V101T053 V101P060



[Minuta]


Lettere Tortonesi

(nostra corrispondenza)


Tortona 13 3 settembre


Dopo la mia corrispondenza, volentieri avrei taciuto perché (malato) almeno da polemiche, ma parecchie delle asserzioni del colle quali il Rev.do Teol. Testone, colle quali egli ha creduto di rispondermi e giustificarsi mi sembrano così strane o, per essere più esatto, così poco conformi a verità, che egli mi sono mi obbligano di continuare. E continuerò sinché lo esiga l’amore l’interesse della verità stessa e la buona causa contro il modernismo che l’Unità Cattolica combatte e ciò a bene di molti e anche per secondare i giusti e santi desideri di molti giovani e vecchi del nostro buon Clero Tortonese, giovani e vecchi che sono ormai stanchi che che non vogliono affatto far dedizione ai novatori del modernismo, e che da qualche tempo si trovano sentono un senso di grande grave disgusto per le idee errate ree dottrine e certi sistemi un certo qual sino a sentire poco bene della Chiesa e del Papa che si vuole instaurare van propagando anche pur presso di noi.

Sarò molto sereno, del resto, e anche relativamente breve, ma sarò francamente sincero oh sì! per quelli che dovendoci dare pane ci hanno invece dato invece sasso e scorpione io sarò dovrò essere sarò purtroppo se lo si vorrà, terribilmente sincero. Tengo a mia disposizione tante e tali prove del modernismo che si è fatto e che si fa nella Diocesi di Tortona da sbalordire per parecchio. Premetto che non parlo né ho inteso parlare mai della totalità del nostro Clero; oibò è un gruppetto un partito che si vogliono fare in diocesi

Mi rincresce che dovrò forse adoperare il bisturi, ma l’hanno voluto, pazienza, l’avete speriamo che squarci e facend guarisca.

Veniamo dunque a noi. si tratta di un gruppetto c’è e vogliono fare partito.



















 V101P061


Per questi E mi duole per essi che dovrò per con essi adoperare il bisturi, ma pazienza, l’hanno voluto: speriamo che esso squarci e guarisca veniamo dunque a noi (ma questi gruppetti ci sono e si fanno audaci.

Don Testone dice asserisce d’aver detto che egli “era un parroco condannato a domicilio coatto intellettuale.”

Ora tutti sapevano che Don Testone era stato destituito da Roma da Professore in Seminario per modernismo: un giornale cittadino lo aveva anche stampato, dichiarandolo vittima dell’antimodernismo, né egli lo aveva sentito il bisogno di smentirlo, la notizia che del resto correva per la bocca di tutti.

Ora egli asseriva l’asserire che quella egli fa di aver pronunciato la frase nel suo brindisi detta con l’intenzione brindisi “sono un parroco condannato a domicilio coatto intellettuale” non volesse significare nell’intenzione dell’autore ribellione o disprezzo alla Santa Sede ... sta bene, e ne siamo lieti veramente ne prendiamo nota. Ma noi non dobbiamo stare alle intenzioni: de internis non judicat Ecclesia.

I precedenti c’erano erano tali che quella frase fatta poteva significarlo e s’infissare ciò che ora il Don Testone vorrebbe dire suonava molto grave. E invero: poteva dirsi condan nato a domicilio coatto intellettuale solo unicamente per ciò che ha domicilio più a Casteggio che a Tortona? Poteva dirsi “condannato a domicilio intellettuale uno per ciò che vive lontano (?) dal luogo nativo, ma dove viene quasi tutti i giorni?

Poteva dirsi tale quasi a significare che il lavoro parrocchiale della grossa borgata di Casteggio lo togliesse dagli studi gli impedisce di attendervi? Agli studi Ma tutti sappiamo che questo non è: egli fa ogni giorno più ore di scuola e si può dire che è più a Tortona che a Casteggio è il professore che insegna più materie a Tortona: si può dire che è più di Tortona che di