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[Da copia dattiloscritta - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Il
Pellegrinaggio a Caravaggio,
partito con treno speciale da Tortona, portò ai piedi della Madonna
ben 1200 Pellegrini; ed
ebbe una riuscita superiore
ad ogni aspettativa
superlativa, pel
divino aiuto. Il
Viaggio
di
andata e ritorno fu
felicissimo, pieno di santa allegria, tra un alternarsi di preghiere
e di canti devoti. Ricevimento con Banda Cittadina. A mezzo dì Messa
Solenne di Mgr. Lovazzano con tal canto che andava in
excelsis:
Diacono il Ven.do Arciprete D. Bottaro di Corana, da
Suddiacono fece
il Sig. Arciprete D. Maiocchi di Carezzano. Dopo ci fu la Benedizione
a quella moltitudine sterminata, che ti pareva un mare ondeggiante di
teste.
Chi
mai avrebbe
potuto scendere allora a vedere la Madonna? C’era da farsi rompere
le costole. Nel pomeriggio adunata
dei nostri religiosi
attorno allo storico obelisco:
una
parlata, ordini e notizie, e un telegramma fervido di devozione a
Mgr. Vescovo. Poi tutti alla solennità dell’Apparizione,
quando, al Magnificat,
si rinnovano grazie e miracoli. È la Madonna che scende ancora a
visitare il suo popolo, sul fonte che Essa
ha eletto a
è
sorgente
viva di salute
e benedizioni.
Verso
A sera
possiamo finalmente vederla, da
vicino
presso la
Santa
Madonna
Beata Vergine di
Caravaggio, ed è consolazione ineffabile. Viene la notte. È tempo
di ritirarci. Per 180 ci sono letti:
donne
e ragazze hanno sedie e tavoli negli alberghi attorno al Santuario:
per gli uomini, grazie all’On. Podestà di Caravaggio, è messo a
disposizione un vasto fabbricato, che sarà presto un orfanotrofio.
Ecco: arriva un gran carro di paglia; gli uomini li mettiamo a
dormire sulla
paglia. Ma,
vi
pare poco? È anzi onore grande: niente meno che come Gesù a
Betlemme! Io pensavo
riflettevo: eh
quante
cose vanno a posto, quando
si
è
Dio ci mette sulla
paglia.
Il
Santuario è chiuso, ma molti vogliono fare
la
Santa Veglia alla Madonna.
Vedeteli: sono drappelli di cinquanta di
cento pellegrini che
vanno girando
attorno attorno alla Casa
della Madre,
recitando divotamente
il Rosario, poi cantano le Litanie e riempiono
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la pace serena della notte di dolcissimi canti. Tutti i dialetti della nostra Diocesi, tutti i toni ed i canti si fondono in un linguaggio solo: in un canto solo d’amore alla Vergine. E, ogni tanto: Viva Tortona!
Fuori,
lungo
i sedili di pietra che contornano il Santuario,
sono
vedi gruppi
di Pellegrini:
sono
i nostri bravi uomini e giovanotti,
che
fanno corona ai Preti Diocesani, e
sono
là che si confessano all’aperto, come si fa nei lontani paesi di
Missione.
Che scena commovente!
Quanta
Fede; quanta bella divozione!
La mattina Messa, Comunioni senza fine a più altari.
Discorso, e
Benedizione.
Poi la solita nota voce grida: “Andiamo!
Salutate la Madonna!
Lasciamo
qui il nostro cuore, i nostri dolori.
Si
parte: andiamo! Portiamo a tutti le gioie, le consolazioni della
Madonna!”
Quante dolci lagrime! Quanti, già sul treno, in partenza, si volgono a salutare ancora una volta il caro, indimenticabile Santuario! Quanto bene fanno i veri Pellegrinaggi!
Si inaridisca la nostra vita, prima che ci dimentichiamo di te, o Santa Madonna di Caravaggio!
Si
parte. Si
profila
Sull’orizzonte
lontano si
profila la
Madonnina: è Milano! è
Milano!
Siam
giunti. Ordinati
e per quattro, si va in Duomo. Quei buoni ambrosiani, al primo
vederci, guardano, qualcuno forse sorride;
ma poi vedono che è una colonna che
non finisce mai, una
forza che si avanza;
e
si
fermano, si fanno pensosi, interrogano, voglion sapere chi siamo:
“Noi
siamo
Tortona! la Tortona che ha moralmente debellato il despota del Medio
Evo il Barbarossa: il vostro, il nostro capitale
nemico.
il nemico d’Italia!
Tortona
che
ha
dato il sangue e fu bruciata;
ma
rasa al suolo; ma ha
salvato Milano e ha
salvato
qualche cosa d’altro ha
salvato più che Milano.
Multa renascentur: oggi Tortona è rinata ai nuovi destini d’Italia, e sta in onore: e,
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nel centenario della Lega, anch’essa è qui, a Milano, con quella sua fede che non muore, “che vince ogni battaglia”, e con tutta la fibra dei suoi forti: fate passo!
Entriamo in Duomo. I nostri uomini, i nostri baldi giovani, vanno innanzi e salgono, senza tanti complimenti, attorno al trono dell’Arcivescovo; il presbitero è tutto per noi, e buona parte del Duomo.
I
Rev.mi Canonici,
che
sono in Coro, si guardano, si parlano. Che pensino ad una qualche
colata?…
Ma
i Tortonesi amano stare in
plano,
al largo, al sicuro, dove non ci sia pericolo di “borlar
giù”,
come si direbbe da quel di Broni. E tutta la navata a
sinistra della crociera è gremita di
Pellegrini.
Abbiamo
Messa e Benedizione, in ambrosiano, s’intende. Poi
S. Em.za
il
Cardinale Tosi, che ha dovuto assentarsi da Milano, manda il Rev.mo
Mgr. Balconi, Arciprete del Duomo, Prelato Venerando
per virtù e dottrina,