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[Minuta]


è il cuore, sono le passioni del cuore!

L’uomo inventa, man mano che si allontana da Dio nell’arr, si accende e va, e corre e sale e precipita... egli cerca Dio!

Si agitano gli studenti universitari, si agitano le classi sociali, s’incalzano come le onde incalzate dall’onde in moto perpetuo; senza saperlo cercano Dio. Fecisti nos ad te inquietum est cor nostrum dones requescat in te! Cercano la felicità e la felicità è in Dio.

Io mi volgo a te In una sera io mi volgo alle stelle che splendono e danzano nel firmamento e si corrono dietro l’un l’altra e dico: ove correte, ove andate? E parmi ch’esse mi gridino: nelle leggi armoniche ed eterne del creato andiamo cercando Dio!

Bella è questa corsa a perfezionarsi nella perfezione che è Dio; ma affinché quest’impeto non dia in falso e non deturpi l’uomo, conviene dare ai movimenti del cuore un morale indirizzo.

La separazione della morale dal cuore dell’uomo fa sì ch’ei sia o belva o animale, fa sì che l’esistenza dell’uomo sia gelida e direi perniciosa.

Ma, o signori, nelle scuole di non pochi entrò il vezzo di volere separare la moralità dalla religione, come se ella godi di vita propria.

Signori, strappare dalla educazione la religione e pretendere onestà senza fede vale il medesimo che strappar le ali della terga dell’uomo e dirgli: vola, lassù è il cielo, e tu slanciati nella sua luce.

Senza religione non vi ha morale.

Levato Dio e la legge divina, donde nascerà la morale? Dalla natura, mi risponde, e perciò lo stesso S. Paolo scrisse che i popoli che non hanno la legge rivelata hanno la legge naturale.

E invero anche il buon senso però non separa mai queste due cose - religione ed educazione, religione e gioventù, religione e civiltà, religione escienza - religione e gioventù e salvezza sociale.      


















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I primi scienziati furono teosofi, i primi educatori de’ popoli furono pontefici legislatori. Orfeo tra i greci, Ermete tra gli Egizi, Zoroastro tra i Persi, Numa tra i Romani sono nella storia personificazioni lampanti di quello spirito che annetteva tutto alla grande idea di Dio: Ab Iove principium, Iovis omnia plena!

Anche oggi, o Signori, quanto più si prolungano le prove della società, tanto più gli spiriti illuminati si mostrano convinti che il suo avvenire dipenda dalla educazione cristiana della gioventù.

Ma se Dio è il principio e il fine di tutte le cose, se l’uomo che viene da Dio, deve a lui far ritorno per trovarvi a propria felicità e gloria, la religione che sola lega l’uomo a Dio è necessariamente il pedagogo e l’istitutrice dell’ umanità ed a fortiori l’educatrice della gioventù: essa sola può darle vera educazione e condurla al suo fine sublime.

Fuori del Cristianesimo ogni sviluppo della attività umana conduce ad un errore o ad una colpa. La teoria L’educazione senza religione è quale un libro, cui è tolto il principio e la fine.

Un’ipotetica educazione senza fede, non fa l’uomo, non lo educa, ma lo corrompe, non edifica, mina; non migliora, perverte; non è un ordine, è un’anarchia.

Senza religione, manca l’elemento morale, l’ingegno non s’infiamma a nobili quelle nobili idee, a generosi entusiasmi che in altri tempi elevava il cuore della gioventù italiana: l'ingegno non frutta, o frutta vergogne. Senza gli onesti e forti caratteri una religione nazione non vive, e il carattere nasce dal culto di idee morali che senza religione sono de ignorate o derise.

Storia de’ tempi, testimone fedele della verità      

























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Or ecco Dante!

La gloria di questa conversione è propria di lui; la sublime penitenza che la poesia farà sarà la salvezza Divina Commedia e chi sarà mai che con la sua dottrina farà piegare la fronte e purificherà il cuore di questa nuova Maddalena?

La religione, o signori è la religione!

Dante Alighieri, nella cui testa corrono torrenti di poesia si accosta agli altari del Dio salvatore si rinsanguina della dottrina dell’Evangelo e della Chiesa. Apre la bocca e canta: Egli canta l’umanità; ma corre dietro alla fede e il cantore dell’umanità diventa il cantore della religione.

Canta Dio nell’inferno, e dice come il delitto faccia alleanza col dolore; canta Dio nel Purgatorio e dice come la debolezza si abbracci con la speranza; canta Dio nel Paradiso e dice come la virtù si confonda con la felicità.

La filosofia gli dà i suoi insegnamenti per bocca di Virgilio, la teologia per quella di Beatrice.

Cielo e terra vi posero la mano e l’epopea dantesca, l’epopea Divina è fatta!