V099T394 V099P271
Anime! Anime!
Tortona, 18 Ottobre 1939.
Caro Don Cremaschi,
la grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!
Mi
riferisco alla gradita tua del 14 corr., ma passo anche a dare alcune
norme per gli Insegnanti, - per cui prego che la presente sia le
fatta conoscere ai Sacerdoti tutti della Casa e anche agli altri che
insegnano.
E,
in prima, quanto alla tua,
del 11.
1) Prego Don Simioni di assumere l’insegnamento della Religione nei tre anni di Liceo: - è la materia più difficile, - non si fidi di sé, - si prepari bene.
II) Don Cesaro insegni, in tutte le tre classi, la filosofia, - che, per noi, è la materia principale. Egli è il più preparato a tale insegnamento, però prego che si prepari fortemente.
Il bisogno maggiore oggi di chi studia è una solida e cristiana filosofia. Bisogna aggiustare le teste, infondere in esse idee giuste, mentre sono in voga dottrine sballate, e si va perdendo fin il senso comune. La sola filosofia ci aiuterà molto a servire efficacemente la causa della religione.
III) Per l’italiano spero di provvedere diversamente, dal 6 Novembre in avanti. - Così Don Cesaro si consacrerà tutto alla filosofia e mi farà una buona scuola, come la desidero tanto e da tanti anni.
Adobati assuma la Matematica di tutto il Corso liceale; vi si prepari bene.
E
si
preparino bene
tutti quelli ai
quali
cui fu data la
fiducia
dell’insegnamento.
Chi
fa
la scuola
è il Maestro: la scuola si deve fare
bene
e, per farla bene, e
che
perché sia una
vera e una
buona scuola,
bisogna
prepararsi
e prepararvisi bene
e a
fondo.
Gli
Insegnanti non si facciano aspettare: se vogliono avere una scuola
scolaresca diligente, diano essi esempio di puntualità e di
diligenza.
Non si gridi nell’insegnare, ma, nei modi, nella voce, nei tratti si seguano le nozioni d’una buona pedagogia.
V099P272
L’Insegnante prenda cura di tutti, - non solamente di alcuni; e interroghi sovente. Nel dare spiegazioni si abbia sempre di mira che intendano quelli che sono più indietro di tutti e di non facile ingegno.
Non
si diano mai
castighi gravi, non mai modi od espressioni violenti o mortificanti:
non si umigli
mai nessuno con termini di disprezzo. Non si diano castighi generali:
si può e talora conviene dare qualche lode a
tutti,
non a singoli; - non
invece mai castighi a tutti. Si miri sempre ad emendare il colpevole,
mai a sfogare la collera.
Se
si vuole che gli allievi facciano molto progresso, correggere
si correggano le pagine a tutti,
si
facciano molte correzioni di lavori,
molte,
e fate conoscere gli errori commessi.
Quanto più sovente ciò farete, tanto più grande sarà il profitto.
Non
credano gli Insegnanti di abbassarsi o perder tempo - perché
Insegnanti nei corsi di filosofia - coll’interrogare gli alunni per
assicurarsi che tutti hanno
abbiano inteso, e col farsi recitare la lezione per
accertarsi che hanno
abbiano studiato.
Il buon Insegnante, il valente Insegnante, fa
studiare,
fa
imparare
e s’ingegna, in molte maniere, di tener desta
e viva la scuola
e la emulazione nei suoi allievi.
Uniformarsi
sempre al Programma,
non sbandare,
non
svolgere il Programma nell’annata con metodo,
con serietà,
sudd
interamente e bene, il
Programma dell’Annata,
mese per mese, - e
in modo però che poi ci sia un congruo tempo per
ripassare tutto.
Si guardino gli Insegnanti dal censurarsi gli uni gli altri: un Insegnante non parli contro l’altro: regni sempre tra Voi tutto la carità nelle opere, nelle parole, negli affetti, e che questi siano santi e santamente fraterni.
Coi vostri allievi non usate parzialità, non preferenze, non moine o sdolcinature, mai, mai! - Pazienza con tutti, industriose sollecitudini, buoni modi; - curate il loro profitto filosofico, scientifico, letterario, ma ricordatevi, Carissimi in X.sto, che manchereste alla parte più essenziale del vostro compito, se vi limitate solo ad istruire, e non cercate sempre, - sempre, dico, - di unire all’istruzione la formazione morale, la educazione del cuore, la
V099P273
educazione profondamente cristiana e religiosa.
Nella scuola è necessario che sia tutto verità ciò che s’insegna, quella verità che nutre, che non inaridisce il cuore, perché non è mai disgiunta dalla virtù e dalla carità. Ogni vostro insegnamento, dunque, elevi le menti dei vostri alunni a Dio, “Deus scientiarum Dominus”. Deh non infatuate i giovani per la scienza, non invaniteli, ma portateli, per lo studio e per la scienza, a dare lode al Signore, dal quale vengono tutti i doni e tutti i lumi.
Bandite
dall’insegnamento ogni leggerezza: sia la vostra scuola serena,
viva, piacevole, ma non mai leggera; non mancate di serietà, né di
quella gravità, che non è pedanteria o pesantezza, ma rispettosa
serietà reciproca.
- Tra di voi e ai vostri alunni darete del Voi: gli alunni tra di
loro useranno il Voi, e così pure i Novizî.
La scuola sia intensa non vacua: dovete possedere bene la materia, e fate uno studio per esporre con chiarezza di parole e di idee.
Fatta
così, la scuola vi
sarà vasto campo per esercitare la vostra virtù di buoni Religiosi
e la carità: vi guadagnerete molti
meriti:
renderete alla Chiesa e alla nostra cara Congregazione il
più grande servigio.
Codesto triennio di studio ho voluto di proposito chiamarlo “Institutum Philosophicum”, non solo perché tutte le scienze, e massime le teologiche, hanno bisogno di una sana filosofia, ma perché la nostra Congregazione ha supremamente bisogno di una base ferma, granitica, dottrinale nella filosofia cristiana, che ha, Maestro e Duce, San Tommaso d’Aquino, che nomino Patronato principe dell’Istituto nostro filosofico, come è Principe della Scuola Cattolica. - Vi manderò un bel quadro di San Tommaso.
Tutti i giorni prego e pregherò sempre per voi, Carissimi Superiori e Insegnanti
V099P274
della Moffa, perché il Signor Nostro Gesù Cristo, intercedente Maria SS. - auspici San Tommaso d’Aquino e San Giuseppe B. Cottolengo, sia sempre con voi con la sua grazia, con la sua luce, con i suoi celesti conforti.
Nomino il mio caro Don Teresio Pagella Preside di codesto Istituto Filosofico San Tommaso d’Aquino e Ispettore Scolastico delle Scuole Ginnasiali dei nostri Aspiranti e Chierici.
Aggrego al Corpo Insegnante vostro, oltre Don Cremaschi, quale mio rappresentante, i nostri Sacerdoti Teol. Don Fausto Capelli, Prof. D. G. Piccinini, Prof.r D. Di Pietro, Prof. D. D. Sparpaglione, Prof.r Don D. Mogni, Ing.r Tovini; - tutti questi come Consiglieri ed Esaminatori Ordinari.
Lo spirito del Signore sia con voi, e benedica largamente a voi e ai vostri alunni.
Pregate per me.
Vostro aff.mo in Gesù Cr. e Maria SS.
Sac. G. Luigi Orione
della Div. Provv.