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[Minuta]


Anime e Anime!

Tortona, il 19 Genn. 1921


Caro Don Montagna Quadrotta,


1) Sono tanto stanco di testa che scrivo cambiando i nomi con tutta facilità, - segno di vecchaia precoce.

2) Ho ricevuto da Tranquilli, per espresso, la lettera che ti accludo, e già gli ho risposto da stamattina, confortandolo a riprendere le lezioni e a mettersi bene, che poi tutto andrà a posto.

3) Ora però, se tu vedessi che, dopo alcuni giorni che gli vorrai dare nel Signore, egli rimanesse fisso e freddo nel non voler riprendere gli studî, allora ti fai dire che cosa intenda fare, e, se ti chiedesse con insistenza di venire qui, me lo comunichi. Se, invece, fosse risoluto di andare a casa sua o al Patronato, avverti subito il Patronato e lo mandi. Pazienza! Mi dispiace che era un giovane di ingegno, che prometteva riuscire un buon cristiano; così finirà, forse, come suo fratello.

Saluto, conforto molto molto te, e vi benedico tutti di gran cuore.


Tuo in G. Cristo e Maria SS

Sac. Orione d.D.P.


Amat.mo Padre,


se fossero tutti come Lei la cosa sarebbe già accomodata da un pezzo, ma il mio Signor Direttore, non la pensa, o per lo meno non la pensava come Lei. Che ho la faccia da birbante chi non lo vede? ma lui poteva fare a meno di dirmelo; che non mi voleva accetta re a S. Remo, temendo che facessi il comodo mio come ho fatto a Tortona, faceva meglio a non dirmelo; e quando avevo deciso di ritornare il Tranquilli dei tempi migliori, perché si va a dire al Preside che avevo falsificato una giustificazione, che, assentandomi dalla scuola, me la girovagavo per la città, ecc. già, era per il mio bene!














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e l’assistente che mi ha accompagnato al capo dell’Istituto perché dice a questo, con finta ipocrita ingenuità: “Ecco Tranquilli che è stato ammalato il giorno tale e tale!”

I Superiori del Collegio non dovevano fare tutto questo, non dovevano compromettersi più di quello che non fossi, a loro doveva bastare la mia promessa che era sincera, dovevano aiutarmi a riparare il Mal fatto.

Niente di tutto questo, erano contenti che me ne andassi; la parte che mi hanno recitato dopo il mio scritto non mi persuade.

Lei sì che mi vuol bene, Lei che è un santo Sacerdote, amico dei poverelli.

Piango per i dispiaceri che le sto dando in questi giorni, ma il Signore La consolerà; gli altri orfani sono tutti bravi e studiano con amore; la loro buona condotta riparerà la mia.

Mi lasci al mio pazzo destino! Libererà il suo campo dalla zizzania.

Le bacio con affetto la mano


Tranquilli Romolo