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[Minuta]
+++ Imitazione di Cristo
Quel
gran libro che tanto in dell’Imitazione
di Cristo,
che tanto insegna a vivere, ad amare e a soffrire cristianamente e da
veri Religiosi, apre il Cap. IX del Libro primo con queste sante
parole riflessioni: “È gran bella cosa lo stare in obbedienza,
vivere sotto un Superiore, e non essere padrone di sé. Molto più
sicuro è lo stare in soggezione che in autorità. Molti Stanno molti
sotto all’obbedienza più per forza che per amore; ed eglino ci
patiscono, e di leggeri brontolano; i quali non acquisteranno libertà
di mente, finché non si sottometteranno con tutto il cuore per amor
di Dio.” Curre hic vel ibi: corri pur qua o là, ma non avrai
quiete, se non sotto il governo di un Superiore nell’umile
obbedienza.”
Figliuolo,
dice l’Imitazione
di Cristo,
(Lib. III. Cap.XIII) chi s’affanna per sottrarsi dall’obbedienza,
e si sottrae pure dalla grazia di Dio. Chi non si assoggetta
volentieri e spontaneo al Superiore è segno che la sua carne non gli
obbedisce ancora perfettamente, ma presto ricalcitra e brontola.
Impara
dunque a sottometterti al tuo Superiore libenter,
sponte,
celeriter:
volentieri di buon animo, spontaneamente più celermen più che
prontamente, se vuoi soggiogare la tua passione.
Ubbidienza
è annegamento di propria volontà con allegro cuore per seguire
Cristo: ubbidienza, dice Sant’Agostino, è con lieto cuore volere
ciò che il Superiore vuole, non contraddire con la bocca e coi
fatti, adempiere, senza indugio, il comando.
E
più avanti aggiunge: “Ancora ti ami troppo disordinatamente se
tentenni a rassegnarti in tutto al volere degli altri.
Ma
che cose è mai, che tu per amor di Dio ti sottoponga ad un uomo, tu
che sé polvere e nulla; quand’io, - dice il Divino Maestro, -
onnipotente e altissimo, mi sono assoggettato umilmente all’uomo
per amor tuo?
Io
mi son fatto il più umile e basso di tutti, per vincere con la mia
umiltà la tua superbia.
O
polvere, impara a obbedire! O terra e fango, impara a umiliarti, e ad
incurvarti sotto i piedi di tutti.”
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Caterina da Siena vuole che ciascun’anima si ponga innanzi “l'obbedienza di Cristo Crocifisso, il quale per l’obbedienza del Padre e per la salute nostra corse all’obbrobriosa morte della croce.”
L’obbedienza,
per essere grata al Signore, deve avere certe
proprietà: debb’essere eseguita con prontezza,
con semplicità,
con allegrazza.
Prontezza:
“Il vero obbediente, dice S. Bernardo, non procrastina ma subito
ascolta, risponde, è pronto, va ad operare, corre ad eseguire il
comando di chi loda.” Così fece Zaccheo (Luca XIX)
Con
semplicità.-
Così insegna S. Paolo (Eph. VI, 5.) “Obbedite nella nella
semplicità del vostro cuore come a Cristo.” Così obbedirono
Pietro e Andrea. (Matt. IV, 20)
Con
allegrazza
- Così S. Basilio Magno dice che fecero gli Apostoli, i quali,
ricevuto da Cristo il comando di predicare il Vangelo per tutto il
mondo pronti e obbedienti, tutti
allegri
andarono - ben sapendolo - ad incontrare contumelie, lapidazioni
ignominie, carcerazioni e martirio.
“Ecco, io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione: - la benedizione se obbedirete ... la maledizione se non ubbidirete. (Det. XI-26)