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[Minuta]


 Messina, il 15 / XI - [19]09

a Mgr. Canali


Rev.mo Monsignore,


Le domando scusa del ritardo. Ho inviato al Can. Burrascano di Castroreale la lettera di ringraziamento, poiché non c’era nulla in contrario.

Ho preso conoscenza dell’esposto della Banca Cattolica di Fabriano, che restituisco. Con due Ingegneri amici dell’alta Italia, che si trovano ora a questo Ufficio del Genio civile, feci un sopra luogo all’Istituto del Buon Pastore, per conoscere bene lo stato del fabbricato; ed ho fatto pure indagini sulla ipoteca della Banca di Fabriano.

Ora, da quanto mi risulta, detta ipoteca non era su quel po’ di giardino, ma era solo sui fabbricati dei quali parte è un mucchio di rovine, e buona parte è ancora in piedi, ma però in istato da non potersi abitare perché screpolata e pericolante; quindi in condizione direi peggiore della parte caduta, dovendosi fare doppia spesa, di demolizione e di sgombro.

Il terreno del fabbricato e quell’altro poco su cui gravita l’ipoteca non può avere che un valore minimo, dove poiché è in una posizione poco buona e né il Genio civile ha pensato di occuparlo, avendo presi i migliori punti di Messina.

Non so ciò che la S. Sede ha stabilito di dare alle Suore del Buon Pastore, ma, anche dessero desse £. 10.000, come si è dato a molti Istituti di qui, proporrei che, se questa detta somma venisse passata alla Banca di Fabriano, si metta almeno a questa la condizione di cancellare completamente l’ipoteca, perché restino libere le Suore di potere in avvenire fare qualche ricovero, coll’elemosine che potranno raccogliere per le loro orfanelle e pericolanti.



















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Oppure se dare alle Suore il sussidio che se la S. Sede crederà dare alle Suore il sussidio e la Banca mantenga l’ipoteca, riducendola, per contratto pubblico, a non più che £. 16.000, pagabili dalle Suore a £. 1000 l’anno, dopo cinque anni di tempo, e senza interessi.

Secondo me la Banca farebbe un buon affare tanto nel primo che nell’altro caso, poiché nessuno darebbe più nulla alle Suore quando si sapesse che andrebbe non per le orfane, ma a vantaggio della Banca.

Perché meglio Ella Rev.mo Monsignore meglio comprenda la proposta debbo notare che l’area non è neanche piana, tranne pochissimo almeno poco poca partre, è tutta una scarpata di colle come una scalea ed è franosa.

La riverisco La prego di umiliare a Sua Eminenza i miei più profondi ossequi profondo ossequio, e si degni raccomandarmi al Signore.


Suo dev.mo servitore in G. Ch.

Sac. Orione Luigi