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Anime e Anime!
Tortona, il 12 / 12 - [1]927.
M. Rev.da Madre,
La grazia e pace di N. Signore siano sempre con Lei e con le Sue Suore.
Ho ricevuto la Sua riservata del 10 corr. cui rispondo.
Non ho ricevuto le lettera né del Parroco né del Podestà di Torricella, delle quali mi fa cenno; ma non mi fa nessuna meraviglia che Le abbiano scritto. Quanta sincerità poi ci sia in quella del Parroco, lasciamolo a Dio.
Né mi meraviglio di dette dichiarazioni e proteste: oramai sono in uso!
Però già lo avevo capito dalla Suora stessa, quando fu qui, che chiedeva tempo per mettere il mondo a rumore, e non venire via.
Ma ciò non é da buono spirito né da Religiosa.
Le proteste poi non a Lei, Rev.da Madre, ma a questo Vescovo avrebbero dovuto inviarle, - poiché Ella ben sa che è questo Vescovo, che prega di togliere la Suora, o, almeno, di non lasciarla sola, né a fare da Superiora. E non è da oggi che dice questo.
Nessuno dice che quella figlia dia scandalo nel vero senso di cattiva condotta, oh no!
Però io vorrei chiedere in Domino a Lei, Rev.da Madre, se Le pare proprio che quella possa essere la fondatrice di una nuova istituzione, anzi di una Famiglia Religiosa.
Che il Can.co Guffanti, pel suo desiderio di avere a Torricella una Comunità Religiosa, sia arrivato al punto di crederlo e di darle anzi un abito - (senza pero alcuna facoltà o permesso di questo Vescovo) - non ho difficoltà di ammetterlo.
Visto che non poté avere colà altre Religiose, fece anche quello.
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Ma Lei, buona Madre, crede proprio di vedere in quella figlia le note e garanzie morali di una fondatrice?
Per me, io non ce le vedo; e non mi sentirei di inviarle delle postulanti; e ciò Le dico, dopo avervi riflesso davanti al Signore.
Crederei di mandare a male delle vocazioni e di ingannare delle povere figliuole.
Né mi sento di prenderla sotto la mia direzione.
Tanto ero sicuro che non sarebbe venuta via, che mi sono ben guardato dal dirlo a Mgr. Vescovo che veniva via, né Egli sa che ho ora ricevuta la lettera di V. Signoria, né di questa risposta, che do, perché Ella mi dice che la aspetta. Ripeto: non dico che sia una cattiva persona, ma non ho alcuna fiducia che possa essere una pietra tale su cui edificare una Comunità religiosa.
Però posso facilmente sbagliare, e anzi mi vorrei sbagliare, in questo caso.
Vede che Le parlo chiaro, ma sicuro che non si offenderà di questa mia franchezza in Domino.
Lei, ottima Rev.da Madre, faccia liberamente in Domino quanto Le pare bene, non badi a me, La prego.
La benedico nel Signore e nella Madonna. Appena potrò volentieri, verrò in Alessandria: certo prima del S. Natale, se piace, come spero, a Gesù.
Preghino per me. Suo umile servitore
Sac. Orione d. D. Pr.