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Carissimo fratello nel Signore,


1) Ricevo la tua lettera scritta sabato-domenica.

2) Ho scritto a D Ravazzano.

3) Mi rincresce che Torre studî poco e che non si avvicini quotidianamente a ricevere Gesù; credeva m’avrebbe dato delle consolazioni, almeno adesso che sono lontano. Se non fa la Comunione è segno che è in peccato cattivo, è segno che è di Don Orione con le parole, ma non nella vita e nelle opere.Gli dirai che, pur tuttavia, spero ancora, che prego e che ho sempre pregato per lui, che lo benedico in modo speciale.

4) Io verrò quanto prima. Non sono ancora venuto per questo: qui al 2° giorno Ottaggi rigettò 2 volte grande quantità di sangue; ha voluto da Napoli fin qui fare il mare; io l’aveva detto che facesse la terra. Ora è a letto, sto qui per ricondurlo con me, se pur si potrà , perché alla sera la febbre continua, il minimo movimento potrebbe restarmi morto per via. Ho bisogno che si metta un po’ in forze; eh! Se sapessi che pena! Vuoi che lo lasci qui? Ti confesso che mi sento strappare il cuore. Tu non dir niente coi suoi, con nessuno, tranne che coll’Economo ,per fargli comprendere che non è mica che io mi fermi qui per niente. Ho fatto due voti, se la Madonna di Lourdes e San Corrado, che abbiamo qui, ce lo fanno guarire, tanto almeno da poterlo condurre fino a casa. Io ti ho sempre taciuto questo per non disgustarti, per non agitare né te né Goggi, ma oggi te lo dico per necessità . Però se io sono necessario vengo subito; lui può benissimo restare qui. Sta allegro, o caro D. Sterpi, il Signore vuole così per nostro bene. Non vorrei che questa notizia t’inquietasse troppo. Non c’è poi tutto quel pericolo che ho detto sopra.

5) Che necessità di dire che io non ci sono? Io ci sono a Tortona, sono a Mornico, sono dove volete, con tutto lo spirito e la vita mia!      






















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6) Niente diminuzioni per quanto è possibile, e tutte le economie possibili e immaginabili.

7) Pel giornaletto o verrò a casa io o manderò, non aver premura a spendere danaro. La vignetta potresti intanto darla a D. Gatti,che la metta sul Popolo, credo che sarà contento; se per la prossima volta quelli del Popolo avessero già l’incisione, allora, ciavù! La metteremo noi soli.

8) Qui si sono fatte alcune accettazioni di chierici e di laici per l’opera della Divina Provvidenza: soggetti ottimi, mi rincresce che il migliore laico debba restar qui per far le compre di questa casa. Tutto col permesso del Vescovo nostro e di questo. Ma taci per ora. Il Guarino, che ha scritto, ha un fratello accettato, e forse sarà dei nostri anche lui. Ma sono tutti tanto poveri che bisognerà pagar loro il viaggio. Sono fin qui tre laici, due che studieranno e uno muratore, e alcuni chierici di filosofia e di teologia.

9) Scriverò a mons. Novelli: vedi che io dico sempre di scrivere a D. Ravazzano, a cui mi sento strappare il cuore ogni sera che viene e che non ho scritto; e adesso dico di scrivere anche a Mons. Novelli, ma scriverò? povero me!

Sappiatemi compatire: adesso che vi ho rivelato dell’ammalato grave, credo che mi saprete compatire di più. Fin adesso gli abbiamo sempre fatto la veglia; io lo vado a vedere due tre volte la notte, la quale notte è due o tre ore al più di riposo se pure è riposo. Ho fatto voto di condurlo se guarisce alla Madonna di Lourdes; jeri notte sono partito con tuo fratello, e sono andato ad un Santuario e sono arrivato a casa alle 11.1/2 e là ho fatto voto di condurlo pure e di fare un dono non minore di L. 300, ho fatto accendere la lampada, ho detto Messa nella grotta del Santo e poi ho dato ad un povero che ho trovato tutti quei pochi quattrini che aveva in tasca e il povero orologio di Goggi che per caso aveva.

Ed ho pensato che lui sarebbe stato contento che avessi dato anche il suo orologio. Segue altra lettera, perché parte la corsa.