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Rev.mo Monsignore,


le telegrafai dietro un espresso del prof. Fornari di farLe tenere direttamente e d’urgenza informazioni riservate sulla sig.ra Caterina Basile, ved. Salvatore Picciotto, malata residente a Tremestieri.

Eccole dunque: detta Signora è  veramente malata, e subì già una operazione chirurgica; e di questi giorni dovrà sottoporsi ad altra grave e pericolosa operazione, per un tumore interno.

Il marito le morì nel disastro, e le resta rimane un figlio, ora in famiglia per la malattia della madre, ma tenuto in collegio a Frascati, a Villa Suora, credo a conto del S. Padre.

Essa è  una buona donna cristiana, ed è e di famiglia civile; ebbe in dote lire 12.000, quasi tutte salve. Abita con lo suocero, avv. Rosario Picciotto, e coi cognati pure Avvocati.

Lo suocero ebbe danni, ma ha ancora a vista un capitale di una proprietà discreta, certo non meno di 150000 lire, tutta libera da ipoteche, - ed egli deve ad essa alla nuora ed al nipote ancora la parte del figlio che gli è morto nel disastro Salvatore morto. Gli interessi sono ancora tutti insieme.

Fa da Sindaco a Tremestieri; è  persona cattolica di nome e di partito ma non fu visto mai né lui né i figli a Messa né ai Sacramenti anche in casa di vita cristiana, tranne questa nuora pare.

Le notizie che Le do sono un po’ in ritardo, ma le posso assicurare che esse sono esatte. Non potei prima anche perché oggi ebbimo oggi la gradita visita qui di sua eminenza il cardinal Lualdi, dell’Arcivescovo di Palermo Bignami di Siracusa, del vesc di mgr. vescovo di Patti, di quello di Lipari, che farà l’ingresso domani; mi voglia scusare.

Adesso perdoni se Le domando un favore a lei, caro monsignore.

Codesti miei figliuoli di S. Anna porteranno su un quadro della Consolata un bel quadro identico a quello che è  al Santuario di Torino un bel quadro dono del Canonico Allamano nipote del ven.le Cafasso.     














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È da mettere qui su un altare, nella Chiesa dei morti del terremoto. Desidererei che Ella, Venmo Monsignore mi ottenesse dal Santo Padre che Egli stesso si degnasse benedirlo, e annettervi tutti quei tesori spirituali per che si acquistano al Santuario della Consolata di Torino.

Si d Voglia pure degnarsi dire al S. Padre che qui cominciano a sorgere le sue sorgono Chiese e sembra si ridesti la vita cristiana: che.

Con l’ajuto di Dio si va, di festa in festa, organizzando meglio l’opera del Catechismo ai piccoli fanciulli, che vi si vede già un po’ più di profitto; che ogni giorno sono sempre tre o quattro coppie di sposi che si mettono in grazia di Dio; senza contare anche i malati sono più assistiti; però c'è ancora tanto molto da fare che si cerca di fare, di fare e tanto che sembra che non si sia fatto nulla; si è come affogati in un mare: e quelli che veramente lavorano vi è molta mollezza nei costumi, molta indifferenza in fatto di religione; anche i buoni fanno tante cerimonie tante cerimonie, ma non c’è sincerità ma e poi poco com ci tirano al lavoro, fanno per un po’, e poi piantano lì: c’è molta cercano molto l’apparenza ma forse poca sostanza.

Mgr. arcivescovo sta bene, e lavora tanto ed oggi fu molto confortato da queste visite