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[Da copia dattiloscritta]
Una pagina di Don Orione contro i debiti.
Ridurre al minimo le spese e fare una politica di economia pure dando ad ognuno quello che ognuno ha bisogno, ma secondo lo spirito della povertà religiosa, e da poveri e veri Figli della Divina Provvidenza.
Una prudente economia secondo lo spirito e per ispirito di povertà: avere una visione realistica dello stato delle Case e della Congregazione.
Non si faccia alcuna spesa se non è assolutamente necessaria e urgente. Si paghino i debiti sparsi, cominciando dai più piccoli. Parlo in generale. Guardatevi dai debiti! I debiti: voilà l’ennemi! diceva il Cardinal Cagliero.
Quelli che dicono che il Venerabile Don Bosco e il Beato Cottolengo fossero contenti nel far debiti, non sanno quello che dicono, o non dicono tutto; alcuni parlano di essi a vanvera, tanto per sostenere certe loro tesi, e di certi Santi ultimi specialmente, come Don Bosco, ne fanno un romanzo.
E non è da oggi questo mal vezzo, è da più di trent’anni, da quando io ero ragazzo nell’Oratorio; e Don Bosco aveva appena chiusi gli occhi. Sono almeno un trent’anni che io studio il Cottolengo, ed ho conosciuto da vicino e studiato Don Bosco e poi Don Rua. Don Rua è un santo pure lui, come Don Bosco e fu una gioia per me in questi giorni quando seppi che anche di lui si è introdotta la causa di beatificazione.
Ma veniamo al tema: non è vero che il Ven.le Don Bosco e Don Rua fossero contenti nel fare debiti, no; detta la cosa così, debbo dire che non è proprio vero, come non è vero del Beato Cottolengo.
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Intanto essi sapevano distinguere molto bene, con santa saggezza, tra debito e debito, e poi andavano con rara prudenza anche nei debiti.
Il Beato Cottolengo fu uomo dotato di tanta fede, che il P. Fontana, suo confessore, era solito dire: “Si trova più fede nel solo Can. Cottolengo che in tutta Torino”. Aveva il Cottolengo una grande fede e un illimitato abbandono nella Divina Provvidenza; ma aveva pure una grande prudenza e previdenza. Sotto il velo della semplicità e di una carità somma, si vedeva in lui una prudenza consumata.
E di Don Bosco? ah, Don Bosco era un santo ed era un uomo sapiente anche nel saper fare i debiti; ma Don Bosco rimase afflittissimo per certi debiti contratti in Roma dall’Ospizio del Sacro Cuore di Gesù al Castro Pretorio, benché quell’Istituto fosse nel suo periodo di fondazione. E allora fu veduto usare un insolito rigore e fu pure visto quasi oppresso.
E il Signor Don Rua? Nelle lettere e circolari di Don Rua, di cui vado nutrendomi da più che dieci anni, vedo che egli non vuole debiti, e prega e supplica e scongiura i Direttori e gli Ispettori - specialmente dal cuore la spina dei debiti!
Sono i debiti un peso che ci opprime: sono un cancro che, a poco a poco, ci rodono troppe cose, e non la borsa solamente! Per questo il Venerabile Claret esclamava: “Signore, te ne prego, fammi morire senza peccati e senza denaro, ma anche senza debiti”. E nella vita della Barat, canonizzata ultimamente, si legge che essa definiva i debiti come il tarlo dello spirito religioso, che porta sempre cattivissime conseguenze.
Ah! figliuoli miei in Gesù Cristo Crocifisso, vogliate credere alla mia dolorosa esperienza: non fate debiti, specialmente con le Banche: i debiti sono un vento che fa seccare la dolce sorgente della pace fraterna!
E dirò di più: i debiti indeboliscono e talora rapiscono anche le vocazioni più mature, e soffocano quelle che stanno spuntando.
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E non solo sono i debiti i nemici della pace e delle vocazioni, ma anche i nemici dello spirito di pietà e della vita interiore, come in alcuni periodi della nostra umile Congregazione essi sono stati la causa che ha dato ai nostri avversari e nemici di Dio il filo per denigrarci e denigrare la Divina Provvidenza. E si deve alla mano materna della SS. Vergine, nostra Madre, se i debiti non hanno gettate a terra opere che costarono anni e anni di sacrifici immensi, e la vita stessa di parecchi nostri Sacerdoti, Chierici ed Eremiti, dei quali alcuni furono realmente dei veri Servi di Dio nel senso più alto.
Ecco perché ho scritto già a qualche Direttore ed ora ripeto a tutti: Non fate debiti! Non fate debiti! Con l’aiuto di Dio e dei nostri Benefattori datevi attorno per saldare i già esistenti, cominciando dai debitucci sparsi qua e là, e non contraete nuovi debiti, se non per il pane e per il vestito conveniente, e per quanto è di stretta necessità di vita.
(da un manoscritto senza data)