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Reggio Calabria, 2 Luglio [1]912
Gentilissima Signora Contessa,
Sono stato a Cassano Ionio, e oggi vado a Messina. Jeri ho potuto visitare qui l’Orfanotrofio del piano di Modena. - A Cassano ho veduto e mi sono trattenuto a lungo coll’orfano Belgenio Vincenzo di 18 anni, di ignoti, quello pel quale il Segretario Siracusa ebbe tante cure, e non si sapeva ove collocarlo pei suoi mali e si temeva fosse tubercolotico. - Niente tubercolosi: sta bene, è contento, solo è avvilito, perché non gli riesce di fare il sarto, non potendosi valere della mano destra, e la sinistra non può adoperarla agli effetti dell’arte, sia pel cucito che pel taglio.
Mi domandò con insistenza di fare il tipografo. Direi di accontentarlo: almeno, proviamo. Se il Patronato glielo concede, me lo prendo io questo incarico e lo tengo sempre con me, finché possa guadagnarsi un pane onorato.
Lo collocherei a Tortona nella mia tipografia, che è la migliore della Città: gli procurerò un sedile fatto appositamente, affinché la sua gamba malata non abbia a soffrirne e possa imparare a comporre da seduto.
Ora è avvilito perché non può lavorare: - aiutiamolo! Ho visto certi esseri rinascere quando sono posti nella possibilità di poter essere utili e di sentirsi anch’essi capaci di qualche cosa. Propongo pure al Patronato il trasferimento di due altri orfani da Cassano a Cuneo. Essi sono: Domenico Zema fu Demetrio da Musorrofa e Bruno Santo fu Antonino, pure da Musorrofa.
Questo loro trasferimento alla Colonia Agricola di Cuneo non è per cattiva condotta, ma a titolo di premio. Esso poi serve a fare posto a Cassano a due orfani di condotta pare non lodevole, da Noto: sono essi Crisafulli e Spadaro Rocco. Pel Crisafulli mi mandò telegrammi ripetuti e urgenti anche quel Sotto-Prefetto di Noto; io quindi li porterei a Cassano per provarli ancora.
A proposito dell’Orfano Bruno Santo fu Antonino…