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     Tortona (prov. di Alessandria) il 17. 7bre. 1914.


Mio carissimo figliuolo in G. C.,


Ricevo la tua lettera del 24 agosto, la quale mi dà un profondo dolore!

Non ti posso esprimere ciò che sento di dispiacere nel mio cuore!

Avevo ricevuto la tua prima lettera, ma non ho più potuto rispondere, perché era tempo degli Esercizi a Bra, e poi sono corso subito a Roma per vedere ancora una volta il nostro caro S. Padre, che era morto.

Ho poi avuto tanto da lavorare, perché tu saprai che si sta fabbricando la nostra grande chiesa e Casa in Roma: sono più di 40 muratori che lavorano. Prima pagava tutto il Santo Padre Pio X, - poi si sono dovuti fermare i lavori, e adesso lavorano ancora più forte, e paga il Papa Benedetto XV e la Divina Provvidenza. Iddio non ci ha mai abbandonati; anche stavolta ci é venuto in aiuto. Sono giunto a casa da Roma l’altro jeri, e jeri sono stato a Bra, dove tutti ti salutano, e stanno tutti bene e felici con la grazia del Signore. Domani vado ancora a Roma, perché sabato 19 si farà il funerale pel S. Padre nella nostra chiesa di S. Anna, e ci viene anche il nipote del Papa Pio X, Mgr. Parolin, e le sorelle di Sua Santità.

Fino ad oggi nessuno mi ha scritto da Mar de Hespanha che tu non ci sei più: forse per non darmi questo dispiacere, o perché ti aspettano ancora.

Mio caro figlio, perché mi vuoi dare questo dolore? O carissimo Carlo, non abbandonare Don Orione, che ti ha amato e ti ama più che un padre.

Pensa a salvare la tua anima, e non tradire la santa vocazione: pensa che in punto di morte, Iddio ti chiamerà conto, se tu lo abbandoni.






















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Se non vuoi andare a Mar de Hespanha, ritorna qui con me io ti manderò il denaro del viaggio: scrivimelo subito. Mi conforta un poco il sentire da te che non hai perduto ancora la vocazione. Ma se starai fuori delle nostre case e in mezzo ai pericoli del mondo, tu finirai di perderla, o caro mio figlio in Gesù Cristo.

Tu non guardare ai sacerdoti scandalosi, guarda e pensa agli esempi che, con l’aiuto del Signore, ti ho dato io e Don Sterpi e D. Contardi e Don Cremaschi e tutti gli altri tuoi buoni confratelli della Congregazione.

Se anche Don Dondero ti ha trattato male, dovevi scrivermi, piuttosto, di farti ritornare qui in Italia o a Bra; ma mai lasciare la tua Congregazione.

Tanto più che io ti ho scritto ed ho incaricato Don De Paoli di consolarti, e di farti coraggio.

Si sa, o caro mio figlio, per amare davvero G. C., bisogna sopportare e soffrire come ha sofferto Gesù Cristo.

Chi patisce e sopporta con Gesù Cristo, regnerà con Cristo in eterno. Ti raccomando di pregare sempre e di essere divoto della SS. Vergine: resisti alle tentazioni! Io prego sempre per te! Io ti amo sempre, e più di prima ti amo ancora. Ti mando un biglietto per presentarti di nuovo a Mar de Hespana, e scrivo anche subito a Dondero che ti riceva con amore di fratello. Levati dai pericoli! Dà ascolto a Don Orione, che ti ha sempre consigliato il vero tuo bene. Tu non puoi dubitare di me!

Coraggio, o caro mio figliuolo! Ricordati sempre nelle tribolazioni che Iddio ci manda, che é perché Egli vuole purificarci e renderci più buoni: con le tribolazioni Iddio prova la nostra fedeltà. Non ti scoraggiare: la Madonna farà di te un grande santo.

Io ti benedico, e ti abbraccio nella carità e misericordia di Gesù Cristo.

Tuo aff.mo come padre


     (firmato) D. Orione della Div. Provv.