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Opera della Divina Provvidenza

Tortona


di farsi proprio padre dei figli miei nel Signore, di curarmeli nello spirito, di crescerli nella carità grande e misericordiosissima di Gesù.

Se essi staranno buoni, anche il convitto e tutte le opere che vostra eccellenza ci ha affidate fioriranno, perché saranno benedette dal Signore!

Perché un istituto di educazione o una colonia agricola od ogni altra opera fioriscano, è di prima necessità la benedizione del Signore, poiché nisi Dominus aedificaverit domun invanum laboraverunt qui aedificant eam!

Nelle conferenze, che vostra eccellenza ha col Direttore della Colonia come col Don Risi, io la pregherei di insistere su questo: che tutti gli sforzi e sacrifici dell’uomo non riusciranno mai ad altro che a confondere l’umana superbia, quando manchi l’aiuto e la benedizione di Dio.

E perché il Signore benedica il nostro povero lavoro si tenga lontano da noi e dai nostri dipendenti e figli nel Signore la colpa grave, e anche il peccato veniale deliberato, cioè quelle colpe che, purtroppo, si fanno tante volte ad occhi aperti, e che spengono la carità nei cuori, o la affievoliscono talmente che diventa languida o quasi morta.

E di più cotesti figli attendano con ogni forza d’animo a fare il bene: devita a malo et fac bonum. Si faccia il bene e si faccia bene, cioè animati dalla carità di Gesù, - quella carità che santifica tutto ciò che si fa, anche il più piccolo, e lo fa grande agli occhi del Signore.

Insista, La prego, specialmente sull’acquisto dell’amor di Dio: animo tanto Gesù da vivere e lavorare non mai per umani intendimenti, ma perché si compia la santa volontà di Dio in noi e per mezzo di noi, e ne venga gloria a Lui solo.

Tutta la nostra felicità e beatitudine sta nel compimento della volontà di Dio in noi e nel prossimo: tutto il resto è nulla.