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Tortona, lì 6 / XII - 1916.
Molto Rev.da Madre Michel,
Ho ricevuto il Suo espresso.
Pregherò per l’anima, della quale mi scrive.
Io dubito però molto che quella figlia abbia avuto vera vocazione, oppure, se Iddio l’ha veramente chiamata, mi pare che essa non abbia corrisposto, perché a Dio non si é mai data come deve una vera religiosa.
Piuttosto che continuare così, sarebbe meglio deponesse il santo abito.
Ma, se essa vuole essere Suora, allora lo sia davvero, e cominci dove deve cominciare, dal rinnegato di sé, - il che non ha fatto mai o solo in minima parte, lasciando molte radici, che poi pullulano e inselvatichiscono l’anima, soffocando lo spirito buono e il buon seme, del quale é parola nel Libro della vita. Quella sua figlia legga bene e umilmente quanto è scritto al Capo X del Manzoni, a un capo verso che comincia, mi pare, così: “è una delle facoltà singolari ed incomunicabili della religione cristiana etc...”. fino a “lo fosse divenuta”.
Lei poi, Sig.ra Madre Michel, ha fatto, con l’aiuto del Signore, quanto doveva per quella figlia, e anche più. Pensi che non c’è solamente essa. Lei deve essere di Dio Signore Nostro e della Santa Chiesa di Gesù Cristo e del Suo piccolo nascente Istituto: deve essere la Madre di tutte le sue figlie, e non di una o di due o di parte.
Questo vuole Nostro Signore e la Santa Chiesa da Lei, ed è il Suo dovere di Madre.
La Suora, di cui mi scrive, fu destinata a Vezzano, ed a Vezzano vada, o si spogli: anche questa é la volontà di Dio.
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Se vuole servire non a chiacchiere il Signore e compiere la sua vocazione, non deve badare se queste o quelle altre Suore hanno fatto pettegolezzi con Lei: Iddio per essa e la sua vocazione sono, oggi, a Vezzano.
Non é questo che si stabilì qui, quando Lei, Rev.da Madre, me ne parlo? E dunque?
Se alcune Suore hanno mancato di carità, e anche forse di giustizia, verso di essa, pensi la suora quante volte essa avrà mancato di carità e di giustizia verso il suo Dio, e nello spirito del Signore sia riconoscente a Lui, che le dà occasione di riparare, sia pure in parte assai minima, ai suoi peccati, e di questa sua partenza sia grata alle Suore, che pensa ne siano causa.
E si raccomandi molto alla SS. Vergine, e cominci, in questi giorni santi della Immacolata, ad essere davvero Suora.
Che se essa non accettasse in buona parte questa lettera, veda che non può essere ritenuta quale religiosa.
Che se Lei, Rev.da Madre, e la detta Suora, prima di condurla a Vezzano, credesse nel Signore di venire a passare in questa povera casetta di Tortona la festa della Immacolata, vengano pure.
Ne é entrata qualcuna, e credo non ci sia posto per dormire; ma Lei sa con quanto affetto nel Signore sarebbero ricevute. Ci sarà per l’Immacolata anche la Valdettaro, credo.
Scriverò una parola alla Celestina, appena lo potrò.
Quanto alla Domenica sta meglio, e insiste di venire a casa dall’Ospedale. Guarita non é ancora, ma a giorni uscirà.
Penso anche che non sia fatta per S. Bernardino.
Quella casetta per ora ha bisogno di altro personale: quando poi avremo locale e le famiglie distinte, ci sarà posto anche per essa.
Ma, per ora, no; poiché impedisce la formazione di quello spirito che deve esserci,
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e ciò è di grave danno. Anche la Superiora dell’Ospedale mi fece dire, da Don Zanocchi, che essa é assai meravigliata che si possa tenere detta figlia in una casa di formazione e incipiente.
Buona Madre, metta il suo cuore nelle mani della SS. Vergine e tutte le Sue Figlie in Gesù Cristo.
Prego per Lei e per tutte. Le mando larga la santa benedizione del Signore.
Mando una parola per Don Contardi e per la Celestina.
Dev.mo servitore in Gesù Cristo e Maria SS. Immacolata
Sac. Orione
della Div. Provv.za