V101T096 101P110
Casa Divina Provvidenza
Tortona
22 Maggio 1917
Rev.o e Caro Sig.r Canonico,
Le chiedo scusa del ritardo a rispondere. Sono stato tanto contento a sentire che Iddio e la SS. Vergine La vadano sempre meglio ristabilendo in salute, e con Lei me ne rallegro, e ne benedico il Signore. Vuol dire che Iddio vorrà da Lei ancora dell’altro bene per le anime e per la fede cattolica.
Quanto Lei mi scrive, io l’avevo già capito, e creda non me ne offendo niente, perché Lei ha ragione. Durante la sua malattia più d’una volta mi sono chiesto se non fosse stata effetto del vitto non sempre adatto alla Sua età e ai suoi bisogni.
Lei dice bene, anche la malattia fatta esige altro vitto ed altre cure. Noi però in questa povera Casa non possiamo farlo, caro Sig.r Canonico, e Lei ci addosserebbe di un peso che noi non possiamo, con dispiacere, portare, per motivi di ordine diverso.
Io sento di dirLe cosa che La addolorerà; ma, creda, Sig.r Canonico, anch’io ci provo vero dolore a dirglielo. Ella veda di trovarsi una pensione al Convitto Ecclesiastico o presso qualche Sacerdote. Al Convitto non credo Le sarà difficile, tanto più che esso, come dalla Lettera Pastorale di fondazione rivolta da Monsignor Bandi di s. m. al Clero della Diocesi, è stato aperto anche a tal fine.
Vuol dire che Ella potrà provvisoriamente ritornare qui, e intanto sistemarsi altrove.
Pel mezzo mese da non calcolarsi di pensione, va bene.
Con molti ossequî a Lei e ai Suoi, e raccomandandomi alle Sue orazioni, Le sono in Gesù C. e Maria SS.
dev.mo servitore
Sac. Orione d. D. P.