu distrutto. L’attuale Arcivescovo vi aveva speso oltre lire 50.000, di cui 18000 nella Cappella fatta nuova e assai bella, nella nuova infermeria e sala di studio. Aveva pure impiantata la biblioteca, rifatti i pavimenti in cemento, fatte scale di marmo e rinnovate le suppellettili scolastiche.
I sacerdoti superstiti furono aiutati dal Papa e così i chierici. L’Arcivescovo ebbe dal Cardinale Segretario di Stato £. 20.000 per i primi e lire £. 10000 pei secondi.
I Seminaristi poi furono tosto accolti a spese del Papa a Roma, quelli che facevano la Teologia in numero di 20, al Seminario Potificio Leoniano, e ancora oggi sono colà mantenuti dalla Santa Sede. I chierici che facevano il liceo furono accolti sempre a conto del S. Padre nel Seminario di Palermo in numero di 19 e vi si trovano tuttora; 18 furono a spese del Papa mandati al Seminario di Siracusa e 17 a conto sempre del Papa al Seminario di Acireale.
Per essi il S. Padre mostrò una bontà veramente materna.